I dietologi: «Incredibile»

I dietologi: «Incredibile» I dietologi: «Incredibile» Nessuno è sopravvissuto tanto a lungo «Non è possibile!» Il medico stupisce. Non riesce a spiegare razionalmente, secondo scienza, cioè, l'avventura di Armando Piazza. Sopravvissuto senza bere per nove giorni? «Non ci credo». Senza cibo si può stare anche un mese e più. Ma senza bere, neppure la propria urina come è capitato ad altri, no, non si può a lume di letteratura medica. Così dice la dietologa Maria Ester Danese, specialista in scienza dell'alimentazione. E si dilunga, la dottoressa, a spiegare cosa succede dentro un corpo privo di liquidi: succede che si disidrata, che il sistema cardiocircolatorio va in tilt, che il sangue si autoawelena e che l'uomo muore per crisi di cuore: paf, dopo quattro, cinque giorni a dire tanto. Sei giorni, va, proprio ad essere ottimisti. Non importa se uno pesa un quintale e passa e un altro meno: i meccanismi fisiologici girano allo stesso modo ed è con questi che bisogna fare i cónti. Tutto confermato da un grande esperto in materia il professor Giorgio Calabrese: «Caso estremo» lo definisce. Spiega: «Bisogna immaginare che il Piazza disponesse di un accumulo di liquidi magari a causa di qualche patologia tanto da adattare il corpo a quello che si chiama "l'effetto cammello". In tal caso tuttavia, sarebbero scattati altri fenomeni letali legati alla malattia». Perplesso? «Dubbioso». Alessandro Meluzzi, psichiatra, è sbalordito dall'eccezionale «tenuta nervosa» del soggetto Piazza, da indicare come fenomeno meritevole di attento studio. Dice: «Siamo in presenza di una persona che non soffre di claustrofobia e va bene, ma ciò che stupisce è come abbia saputo orientare se stesso giorno dopo giorno, ora dopo ora. Si direbbe che il Piazza appartiene a quella razza di navigatori solitari come Fogar o ad alpinisti come Messner persone dotate di un eleva tissimmo livello di autostima. Esattamente persone al contrario di un depresso. Quindi non soggette ad ansia e conseguentemente capaci di formidabile autocontrollo. Ciò ha contribuito a non disperdere energie e a dominare qualsiasi eccesso fisico, il batticuore o qualche movimento scomposto». Insomma un ottimista ad oltranza? «Certo, uno che pensa in rosa, convinto che prima o poi sarebbe uscito da quella situazione; ed ha vissuto il tempo senza lasciarsi cogliere dal panico. Aiutato anche dalla dimestichezza con il luogo in cui si trovava, con l'ambiente che gli era familiare e quindi non ostile». Se ne è stato lì ad aspettare senza cibo, senza acqua. «Incredibile, un record abbastanza misterioso. Deve essergli capitato qualcosa come succede agli orsi o ai tassi: una specie di letargo che rallentando le funzioni gli ha dato la possibilità di sopravvivere». Pier Paolo Benedetto

Persone citate: Alessandro Meluzzi, Fogar, Giorgio Calabrese, Maria Ester Danese, Messner, Pier Paolo Benedetto