I MERCATI ILLUDONO E DELUDONO di Alfredo Recanatesi

I MERCATI ILLUDONO E DELUDONO I MERCATI ILLUDONO E DELUDONO GUIDO Carli la Russia la conosceva molto bene. Tanto che all'epoca della caduta del comunismo, quando quel sub-continente cominciò ad aprirsi all'Occidente ed ai suoi metodi, si affannava a raffreddare gli entusiasmi di chi vi vedeva immense opportunità di affari per le imprese europee, americane, giapponesi. Carli riconosceva, certo, il grandissimo potenziale di quello sconfinato Paese, ricco di risorse naturali e bisognoso praticamente di tutto, ma con i piedi ben piantati per terra osservava anche che sarebbero stati necessari decenni prima che vi potessero radicare le condizioni per proporsi come un partner economico affidabile: istituzioni liberali ed efficienti e, soprattutto, una cultura aperta al mercato, all'iniziativa imprenditoriale, alle ragioni della economicità. Quel che Carli osservava sulla Russia può valere per tutti o quasi i Paesi emergenti: il SudEst dell'Asia, gran parte dell'America Latina, per alcuni versi può valere anche per il Giappone. Ma l'Occidente non ne ha tenuto conto: ha ridotto il concetto di globalizzazione ai costi di produzione con la presunzione che tutto il resto avrebbe potuto fornirlo dall'esterno. Ma, se dall'esterno si possono fornire tecnologie, progetti, organizzazione, capitali, non si possono fornire tutte le altre componenti che pure condizionano la riuscita di ogni iniziativa economica: l'efficienza delle amministrazioni, la funzionalità delle istituzioni politiche, la stabilità degli equilibri sociali, la cultura delle maestranze e delle popolazioni in genere. Malgrado McDonald's e la Coca-Cola, la globalizzazione di questi aspetti procede assai più lentamente, tanto Alfredo Recanatesi CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA

Persone citate: Carli

Luoghi citati: America Latina, Asia, Giappone, Russia