Le code ai caselli autostradali, gli effetti del caldo

Le code ai caselli autostradali, gli effetti del caldo LETTERE AL GIORNALE Le code ai caselli autostradali, gli effetti del caldo Più rispetto per gli utenti Durante le vacanze estive si parla sovente di code ai caselli autostradali, nessuno però dice o scrive che la causa di queste code è in molti casi la discutibile politica delle società che gestiscono le autostrade per invogliare il pubblico a usare tessere prepagate o altre diavolerie elettroniche come il telepass. Domenica 9 agosto ho perso forse mezz'ora al casello di uscita della Torino-Piacenza in una coda sotto il solleone. La ragione? Su dodici uscite, ben otto erano completamente vuote perché riservate ai pochissimi detentori di tessere Viacard o telepass, nelle altre quattro c'erano invece code chilometriche. Se chi gestisce l'autostrada avesse avuto un minimo di razionalità e soprattutto un po' di rispetto per i propri clienti, avrebbe invertito il rapporto. E' evidente che solo una minoranza oggi usa Viacard e Telepass, perché non accettare questa situazione e permettere agli altri utenti che pure pagano il loro pedaggio di farlo in modo più umano? Donato De Bonis, Torino Il Coni e il problema del doping Vorrei inserirmi nel dibattito attualmente in corso relativo il cosiddette doping, in qualità di praticante il ciclismo e di ex frequentatore di palestre, cercando di sottolineare come ancora una volta si sia imposto il talento italiano di riportare il tutto a livello di barzelletta (gli americani sono solo dei pallidi imitatori). Si è passati, infatti, da una fase A in cui gli atleti di molteplici attività sportive, ciclismo e atletica in testa, si inoculavano di tutto un po' senza che a nessun tecnico, medico, cronista sportivo (ovviamente ignari) venisse in mente di aprir bocca, salvo saltare poi addosso allo sfortunato di turno che veniva pizzica- to, a una fase B nella quale chiunque viene additato e segnalato se nel suo carrello della spesa compare una bottiglia di Gatorade, liberamente venduto ancora per poco. Aggiungo che mi preoccupa poco la sorte dei grandi campioni piuttosto che quella dei giovani appassionati: è sufficiente stazionare in un negozio di integratori per osservare come aminoacidi, creatina e altre sostanze siano vendute a taniche (e a caro prezzo). Da questa situazione può nascere una qualche iniziativa favorevole per lo sviluppo di uno sport più sano? E il Coni e le federazioni varie non potrebbero fare qualcosa per diffondere informazioni precise e univoche su questo argomento fino a ora sistematicamente ignorato, invece di rilasciare, tramite i vari tecnici e funzionari, dichiarazioni che più disparate non si potrebbe? Antonio Cavallo «tonicavallo@usa.net» 50 gradi e scoppia il termometro Nelle cronache su questa rovente estate abbiamo sentito alla televisione, fra tanti altri casi, che nella città turca di Adana sono esplosi i termometri perché si era arrivati a ben 50 gradi, e molti sono stati colpiti da quella temperatura che pare davvero eccezionale. In realtà quel record, senza scomodare la Turchia, lo possiamo vedere, ogni giorno estivo di sole, sul balcone di casa e anzi, se qualche lettore curioso lo vorrà constatare (e non è detto che il suo termometro si rompa), dopo una decina di minuti di esposizione quei mitici 50 gradi saranno tranquillamente superati, magari in un piccolo borgo padano; sì, perché i termometri della città turca... erano al sole! Quanto a quel povero ferroviere di Bolzano, che dicono essere morto per il caldo, questo può certo essere, come però è al- trettanto probabile che lo stesso sarebbe deceduto comunque in quel momento, così come tante morti avvengono anche nei dolci e temperati mesi di maggio e settembre, e ovviamente