Gran Canyon, il vero divertimento di Cosimo Mancini

Gran Canyon, il vero divertimento MOTO Test con il potente modello Cagiva (prezzo: 15 milioni 600 mila lire) Gran Canyon, il vero divertimento Facile da condurre, ha il motore Ducati 900 VARESE. E' la motocicletta più divertente che ci sia capitato di provare negli ultimi tempi. Parliamo della Cagiva Gran Canyon 900 I.E., che si è rivelata mia piacevole sorpresa. Niente a che fare con la vecchia e gloriosa Elefant (due Parigi-Dakar vinte con Orioli nel '90 e nel '93). Con la Gran Canyon non bisogna anticipare le curve per vincere l'inerzia al coricamento. L'eccellente posizione di guida consente il controllo del mezzo che segue docilmente i voleri del pilota. D'istinto ci viene da pensare alla Bmw F650 che è una delle moto più apprezzate dal pubblico. Si tratta, insomma, di un veicolo a misura d'uomo. La sella non è delle più basse (si trova a 85 cm dal suolo) ma non crea alcun disagio e, una volta appollaiati, si domina davvero la situazione. Merito anche del largo manubrio che si trova all'altezza giusta per non affaticare la schiena. Morbidissimi i comandi, compreso quello del cambio che si può -tranquillamente azionare, dalle marce inferiori alle superiori, senza l'ausilio della frizione. I rapporti sono tutti ben scalati con l'eccezione della «prima» che, in relazione alla potenzialità del motore, risulta un po' corta, tanto da invogliare a passare immediatamente in «seconda». Forse una reminiscenza delle avventure dakariane in cui un primo rapporto brutale serviva a togliersi d'impaccio nei momenti critici. Il motore è il Ducati 900, a iniezione, con due valvole per cilindro, di derivazione 900SS ma depotenziato: 66,5 Cv anziché 80 a 7500 giri. Il telaio monotrave in tubi a sezione quadrata è l'altro pezzo forte della moto. Alla Cagiva hanno sempre saputo farli bene. La forcella, una Marzocchi con steli da 45 mm, non è regolabile ma è tarata per im uso medio. Solo qualche pilota di taglia particolarmente robusta potrebbe sentire l'esigenza di sostituire l'olio in dotazione con uno di tipo più denso. L'escursione di entrambe le sospensioni è di 17 cm. Freni (due dischi all'anteriore da 296 cm e uno al posteriore da 240), sospensioni ed erogazione del motore sono ben amalgamati. Il risultato? La Gran Canyon è una moto di facile utilizzo per un ventaglio molto ampio di utenti. Peccato che non si possano montare le borse laterali a causa della presenza degli scarichi in posizione rialzata. Si rimedia, però, con un bauletto sul portapacchi che serve anche da maniglione per il passeggero. Ci si sente subito a proprio agio e la tenuta in curva è tale, per una moto di questo genere, che si comincia, d'istinto, a spostare il corpo da un lato all'altro del sedile, disegnato, però, per mantenere la posizione corretta. L'equilibrio del mezzo è eccellente e nelle inversioni di marcia, pure nelle strade più strette, non si rischia di posare il piede per terra. Apprezzabile la presenza del contagiri. Bisogna dire però che si guida tranquillamente a orecchio anche perché, grazie al comando desmodrornico delle valvole, un piccolo fuorigiri non provoca danni. La Gran Canyon, che costa 15 milione e 600 mila franco concessionario, è costruita nel nuovo stabilimento (quello vecchio continuerà a produrre» e dalla linea di montaggio ne usciranno 2000 quest'anno e 3500 nel prossimo. In totale, col marchio Cagiva e Husqvarna, sono prodotti 30.000 esemplari all'anno. Quando il nuovo impianto funzionerà a regime il potenziale sarà doppio. La Cagiva Motor è adesso interamente di proprietà di Claudio Castiglioni. Questi, come noto, è uscito definitivamente dalla Ducati. Cosimo Mancini Ecco la Gran Canyon 9001.E.: quest'anno ne verranno prodotte duemila unità

Persone citate: Claudio Castiglioni, Orioli

Luoghi citati: Dakar, Parigi, Varese