Emergenza nel Far East

Emergenza nel Far East Emergenza nel Far East In Giappone fallisce il colosso Okura ROMA. Chiudono quasi tutte in perdita le Borse del Far East con l'unica eccezione di Singapore (+1,12%) e della piazza sudcoreana (0,01%). Precipita l'azionario malese (-7,69%). Performance negativa per le Borse indonesiana (-2,75% a 388,345) e di Hong Kong che ha lasciato sul terreno il 2,78% (Hang Seng: 7527,61 punti). Male anche la Thailandia (-1,68%) e le Filippine (-1,32%). Intanto la crisi continua a mietere altre vittime, in Indonesia come in Giappone. Quattro banche private indonesiane si fonderanno nell'ambito di un progetto del governo per consolidare il sistema bancario del Paese prossimo al collasso. La fusione, che coinvolge Pt Bank Mashill Utama, Pt Jayabank International, Pt Bank Artamedia e Pt Bank Ciputra, sarà formalizzata una volta ricevuta l'approvazione degli azionisti, del ministero indonesiano delle Finanze e delle autorità di controllo della Borsa. In Giappone, l'Ibca ha tagliato il rating di altre sei tra le maggio- ri banche (Asahi Bank, Bank of Yokohama, Daiwa Bank, Nippon Credit Bank, Tokai Bank e Sakura Bank) giustificando la decisione con il deteriorarsi dell'economia nipponica. E il colosso bancario Long Term Credit Bank of Japan è sull'orlo del fallimento: ha accumulato fino ad oggi crediti in sofferenza per 700 miliardi di yen, oltre 9000 miliardi di lire, che si porteranno a conclusione dell'anno finanziario a quota 750 miliardi. L'istituto nipponico ha annunciato i dettagli di un piano di salvataggio - uno dei più severi mai applicati nella storia del Giappo¬ ne - che prevede, dopo la ristrutturazione del gruppo, la fusione con Sumitomo Trust Bank. Tra le misure previste, l'estinzione di 520 miliardi di yen di crediti relativi a tre unità non bancarie del gruppo, pesanti tagli al management e il ricorso al denaro pubblico per rafforzare il capitale di base. Ltcb ha infine annunciato che non distribuirà a fine '98-99 il dividendo agli azionisti a fronte di quello di 6 yen del '97-'98. Da parte sua, il primo ministro Keizo Obuchi si è impegnato a fornire «il maggior sostegno possibile» per favorire la transazione senza alcun riferimento tuttavia alla richiesta di 500-600 miliardi di yen stimata dall'istituto. Crisi profonda anche per la terza corporate giapponese, la Okura & Co., che è stata dichiarata insolvente da un tribunale di Tokyo. Schiacciata da una motagna di debiti, 290 miliardi di yen, 3 mila 500 mld di lire, è ormai al fallimento e il Tokyo stock exchange la cancellerà oggi dal listino. li primo ministro giapponese Keizo Obuchi

Persone citate: Hang Seng, Keizo Obuchi, Long Term, Sumitomo Trust Bank

Luoghi citati: Filippine, Giappone, Hong Kong, Indonesia, Roma, Singapore, Tokyo