I MERCATI ILLUDONO di Alfredo Recanatesi

I MERCATI ILLUDONO I MERCATI ILLUDONO da produrre, rispetto alla globalizzazione dei mercati, dei costi e dei prezzi, una frattura, anch'essa ovviamente globale, come quella che infatti si va propagando per il mondo intero. La frattura à data dall'incapacità di molti Paesi di offrire prospettivedi stabilità ad investimenti richiamati offrendo esclusivamente bassi costi di insediamento e di esercizio. Così è avvenuto che abbiano dovuto svalutare monete di Paesi anche con forti surplus commerciali; che banche locali ed occidentali siano in difficoltà per i conseguenti problemi di solvibilità per crediti fino a ieri generosamente concessi; che i Paesi produttori di materie prime rischino una caduta dei ricavi e vedano perciò vacillare le loro monete. Se a questa concatenazione di cause ed effetti sì unisce la tensione internazionale determinata dai raid americani in Afghanistan ed in Sudan, il venerdì nero di tutte le Borse del mondo trova la sua spiegazione. Anche dei suoi eccessi. Se, infatti, è vero che la crisi del Sud-Est dell'Asia, del Giappone e della Russia trova oggettivi motivi di propagazione nei fitti legami commerciali e finanziari tessuti negli anni con i Paesi più progrediti, è anche vero che l'Occidente, l'Europa e il Nord America in particolare, recuperano un valore che la globalizzazione, intesa nei termini di mero confronto commerciale, andava travolgendo. La sostenutezza dei titoli obbligazionari dei Paesi occidentali testimonia che questi stessi Paesi vanno ritrovando un credito di stabilità e di equilibrio che negli ultimi anni era stato travolto o, quanto meno, trascurato. Sono Paesi, per altro, che complessivamente hanno un autonomo potenziale di crescita che potrà tanto più facilmente realizzarsi quanto più le opportunità di impiego dei capitali disponibili nel mondo verranno considerate al netto degli errori di valutazione che hanno portato alle crisi di queste settimane. Il concetto stesso di globalizzazione uscirà da queste crisise non ridimensionato, certamente diverso; continuerà a riferirsi prevalentemente aglaspetti commerciali che saranno sempre prevalenti, almeno nella concretezza delle relazioni materiali, ma presterà una ben maggiore attenzione ancheagli aspetti sociali, politici, culturali, a quei valori dell'Occidente dai quali le relazioni economiche a lungo andare non possono prescindere perché anch'essi, alla fine dei conti, pesano sulla competitività delle occasioni di investimento, deglinsediamenti produttivi, dellattività manifatturiere. Anchle Borse, quindi, potranno rendersi conto che è attraverso crisi come queste, ed anche peggiori di queste, che il mondooggi come nel passato, può andare avanti e progredire. Alfredo Recanatesi

Luoghi citati: Afghanistan, Asia, Europa, Giappone, Nord America, Russia, Sudan