Ma la Chiesa non può tacere

Ma la Chiesa non può tacere discussione. Gli italiani e il cattolicesimo: il sociologo Garelli risponde a Vattimo Ma la Chiesa non può tacere // suo compito, orientare le coscienze i L rapporto degli italiani con la Chiesa appare sempre più controverso. Da un lato quest'anno - rispetto alle previsioni - c'è stato un incremento dell'8 per mille destinato alla Chiesa cattolica, a conferma della fiducia dei contribuenti verso l'azione umanitaria dei gruppi religiosi e del volontariato cattolico. Dall'altro lato, fra gli italiani e la Chiesa è calato ormai da molto tempo «il grande freddo» sulle questioni etiche. Stando agli ultimi sondaggi, anche molti cattolici praticanti avrebbero difficoltà a comprendere e seguire varie indicazioni del magistero in materia di sessualità, contraccezione, divorzio, unione di fatto, ecc. La Chiesa, dunque, brilla come icona della carità, nel suo «farsi prossimo» ai poveri e agli emarginati, mentre perde colpi come guida delle coscienze. Nel registrare quest'ambivalenza, Gianni Vattimo, nell'articolo di mercoledì 19 agosto sulla Stampa, pone due interrogativi di fondo: a) Non sarà che gli italiani godono di buona vista, per cui sanno apprezzare della Chiesa ciò che è autentico rispetto a ciò che non lo è? Detto in altri termini: non avrà ragione la grande maggioranza della gente (e anche dei cattolici praticanti) a riconoscere alla Chiesa il compito della carità, e a negarle quello di predicare la giusta etica sessuale? b) C'è davvero, nell'essenza della Chiesa, molto più di questa vocazione caritativa e assistenziale? Questi interrogativi ne richiamano altri. Qual è il ruolo della Chiesa nella società contemporanea? Chi lo stabilisce? Quale apporto può dare il cattolicesùno nel tempo presente? E' indubbio che la Chiesa oggi sia valorizzata soprattutto per il suo ùnpegno caritativo e solidaristico. Lo dimostra il largo consenso al volontariato e alle figure religiose che si spendono per il bene comune. La gente può anche essere disponibile a tollerare alcuni aspetti della Clùesa che urtano la sua sensibilità, se vede che questa realtà si fa carico delle situazioni limite dell'uomo e dei problemi sociali più urgenti. Ma di fronte a questo consenso, molti credenti e non pochi laici sono consapevoli che la missione di mia Chiesa e di una comunità religiosa non si esaurisce nell'impegno caritativo e solidaristico. Alcuni, anzi, avvertono il pericolo che le Chiese e i gruppi religiosi si trasformino a lungo andare in imprese di servizi sociali, attenuando la capacità d'interpellare le coscienze dal punto di vista spirituale. Da tempo, ad esempio, im laico come Gian Enrico Rusconi denuncia l'affievolirsi del discorso su Dio e sul destino dell'uomo, in una società in cui la Chiesa gode di grande considerazione pubblica e in cui la gente continua per lo più a definirsi cattolica. La fede si esprime nella testimonianza della carità, ma implica una decisione «a monte» che permetta di alimentare lo stesso impegno di carità. Senza una concezione di sé e della vita aperta al mistero e alla trascendenza, anche-l'impegno nei confronti degli ultimi sembra destinato ad attenuarsi e impoverirsi. L'uomo d'oggi, del resto, non è insensibile ai richiami dello spirito, anche se la sua voglia di salvezza terrena può renderlo prigioniero di piccoli orizzonti. Anche nella mo- dernità avanzata, si è mterpellati dai punti di rottura dell'esistenza, ci si chiede che cosa sia la felicità, si prova nostalgia della ricerca spirituale. Così ci si rivolge alle varie fonti di senso presenti nella società, vuoi attingendo alle proposte delle Chiese e dei gruppi religiosi, vuoi sperimentando nuovi percorsi. Del resto la domanda religiosa è ben presente anche nel nostro Paese, puntualmente documentata dalle indagini più approfondite. Così, da una ricerca condotta quest'anno su un campione di quattromila italiani, emerge che oltre l'80 per cento della popolazione guarda alla religione per trovare una risposta ai problemi del significato della vita, più del 70 per cento della gente avverte nella propria esistenza la presenza vigile e protettiva di Dio, mentre oltre la metà degù italiani ritiene che la Chiesa cattolica sia «l'unica autorità spirituale e morale degna di rispetto». Anche a livello pubblico si riscontrano vari segni di questa ricerca spirituale. A riguardo, si pensi al fascino che continua ad avere nel nostro Paese una figura come quella del cardinal Martini, che ha dedicato gli ultimi suoi scritti a temi quali «Ripartire da Dio» e «Dove arde lo spirito». Si pensi ancora al successo che ha avuto quest'anno un'iniziativa del cardinal Rumi nella diocesi di Roma, che per varie sere ha richiamato più di cinquemila persone nella basilica di San Giovanni in Laterano per riflettere attorno al tema della «Ricerca religiosa nella società contemporanea». Per non parlare del richiamo che esercitano i monasteri. La Chiesa e i gruppi religiosi non hanno dunque solo mia vocazione caritativa, e le «ragioni dello spirito» possono portare l'uomo - come ci ricorda Peter Berger, un sociologo protestante, grande studioso del fenomeno religioso contemporaneo - a una migliore comprensione di sé e del suo posto nell'universo. Richiamando nuovamente la posizione di Vattimo, la Chiesa deve poi pronunciarsi sulle questioni etiche oppure farebbe meglio a tacere, visto che (stando agli ultimi sondaggi) persino la maggior parte dei cattolici praticanti è refrattaria alle sue indicazioni? Credo sia difficile negare alla Clùesa una funzione di orientamento delle coscienze, dal momento che ogni religione propone una modello di comportamento m base al messaggio dì cui è depositaria. Certo il problema diventa rilevante se una quota consistente di popolazione che si dichiara cattolica (e anche di fedeli assidui) non avverte più il senso dei richiami delle figure religiose in questo campo, agisce come se il magistero non si pronunciasse. Questa situazione può crearsi o perché il processo di secolarizzazione è ormai molto accentuato, o perché la Chiesa parla su questo terreno un hnguaggio che non interpella le coscienze. In tutti i casi è assai problematico richiamarsi alla posizione della maggioranza della gente per invitare la Chiesa a tacere su questioni così importanti e complesse. La Chiesa è certo chiamata a farsi carico dei problemi dell'uomo d'oggi e a comprendere il mutamento intervenuto nel tempo nel rapporto natura-cultura; ma una sua afasia nel campo delle questioni della vita non porterebbe che ad un impoverimento della riflessione individuale e collettiva. Franco Garelli Oltre il 70% della popolazione avverte la presenza di Dio, ma sono ancora di più quelli che guardano alla religione per trovare il significato della vita A sinistra la folla di fedeli in piazza San Pietro per l'Angelus domenicale. Sopra il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, e a destra il cardinale Camillo Ruini

Persone citate: Camillo Ruini, Carlo Maria Martini, Franco Garelli, Garelli, Gian Enrico Rusconi, Gianni Vattimo, Peter Berger, Vattimo

Luoghi citati: Milano, Roma