durante l'intero arco dell'anno. Lino Bocca Rivanazzano (PV) Perché il Sud ha pochi turisti L'intero Sud si lamenta che ha meno della metà dei turisti che conta D Trentino. Non ho dubbi in proposito: durante le ferie estive, in luglio-agosto, sono stato in Campania. Ai piedi del Vesuvio un mio amico è stato deru¬ bato di gran parte del materiale fotografico che aveva, incautamente, lasciato sull'auto. A Caserta, non tutti i pomeriggi si possono visitare gli appartamenti della Reggia. Ci siamo dovuti accontentare del parco. Chissà cosa avrà da dire in proposito il ministro Veltroni? Non ha egli più volte affermato che quest'estate tutto era aperto e visitabile e fino alle ore 22? Albino Avetta Cossano Canavese (TO) Gli uomini illustri e la reincarnazione Il lettore Renato Patelli ha difeso a spada tratta la credenza nella reincarnazione (La Stampa, 18 agosto), tanto più, vien fatto di ricordare, che San Gerolamo dice: per purificarsi se non ne basta una sola, occorrono all'Anima più esistenze. Secondo la religione mistica degli Orfici (VI secolo a. C.) le Anime, infatti, sono rimandate sulla Terra per terminare il ciclo evolutivo. Profeta di una religiosità laica, Giuseppe Mazzini non tenne a dire che il feretro è una culla di nuova vita? Victor Hugo, rivolgendosi agli increduli, esplica: «Voi non credete alle personalità che si muovono (reincarnazioni) basandovi sul fatto che nulla ricordate delle vostre esistenze anteriori. Ma come potrebbe rimanere impresso in voi il ricordo di secoli passati, mentre non vi ricordate più delle mille fasi della stessa vostra vita attuale? Quando avrò attraversato la tomba per ritrovare un'altra luce, tutti questi Victor Hugo mi saranno un po' estranei, tuttavia sarà sempre la medesima persona». Angelo Giumento, Palermo 11 vero fez di Mussolini Vi scrivo in merito alla presunta vendita all'asta di un fez appartenuto a Benito Mussolini; se quello fotografato è il fez in questione, non si tratta del copricapo ufficiale usato dal Duce, ma di un comune fez da iscritto al Partito Nazionale Fascista dal 1930 al 1943. Il fez adoperato da Mussolini agli inizi degli Anni 30 aveva il fascio sul davanti ma, sul lato sinistro, portava ricamata un'aquila littoria. Il riscontro fotografico lo si può trovare nelle famose istantanee che ritraggono il Duce a Littoria e Sabaudia nel 1935 quando indossò l'uniforme in orbace per gli iscritti al Pnf, uniforme in quegli anni poco usata da Mussolini che preferiva infatti adoperare la divisa grigia da caporale d'onore della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale con un fez completamente diverso nei fregi e nelle fattezze. Questa precisazione mi pare doverosa da parte del sottoscritto che, oltre ad avere studiato a fondo il fascismo, è anche possessore di 200 uniformi originali del periodo e ha allestito numerose mostre storiche per conto di musei e Comuni della provincia di Rimini e Ravenna. Luca Maiorano, Rimini Il voto degli italiani all'estero Mi riferisco alla lettera del 6 agosto «La delusione mi farà cittadino americano». Vorrei porre una domanda al sig. Vincenzo Centofanti (presidente comitato italiani all'estero, Filadelfia): vivendo ormai da ben 42 anni in America (Paese che dice di amare veramente) e non conoscendo, quindi, a fondo la situazione italiana, in base a cosa egli attribuisce la sua preferenza a un partito? Purtroppo per il signor Centofanti credo che per votare non basti «predicare per tutta la vita l'italianità» ma dovrebbe invece tornare a vivere in Italia e toccare con mano i problemi che affliggono il suo Paese natale. Gianfranco Schivo, Torino I '^V. Le lettere ^Vyanno inviate*^ I I JN a: j?\ fi 1 yXA STAMPA\ j Via Marenco 32,10126 TORINO \ % W fax 011 - 6568924 *| I e-mail lettere@lastampa.it