Val di Susa, la «porta» degli albanesi

Val di Susa, la «porta» degli albanesi Superlavoro per i carabinieri impegnati a contrastare il «viaggio» degli extracomunitari clandestini Val di Susa, la «porta» degli albanesi A decine tentano di varcare il confinefrancese EMERGENZA IMMIGRATI SUSA | L «tam-tam» fra extraco■ munitari sta attirando decine di nuovi albanesi irregolari nei Comuni della Valle di Susa. Non passa giorno che i carabinieri della Compagnia di Susa non fermino extracomunitari senza documenti e permessi di soggiorno. Ieri mattina, i militari dell'Alta Val di Susa hanno fermato diciannove albanesi, tutti senza documenti di identificazione e, va da sé, senza permesso di soggiorno: camminavano nei prati a poca distanza dall'autostrada RivoliBardonecchia. I militari li hanno bloccati a circa quindici chilometri dal confine: tredici erano adulti e sei bambini avevano meno di dieci anni. Altri quattordici extracomunitari (undici albanesi e due marocchini) erano stati fermati dai carabinieri di Susa alla fine della scorsa settimana ed erano sempre stati trovati nei campi nelle vicinanze dell'autostrada del Fréjus a pochi chilometri dal confine. Da diversi mesi la Compagnia dei carabinieri di Susa del capitano Silvano Ceccato organizza ogni settimana minuziose e massicce operazioni di controllo contro gli immigrati clandestini. La scorsa settimana solo nel Comune di Bussoleno e frazioni limitrofe i militari hanno fermato e portato in caserma dieci albanesi sprovvisti di permesso di soggiorno. Un lavoro impegnativo che, spesso, si rivela inutile e frustrante. «Ci è capitato più volte di fermare le stesse persone», affermano i carabinieri di Susa. In Piemonte, come avviene attualmente solo nel Sud Italia, sarebbero necessari «campi di raccolta» per un controllo più preciso dei clandestini recidivi che dovrebbero essere rimandati nella nazione di provenienza. Ora, invece, i clandestini, dopo essere stati fotosegnalati, vengono accompagnati all'Ufficio stranieri della Que- stura per la «comparazione dattiloscopica». Quelli che risultano fermati per la prima volta ricevono un foglio di via obbligatorio che non è raro ritrovare accartocciato già dietro il primo angolo della stessa questura. I clandestini recidivi dovrebbero invece essere ac¬ compagnati alla frontiera di Trieste ma non sempre succede a causa dell'impossibilità di organizzarre un servizio di espulsione ogni giorno e quindi anche questi ultimi ricevono il foglio di via obbligatorio da rispettare entro quindici giorni e che nessuno, ovviamente, rispetta. Il lavoro dei carabinieri si sta anche concentrando sull'area di servizio dell'A32. Il mese scorso, tre albanesi furono sorpresi su di un Tir dove erano saliti mentre gli autisti dormivano per cercare di coprire gli ultimi chilometri che li separavano dal confine ed entrare in Francia. Le forze dell'ordine sono comunque convinte che i molti albanesi trovati lungo l'A32 siano la prova inequivocabile dell'esistenza di un'organizzazione clandestina che sfrutta gli immigrati. I tre albanesi bloccati sul Tir avevano infatti ammesso di aver pagato 500.000 lire per essere trasportati vicino al confine con la Francia. Puntuali controlli vengono anche fatti dai dieci carabinieri della stazione di Claviere che però, entro la fine di quest'anno, verrà chiusa. I militari che controllano il confine del Monginevro in queste ultime settimane hanno fermato quindici clandestini che cercavano di entrare in Italia senza permesso di soggiorno. Un'immagine di repertorio di immigrati irregolari fermati dalle forze dell'ordine

Persone citate: Silvano Ceccato