«Rivendico il diritto a essere sbattezzato»

«Rivendico il diritto a essere sbattezzato» Anti-clericale di professione «Rivendico il diritto a essere sbattezzato» Si è appellato alla legge sulla privacy «Toglietemi dai registri della chiesa» Apre la porta un po' sorpreso, «Ma allora cercate proprio me...», chiuso in una T-shirt di bunùelliana memoria che è già in linea con l'intervista. «Grazie a Dio sono ateo» sta scritto sopra quella maglietta gialla, una delle tante che il giovane Alberto Trevisan ha collezionato per gridare al mondo il suo orgoglio laico. Il primo momento di celebrità per questo ragazzo di 26 anni residente a Leinì (perito elettronico di professione, mangiapreti per vocazione e gay per sua stessa, e un po' ostentata, dichiarazione) è arrivato ieri: prima pagina dei giornali, conquistata grazie alla bizzarra richiesta di essere tolto dall'elenco dei battezzati in virtù della legge sulla privacy: equiparando, nei 'fatti, il registro dei neonati che hanno ricevuto il primo sacramento alla prima anagrafe della storia. E chiedendo, di conseguenza, al suo parroco, don Fassino, l'immediata cancellazione da quell'elenco. Così, dopo una lunga militanza scandita da messaggi anti-clericali spediti ai giornali, lunghe incursioni notturne nelle riserve Internet dedicate agli agnostici, per Alberto Trevisan, «cinque anni sulle spalle, passati al collegio di San Benigno: da allora non ho più sopportato un prete neppure da lontano...», è arrivato il momento, in realtà rincorso da anni, della popolarità. «Non mi importa tanto di fare notizia. Ciò che mi sta a cuore è che l'Italia conquisti, come altri Paesi europei, il diritto allo "sbattezzo". Per me è una questione di principio, più importante di qualsiasi altra cosa. Per ottenere questo obiettivo sarei disposto a tutto», dice mentre smanetta esperto su Internet, volando da un sito gay a entello (ispiratore dell'iniziativa) dell'Uar: «Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti» come lampeggia a tutto schermo. Spiega, ancora, muovendo il mouse per stampare il modulo Don Carlo Fass no pre-confezionato di «richiesta sbattezzo» attraverso il quale ha volutamente fatto notizia: «Vede, l'ho trovato qui, su Internet: non mi pareva vero, l'ho subito compilato e spedito alla mia parrocchia. Ma sapevo che sarebbe stato inutile: l'arcivescovo non si è neppure degnato di rispondermi. Il parroco, invece, ha cercato di aggirare l'ostacolo rispondendomi: "La Chiesa, per statuto, non può dimenticare i non credenti"». Continua, sorridente, nel racconto della sua crociata all'incontrarlo, per l'abolizione di «ogni sopruso» di origine cattolica: «Pazienza, tanto un po' mi ero rassegnato. E' dal 1984 che lotto per questo obiettivo. Fu allora che mi iscrissi all'associazione "Lo sbattezzo" di Fano. Ho seguito tutta la procedura, ma quando siamo arrivati al momento buono, non abbiamo ottenuto nulla, perché la Chiesa italiana non accetta procedure di questo genere». Così come colleziona magliette, il super-laico Trevisan accumula pure le più disparate tessere d'iscrizione a un club. Unico requisito richiesto per l'associazione: che sia in qualche modo impegnata nella lotta anti-clericale. Ma perché tanto accanimento? Perché le interessa tanto ottenere di essere «sbattezzato»? E' soltanto un effetto collaterale dell'avere a lungo frequentato le scuole superiori dai preti? Sospira: «Chissà, forse quei cinque anni mi hanno fatto capire quanto sia sottilmente arrogante la Chiesa nei confronti dell'individuo. Le faccio un altro esempio, se vuole. Prenda la faccenda dell'8 per mille. Non è forse un altro grande sopruso? La Chiesa già gode di agevolazioni fiscali, donazioni detraibili, stipendi e pensioni per gli insegnanti di religione cattolica nella scuola pubblica, finanziamenti "incostituzionali'.'. Non le sembra già troppo?», [e. min.] Alberto Trevisan 26 anni il giovane che ha chiesto al suo parroco di essere cancellato dagli elenchi del battesimo Don Carlo Fassino

Persone citate: Alberto Trevisan, Carlo Fass, Carlo Fassino, Fassino, Trevisan

Luoghi citati: Fano, Italia, Leinì