Caso Lombardini. Prodi difende Flick
Caso Lombardini. Prodi difende Flick Ma da Cagliari Grauso e Sgarbi annunciano esposti contro il ministro e il pool di Palermo Caso Lombardini. Prodi difende Flick «Il guardasigilli ha fatto il suo dovere» ROMA. Romano Prodi scende in campo per difendere il ministro Giovanni Maria Flick attaccato da Forza Italia. Poche parole per tagliare corto con le polemiche: «Il Guardasigilli ha fatto strettamente il suo dovere. Quanto al caso Lombardini, ho tenuto continui contatti con il ministero di Grazia e Giustizia per verificare che tutto procedesse seguendo le regole della Costituzione e della democrazia». Prodi ritiene così di avere rintuzzato le critiche dei due ex ministri della Giustizia, Fillippo Mancuso e Alfredo Biondi. Ma già riparte alla carica Vittorio Sgarbi, da Cagliari, dove ha tenuto una conferenza stampa assieme all'editore Niki Grauso: «Quando il potere politico assolve i magistrati di Palermo in otto ore, vuol dire che li fa propri e quindi li ha in pugno». Sgarbi e Grauso hanno annunciato esposti contro Flick e Caselli. Li presenteranno alla procura di Caltanissetta chiedendo di indagare se, fomentando o comunque tollerando violazioni del segreto istruttorio, non abbiano commesso il reato di «turbativa dell'ordine pubblico». E Niki Grauso rilancia i misteri. Primo, il computer di Lombardini. «Il giudice, che era addentro alle questioni informatiche, mi chiese di una tecnica molto sofisticata: la possibilità di nascondere il suo archivio personale in un computer sistemato lontano, in India magari, e poi accedervi grazie a Internet. Secondo me, senza chiave d'accesso, quei dati resteranno segreti come la tomba del faraone Tutankhamon». Secondo, il ruolo di un certo detenuto, Mario Fortunato Piras, con¬ dannato per un sequestro di persona, attualmente in carcere a Cagliari. Secondo Lombardini, il detenuto avrebbe beneficiato di un avvicinamento per favorire le trattative. «Ho in mia mano - dice Grauso - un documento riservato con l'elenco dei visitatori di Piras e la spiegazione del perché sia stato trasferito da un carcere di massima sicurezza a uno più tranquillo e vicino alla famiglia». Proprio ieri sera s'è saputo che un giovane magistrato di sorveglianza, Alberto Rilla, che firmò nei giorni scorsi un permesso-premio a Piras, e che era buon amico di Lombardini, è stato ricoverato in ospedale per eccesso di stress. «Aveva motivi per temere per la sua incolumità», fa sapere l'avvocato Carlo Taormina che lo assiste. Negli uffici di Cagliari si preparano a dare spiegazioni agli ispettori ministeriali. «Attendiamo con serenità e assoluta tranquillità l'indagine conoscitiva - dichiara il procuratore capo, Carlo Piana - e siamo sicuri che i risultati della ricognizione non potranno non chiarie quanto si è verificato a Cagliari negli ultimi tempi. Non temiamo l'ispezione e rimaniamo in attesa di qualunque soluzione voglia adottare il ministro». L'altro protagonista del palazzo di giustizia, il procuratore generale Francesco Pintus, ieri ha incontrato l'on. Sgarbi. «Non vedo perché meravigliarsi se ricevo un deputato», il suo laconico commento. Pintus aveva querelato il deputato a margine di un caso controverso, un detenuto che si era autoaccusato di un omicidio. Confessione poi rivelatasi falsa. Ieri i due hanno fatto pace. [fra. gri.] L'on. Napoli (ds): «E' l'unico punto della legge sul blocco dei beni che merita di essere modificato» Sopra, il giudice suicida Lombardini, a lato un corteo per Silvia Melis e, sotto, Giuseppe Soffiantini
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