Doccia gelata su Malpensa di Luigi Grassia

Doccia gelata su Malpensa L'idea: vietato imbarcare valigie da Linate a Roma. Per Fit-Cisl «una furbata all'italiana» Doccia gelata su Malpensa L Ve snobba l'ipotesi di compromesso MILANO. Il caso Malpensa 2000 non si sblocca. L'ipotesi di compromesso attorno a cui lavorerebbe il governo italiano (secondo le voci circolate l'altroieri) non è stata ancora formalizzata e già da Bruxelles arrivano secchiate d'acqua gelida. L'idea sarebbe di ammettere sulla navetta Linate-Fiumicino di AlitaMa (l'unica che continuerebbe a far capo all'aeroporto Forlanini, mentre tutto il traffico rimanente sarebbe spostato al nuovo scalo) soltanto passeggeri con bagaglio a mano. Eliminando la possibilità di fare il «check-in» per le valigie si impedirebbe a Linate di alimentare i voli internazionali da Roma. E questo, si spera, dovrebbe convincere l'Unione europea che le compagnie straniere non verranno «discriminate». Una soluzione valida? «Difficile da realizzare, difficile da controllare, scomoda per chi vola» è stata definita ieri l'ipotesi da fonti della Commissione europea. Che si sono mantenute, peraltro, nei limiti della diplomazia. A cui invece non si è sentito legato il sindacato FitCisl, secondo cui sarebbe «una furbata all'italiana». Mentre il il presidente dell'Antitrust, Giuseppe Tesauro, ha usato un'espressione poco diversa («furbizia all'italiana») per qualificare l'altra voce, quella di una possibile chiusura di Linate «per motivi di sicurezza», così da costringere le compagnie straniere a fare trasloco a Malpensa. A Bruxelles, come a Roma, non si cerca lo scontro e si precisa: «Non abbiamo ricevuto alcuna proposta formale dal governo italiano. Quando avremo un pezzo di carta in mano, potremo formulare un giudizio». Ma per intanto lo staff del commissario europeo per i Trasporti, Neil Kinnock, ragiona sulle voci arrivate dall'Italia. «Ci sarebbero delle difficoltà pratiche. Come si fa a controllare che non si faccia il check-in del bagaglio a Linate? Si mette un poliziotto a ogni banco? E comunque i passeggeri non sarebbero certo contenti di subire delle limitazioni». Perciò l'Ue rimane ferma sulla sua posizione: il problema è e resta l'inadeguatezza dei mezzi di collegamento tra Milano città e Malpensa, che discriminerebbe le compagnie straniere obbligate a trasferircisi. «E' meglio lasciare per ora quanto più traffico è oossibile al Forlanini, inclusi i collegamenti con i principali scali europei». La maggior parte dei passeggeri italiani di voli intercontinentali viene dalle regioni del Nord e trova più comodo e più economico, anziché andare a Fiumicino a prendere un volo Alitalia, raggiungere da Linate gli aeroporti di Zurigo, Bruxelles, Londra eccetera con una compagnia straniera, per poi trasferirsi su un volo a lunga distanza privo delle insegne bianco-rosso-verdi. Questo ha tolto clienti ad Alitalia e gonfiato il numero di passeggeri al Forlanini (previsto al massimo in 7-8 milioni) fino agli attuali 14 milioni l'anno. Col nuovo aeroporto di Malpensa si potrebbe decongestionare Linate, e in più trovare nuovi clienti a un'Alitalia che ha Linate tutta per sé, dentro Milano città. Molti passeggeri la preferirebbero infatti alla lontana e per ora mal collegata Malpensa 2000. In questo l'Europa vede una discriminazione delle compagnie straniere. «Depotenziare» Linate con l'ultima idea di compromesso del governo non sembra abbastanza all'Ue. Inoltre, si rilevava ieri, è vero che 14 milioni di passeggeri all'anno sono troppo al Forlanini ma «l'ipotizzata navetta Milano-Roma comporta un traffico di circa due milioni appena. La scalo sarebbe quindi sottoutilizzato». Un problema che si è posto anche il sindacato Fit-Cisl, che torna a proporre di fissare un tetto di 7 milioni di passeggeri per anno a Linate, trasferendo gli altri a Malpensa senza discriminare le compagnie con provvedimenti amministrativi, ma invece in proporzione ai volumi di traffico. Romano Guerinoni, segretario della Cisl di Milano, e Fran- co Ciarda della Fit-Cisl lombarda, definiscono «furbata all'italiana l'idea di vietare le valigie sui voli Linate-Roma. Così si penalizzerebbero i consumatori e si complicherebbero le operazioni di ritiro e reimbarco dei bagagli, aumentando i costi di gestione e i tempi delle varie operazioni». «Per salvarsi la faccia da un eventuale grande flop - prosegue una nota dei due sindacalisti - le autorità italiane sono pronte anche a chiudere Linate. Ciò sarebbe irrazionale e irresponsabile». L'idea di chiudere linate è bocciata come «furbizia all'itatiana» anche dall'Antitrust per bocca di Tesauro, che peraltro vede possibile una soluzione per Malpensa 2000 pur al prezzo, per l'Italia, di «piccoli sacrifici temporanei». «Il muro contro muro non serve a nessuno, bisogna continuare a trattare». Anche il sottosegretario ai Trasporti con delega per il settore aeronautico, Giuseppe Albertini, vede aperti margini di trattativa con l'Ue, ma aggiunge che «per trattare bisogna essere in due: se le proposte di accomodamento avanzate informalmente vengono strumentalmente rifiutate non resta che mostrare i muscoli e sarà quel che sarà». Tesauro teme che ormai l'ostilità al trasferimento dei voli a Malpensa 2000 faccia da paravento ad altri interessi: «La questione è scoppiata all'ultimo minuto perché nessuno credeva che fossimo realmente in grado di riprenderci quella quota di traffico aereo che fino ad ora andava a beneficio di vettori e aeroporti di altri Paesi europei». A far paura sarebbe un'Alitalia ormai risanata e sempre più aggressiva sui mercati. Luigi Grassia (transito di passeggeri, in milioni)

Persone citate: Giuseppe Albertini, Giuseppe Tesauro, Neil Kinnock, Romano Guerinoni, Tesauro