Prodi: questa sarà una Finanziaria mite

Prodi: questa sarà una Finanziaria mite Il ministro del Tesoro spiega: l'accordo del '93 ha funzionato, deve essere aggiornato e ripetuto Prodi: questa sarà una Finanziaria mite ascontrosu«pattosocae»ampi ROMA. Non occorre aspettare il «caldo» autunno. Anche con il sole d'agosto la proposta del superministro dell'economia per un nuovo patto per lo sviluppo ha scatenato un dibattito incandescente. E a nulla è valsa la discesa in campo di Romano Prodi a difesa di Ciampi. Da Gallipoli il Presidente del Consiglio concorda in pieno con la linea del ministro del Tesoro («è la linea del governo») e mostra grande fiducia nella Finanziaria (una manovra da 13.500 miliardi): «Da anni non è mai stata così mite». Per il premier inoltre non è un allarme se il Pil non raggiungerà il 2,5 per cento previsto. «Certamente - ha aggiunto - si sperava in qualcosa di meglio, ma in questi giorni è stata fatta una confusione di statistiche: vedrete che stiamo andando verso una fase espansiva e anche la ripresa dell'occupazione non mancherà». Prodi, quindi, non guarda a ((tuoni e fulmini» e sposa in pieno la proposta di Ciampi. Un nuovo patto sociale con gli vestimenti sono previsti al Sud e plicano i dissensi. Le confedera- striali e siti dove espandersi. Lo imprenditori: ovvero ad ognuno che le tasse non aumenteranno, zioni sindacali bocciano la propo- Stato deve solo procurare le in- Un nuovo patto sociale con gli imprenditori: ovvero ad ognuno il proprio compito. Il governo, infatti, si impegna a «bloccare» le tasse, ad assecondare il mercato e la concertazione, a rilanciare la programmazione non come pianificazione delle economie stataliste ma come coordinamento per grandi obiettivi: lo sviluppo del Mezzogiorno e la ripresa del lavoro. Al sindacato «tocca» invece mettere freno alle rigidità e dare via libera ad una maggiore flessibilità. Alle imprese «l'obbligo» di investire, grazie anche agli incentivi, parte dei profitti nelle aree più depresse. Il tutto sul modello dell'accordo del '93. «Quell'accordo - ha spiegato Ciampi in un'intervista realizzata da Alain Elkann a Tmc - deve essere aggiornato e ripetuto, in quanto ha prodotto l'abbattimento dell'inflazione e la stabilità del nostro Paese». Ciampi, confermando che i maggiori in¬ vestimenti sono previsti al Sud e che le tasse non aumenteranno, prevede, con il raggiunto ingresso nell'Euro, anche un ulteriore abbassamento dei tassi d'interesse. «Diventeranno analoghi a quelli degli altri paesi europei» assicura il ministro del Tesoro che, inoltre, invita gli imprenditori «ad accrescere i profitti globali e non quelli per unità di prodotto. Solo con un reciproco patto tra le due parti sociali - conclude Ciampi - rilanceremo l'occupazione e gli investimenti». Previsioni ottimistiche, quindi, (il debito pubblico, infatti, beneficerà anche dell'abbassamento dei tassi sui Bot) ma il clima rimane surriscaldato. Le preoccupazioni non mancano. Innanzitutto la «stoccata» d'anticipo di Ciampi non trova d'accordo le parti sociali. Mentre il superministro dell'economia oggi rientrerà a Roma per presiedere la riunione in cui si comincerà a preparare il documento economico, si molti¬ plicano i dissensi. Le confedera zioni sindacali bocciano la propo sta in quanto «chiede maggiore flessibilità e ulteriori sgravi contrattuali ai lavoratori». Anzi, il segretario generale della Uil Pietro Larizza domanda ironicamente a Ciampi «cosa intende per aumento della flessibilità». Per il numero due della Cgil Walter Cereda, infatti, «il patto sul lavoro del '96 ha già reso il nostro mercato il più flessibile in Europa. Noi abbiamo fatto la nostra parte - attacca Cereda - ora la Confindustria faccia la sua». Ma la «manovra» del ministro del Tesoro è giudicata «macchinosa e dirigistica» anche dagli industriali. Per il responsabile del Centro Studi di Confindustria Guidalberto Guidi «c'è troppa attenzione ai costi, primo fra tutti quello del lavoro. Il Mezzogiorno - spiega Guidi - diventerà da rischio a opportunità quando