L'arte di arrangiarsi a Mosca di Anna Zafesova

L'arte di arrangiarsi a Mosca L'arte di arrangiarsi a Mosca «Niente panico, siamo abituati a tutto» TRA LA GENTE DELLA CAPITALE MOSCA NOSTRO SERVIZIO Il moscovita è indistruttibile. Per la sua capacità di adattarsi e sopravvivere in ambienti ostili batte tutti, perfino gli scarafaggi. Non sono passati che pochi giorni dal crack economico, con la svalutazione del rublo, la crisi bancaria e tutti gli altri orrori, ma gli abitanti della capitale russa si sono già abituati, inventano nuove regole di vita e si preparano a trasformarle in abitudine. A dire il vero, per loro non e più una novità. Dopo la carenza di tutti i prodotti nel '91, la polverizzazione dei risparmi nel '92, l'inflazione del '93, l'apparizione e il crollo delle catene di Sant'Antonio nel '94, ormai non si spaventano più. Sanno cosa fare e adottano la vecchia regola dei detenuti del Gulag: non avere paura e non fidarti di nessuno. Con il crollo di quello che sembrava a molti l'inizio del paradiso promesso da Eltsin - rublo stabile, timida crescita economica e boom dei consumi - ritornano a funzionare, quasi spontaneamente, i meccanismi degli anni neri '91-95. I telegiornali ricominciano ad aprire con la notizia del cambio del rublo, che fino a venerdì scorso interessava solo gli operatori dei mercati. E riparte il passaparola sui cambi valuta che ti comprano i dollari a 7,10 rubli invece di 6,9 e te li vendono a 7,7 invece di 8. Pochi si fanno prendere dal panico e corrono a comprare valuta: il moscovita tiene i suoi risparmi in biglietti verdi, preferibilmente da 100 e preferibilmente nuovi di zecca, con ancora addosso il profumo della vernice tipografica. Ma ai cambi valuta sono già apparsi - chissà dove si erano nascosti per anni - i ragazzi del mercato nero che offrono quotazioni più favorevoli e spesso lasciano il cliente con un pacco di banconote false. Chi aveva un eccesso di rubli si affretta piuttosto a spenderli. In una settimana i negozi di elettrodomestici, computers e mobili hanno fatto l'incasso di un mese. I commessi raccontano la giornata di lunedì con toni epici: «Ci spazzavano via tutto, senza guardare». I com- mercianti, felici, si sono affrettati ad aumentare i prezzi, ma il boom si è spento sul nascere: chi aveva rubli li ha già spesi, gli altri preferiscono aspettare. Un altro segno dei tempi è il ritorno della circolazione dei dollari contanti, severamente proibita dal governo. Ma tanto, in un'economia totalmente vincolata alla moneta Usa, tutti i prezzi - anche se sono scritti in rubli vengono calcolati in dollari. I negozi hanno tolto gli an- nunci di saldi del 20 per cento e ne hanno messi altri: «Il nostro cambio è ancora 6,2 rubli». E quando il rublo va su e giù e nessuno sa quanto costa realmente un prodotto l'unica soluzione è appigliar¬ si a qualcosa di solido come il biglietto verde. Sasha, cliente di un'agenzia turistica, racconta: «Sono venuto a pagare la mia vacanza, mi hanno detto che non accettavano la carta di credito perché non sapevano quale cambio del rublo ci sarebbe stato l'indomani e mi hanno proposto di pagare in rubli, calcolando il dollaro a 9,5. Mi sono rifiutato e allora hanno accettato la valuta forte». Le carte di credito non le accettano in molti esercizi, ma per una paura diversa: che la banca che l'ha emessa crolli. Non ce n'è una che non sia in pericolo, anzi, sull'orlo della bancarotta. La maggior parte dei bancomat è stata staccata, ai rimanenti si formano delle code. Ma vengono serviti solo i clienti della banca titolare dell'apparecchio: tutti temono che il loro partner domani potrebbe essere in bancarotta. Alcune centinaia di moscoviti da lunedì hanno cambiato orari: ogni giorno, prima di andare a lavorare, si presentano alla loro banca per ritirare soldi. Tutti gli sportelli hanno introdotto limiti all'incasso quotidiane del contante e i clienti metodicamente, giorno dopo giorno, prosciugano i loro conti in una corsa contro il tempo. La procedura richiede da una a tre ore e nelle code si formano autentiche fratellanze. Ma non c'è nessun panico, nessuna disperazione. La reazione principale semmai è un divertimento un po' isterico. Gli effetti più devastanti della crisi non si sono fatti ancora sentire- e tutti sono convinti di farcela: vedrete che si inventerà qualcosa, in qualche modo ne usciremo fuori, siamo sopravvissuti a cose peggiori. Non è la prima volta. E, probabilmente, nemmeno l'ultima. Anna Zafesova Il rifugio resta il dollaro, chi ha rubli è corso a spenderli in elettrodomestici

Persone citate: Eltsin

Luoghi citati: Mosca