«Azione fuori dal diritto»

«Azione fuori dal diritto» «Azione fuori dal diritto» Mancini: un gesto pieno di arroganza ■l giudice comunitario ARROGANZA». Il professor Federico Mancini, membro della corte di giustizia europea, non trova altri aggettivi per definire il blitz americano. «Non si può definire altrimenti un gesto che non rispetta il principio di territorialità. E' impressionante...». C'è chi ha detto che Clinton mostra i muscoli per far dimenticare agli americani le sue vicende personali. Come giudica questa interpretazione? «Non voglio neppure prendere in considerazione un'analisi tanto superficiale e sbrigativa. La realtà è che l'attacco ai "santuari" del terrorismo, come ha detto Clinton, non è che l'ultimo episodio di mia linea di tendenza che si è imposta da tempo. Certo, questo è un fatto nuovo e più grave». Non è la prima volta che uno Stato agisce in questo modo. Qual è la differenza con il precedente israeliano? «E' chiaro che non ci sono differenze giuridiche tra il raid di Clinton in Afghanistan e nel Sudan e la spedizione di Entebbe. L'unica differenza è che questi sono gli Stati Uniti». In che senso, scusi? «Che Clinton guida l'unica grande potenza rimasta. Non è il primo episodio di arroganza americana. Come non ricordare il di- vieto a intrattenere relazioni commerciali con quelli che l'amministrazione statunitense definisce gli "Stati mascalzoni"? Oppure l'esecuzione, qualche mese fa, di un condannato a morte paraguayano senza neppure consultare il suo consolato?». Le bombe sarebbero un'evoluzione della linea dura? «Qui è stato inequivocabilmente ignorato il confine tra la linea dura all'interno del proprio territorio e l'azione violenta in ambito extraterritoriale». Ci sono già state violente proteste. I missili di Clinton potrebbero innescare una sanguinosa «contro-reazione» dei terroristi? «Diciamo che è ima possibilità. Tanto più che i terroristi hanno le mani libere: non devono rispondere a nessuno». Clinton non «ha risposto» aghi alleati. E' un comportamento giuridicamente normale, di fronte a quello che a tutti gli effetti si può configurare come un atto di guerra, sia pure al terrorismo? «Diciamo che il non consultare né gli alleati né l'Onu rientra in quel tanto di arroganza che fa parte del fatto in sé. Un'arroganza favorita dalla mancanza di una politica internazionale dell'equihbrio. Una volta c'erano pesi e contrappesi. Adesso ci sono solo gli Stati Uniti». Sta dicendo che Clinton può permettersi di fare l'arrogante perché non ci sono più i comunisti? «In un certo senso, sì. Ed è evidente che una grande responsabilità, in questa mancanza di equilibrio, ce l'ha l'Europa. Siamo stati capaci di darci una Banca centrale, siamo una potenza nella politica monetaria, ma finché non ci saranno una politica estera e una politica di difesa comune non tornerà l'equilibrio internazionale. Lo chiami come vuole: Stato europeo, entità politica. Le definizioni non hanno importanza, quello che conta è che questa è l'unica possibilità». Guido Tìberga «Dopo il crollo dell'Urss la politica estera americana non ha più contrappesi Serve un'Europa più forte»

Persone citate: Clinton, Federico Mancini, Mancini

Luoghi citati: Afghanistan, Europa, Stati Uniti, Sudan, Urss