Nuove potenti, vecchi problemi
Nuove potenti, vecchi problemi Il documento sarà come una carta di credito, ma non basta cambiare il look Nuove potenti, vecchi problemi Igiovani: non impariamo a guidare TORINO. Cambia la facciata, ed è già un buon passo avanti. Ma servirà a poco, se parallelamente non muterà davvero la sostanza, come chiedono i giovani automobilisti di domani. La grande «rivoluzione della patente», annunciata dal ministro dei Trasporti Claudio Burlando al Salone di Torino e «rilanciata» a Roma una settimana fa, partirà ufficialmente a gennaio. Rispetto alle intenzioni iniziali, c'è già stato uno slittamento di quattro mesi: poco male, si tratta - è stato spiegato - di problemi tecnici per smaltire le vecchie scorte di patenti tradizionali, quelle su carta rosa plastificata e ripiegata. Il nuovo documento, come ormai abbiamo visto nei vari «lanci» del ministero, sarà in tutto simile a una carta di credito, con una piccola foto, i dati del possessore, il bollino blu dell'Europa e una banda tricolore nell'angolino sinistro. Dimensioni e look certo più gradevoli, peccato che non ci sia un microchip interno per evntuali controlli elettronici in tempo reale, che da noi restano utopia. E' un progresso a metà. Ma il vero problema non è la veste estetica della patente (che da gennaio sarà comunque più in sintonia con le altre nazioni), quanto il modo con cui si continuano a valutare i requisiti per averla. Il guaio maggiore deriva dal fatto che si sfornano, come prima, neopatentati che non sanno guidare. Le leggi mirate all'addestramento dei neofiti restano insufficienti e troppo blande, le scuole sono - spesso costose e carenti, il «fai da te» (con genitori, amici e fratelli maggiori) è diventato praticamente impossibile da quando sono richiesti i doppi comandi. Non è certo sufficiente rendere più difficili i quiz teorici, se all'atto pratico le strade e le loro insidie restano, in buona parte, oggetti sconosciuti. Non si tratta, questa volta, della solita vaga impressione: è un allarme generalizzato e motivato. Sono gli stessi ragazzi in odor di patente (o neopatentati) a lamentarsi dei loro istruttori e dei metodi applicati, come ri¬ vela il rapporto dell'Osservatorio sicurezza giovani, promosso da Aci e Censis (col contributo di Polstrada, Ania, Piaggio, Rover e Società Autostrade) destinato a monitorare periodicamente i problemi del traffico. Dati emblematici e rappresentativi, se è vero che 6 giovani su 10 (esattamente il 60,3%) in età compresa fra i 18 e i 21 anni oggi possiedono la patente, e la media sale a 9 su 10 (86,6%) in età dai 22 ai 24 anni. Condurre un'automobile è, dunque, un «fatto sociale» di ampia portata. E purtroppo l'apprendimento alla guida costituisce il suo anello debole. L'87% dei giovani patentati si è rivolto a scuole guida per l'intero ciclo di lezioni, teoriche e pratiche, tuttavia il 44,8% di loro si lamenta: «Nessuno ci insegna ad affrontare i casi d'emergenza, non si può dire che quando abbiamo la patente siamo davvero capaci di guidare». Sono soprattutto tre le grandi lacune nella fase d'istruzione, in cui si bada troppo spesso soltanto a perfezionare manovre da manuale mirate al superamento dell'esame (tipo i parcheggi). La prima carenza riguarda la scarsa guida in autostrada, che viene fatta raramente e in condizioni sovente ottimali, cioè con traffico scarso, irreale. Quando il neopatentato si troverà da solo nella grande giungla, faticherà poi ad adattarsi: lo rivelano il 40,8% degli interpellati. Secondo neo evidente, la guida in condizioni climatiche sfavorevoli (pioggia fitta, vento, neve, ecc.): non l'hanno mai provata, prima di essere promossi, il 53,2% dei giovani automobilisti. Costretti, quindi, a improvvisare in esperienze successive. Il terzo problema riguarda in prevalenza gli allievi metropolitani: ci si esercita esclusivamente in città (lo conferma il 23,5%). Significa che la realtà extraurbana, con le sue complicazioni (niente marciapiedi, illuminazione precaria, incroci a rischio) verrà scoperta solo più tardi. Magari a causa di una brutta avventura. Piero Bianco y Eto •.-. • < • Hanno, là patente \ ;\ 18-21 anni é<>,3% (ij 50,2% degtf pytomobilìsfi) 22-24 anni 86,6% (il 49,8% degli'automobilisti): HANNO FREQUENTATO CORSI DI SCUOLA GUIDA PRATICA E TEORIA < i&o ■■<> \ COME GIUDICANO L'ADDESTRAMENTO - :. TOTALMENTE INADEGUATO 11,1% PARZIALMENTE INADEGUATO ■33,7%s SUFFICIENTE .55,2% NEI: CORSI NON HANNO GUIDATO . ! IN AUTOSTRADA i ; PATENTI- Di gSE^- NEI CORSI NON HANNO GUIDATO SU STRADA EXTRAURBANA NEI CORSIWON HANNO GUIDATO IN CONDIZIONI CLIMATICHE SFAVOREVOLI 53,2% I VENTENNI AL VOLANTE Il ministro dei Trasporti Claudio Burlando: «Arriveranno a gennaio le nuove patenti»
Persone citate: Claudio Burlando, Piero Bianco
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