il sistema delle imprese non troverà più personale nelle aree indu¬ striali e siti dove espandersi. Lo Stato deve solo procurare le in frastrutture, la sicurezza e il con trollo del territorio». Reazioni fredde, dunque, pochi punti condivisibili, tanta perplessità e strada da percorrere già in salita. Il nuovo patto sociale per10 sviluppo è criticato soprattutto dal Polo. Mentre il senatore Grillo chiede che vengano finanziati i contratti d'area, i patti territoriali e i 1 Ornila miliardi per le domande della legge 488 (incentivi alle spese), il responsabile economico di Forza Italia Antonio Marzano attacca: «Ciampi dovrebbe sapere che il profitto non è programmabile né dal suo ministero, né dalle singole imprese, dato che11 rischio è inseparabile dall'attività produttiva». Fuori dal coro, invece, la voce del presidente della piccola e media industria di Confindustria Marco Casoni: «Finalmente dopo gli appelli unilaterali si va nella direzione concreta», [gio. lamb. vestimenti sono previsti al Sud e che le tasse non aumenteranno, vestimenti sono previsti al Sud e che le tasse non aumenteranno, prevede, con il raggiunto ingresso nell'Euro, anche un ulteriore abbassamento dei tassi d'interesse. «Diventeranno analoghi a quelli degli altri paesi europei» assicura il ministro del Tesoro che, inoltre, invita gli imprenditori «ad accrescere i profitti globali e non quelli per unità di prodotto. Solo con un reciproco patto tra le due parti sociali - conclude Ciampi - rilanceremo l'occupazione e gli investimenti». Previsioni ottimistiche, quindi, (il debito pubblico, infatti, beneficerà anche dell'abbassamento dei tassi sui Bot) ma il clima rimane surriscaldato. Le preoccupazioni non mancano. Innanzitutto la «stoccata» d'anticipo di Ciampi non trova d'accordo le parti sociali. Mentre il superministro dell'economia oggi rientrerà a Roma per presiedere la riunione in cui si comincerà a preparare il documento economico, si molti¬ plicano i dissensi. Le confedera- zioni sindacali bocciano la propo- plicano i dissensi. Le confedera zioni sindacali bocciano la propo sta in quanto «chiede maggiore flessibilità e ulteriori sgravi contrattuali ai lavoratori». Anzi, il segretario generale della Uil Pietro Larizza domanda ironicamente a Ciampi «cosa intende per aumento della flessibilità». Per il numero due della Cgil Walter Cereda, infatti, «il patto sul lavoro del '96 ha già reso il nostro mercato il più flessibile in Europa. Noi abbiamo fatto la nostra parte - attacca Cereda - ora la Confindustria faccia la sua». Ma la «manovra» del ministro del Tesoro è giudicata «macchinosa e dirigistica» anche dagli industriali. Per il responsabile del Centro Studi di Confindustria Guidalberto Guidi «c'è troppa attenzione ai costi, primo fra tutti quello del lavoro. Il Mezzogiorno - spiega Guidi - diventerà da rischio a opportunità quando il sistema delle imprese non troverà più personale nelle aree indu¬ striali e siti dove espandersi. Lo Stato deve solo procurare le in- striali e siti dove espandersi. Lo Stato deve solo procurare le in frastrutture, la sicurezza e il con trollo del territorio». Reazioni fredde, dunque, pochi punti condivisibili, tanta perplessità e strada da percorrere già in salita. Il nuovo patto sociale per 10 sviluppo è criticato soprattutto dal Polo. Mentre il senatore Grillo chiede che vengano finanziati i contratti d'area, i patti territoriali e i 1 Ornila miliardi per le domande della legge 488 (incentivi alle spese), il responsabile economico di Forza Italia Antonio Marzano attacca: «Ciampi dovrebbe sapere che il profitto non è programmabile né dal suo ministero, né dalle singole imprese, dato che 11 rischio è inseparabile dall'attività produttiva». Fuori dal coro, invece, la voce del presidente della piccola e media industria di Confindustria Marco Casoni: «Finalmente dopo gli appelli unilaterali si va nella direzione concreta», [gio. lamb.] presidente del Consiglio Romano Prodi con il ministro Carlo Azeglio Ciampi

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