Dopo Bnl, Mediocredito e Banco di Sicilia di Ugo Bertone
Dopo Bnl, Mediocredito e Banco di Sicilia GRANDI MANOVRE ALIO SPORTELLO Fuochi d'artifìcio in Borsa sui titoli bancari. Si infiammano Banca del Lavoro e Banca di Sardegna Dopo Bnl, Mediocredito e Banco di Sicilia // Tesoro accelera i tempi della privatizzazione del credito MILANO. Sotto un altro. Mentre in Piazza Affari le Bnl contendono a Finmeccanica l'oscar del listino di metà agosto, il Tesoro fa sapere che, dopo l'offerta pubblica di vendita di Bnl, sarà la volta del Mediocredito centrale da cui dipende, tra l'altro, la maggioranza del Banco di Sicilia. L'appuntamento con il Mediocredito è fissato per la prima metà del '99, il tempo necessario perché il mercato assorba l'offerta di Bnl. Ma non dovrebbe essere una digestione difficile, nonostante le difficoltà a mettere assieme l'asse di comando della banca dopo lo «strappo» tra Ina e Tesoro, almeno a giudicare dall'entusiasmo che si respira attorno alle Bnl risparmio a pochi giorni dalla conversione in ordinarie: +4,22% ieri, dopo il 5,87 della vigilia, a sua volta preceduta da un record. Alla fine della scorsa settimana la Bnl quotava 56.319 lire, ieri ha lambito la soglia dei 64 mila punti. Ed è bastato il «sospetto» che l'operazione Bnl, ovvero la conversione dei titoli di risparmio in azioni ordinarie prima dell'offerta al pubblico, possa essere ripetuta al Banco di Sardegna perché ieri i titoli dell'istituto isolano registrassero un eloquente rialzo del 7,11%. Ciampi, insomma, intende accelerare i tempi delle dismissioni del settore bancario, sfruttando l'attenzione per il settore da parte degli investitori. Incurante delle polemiche su «nuclei duri» o al richiamo dei vari partners politici, il responsabile di via XX Settembre ha dato mandato ai banchieri pubblici di prepararsi a tappe forzate all'appuntamento con i mercati. E le risposte non mancano. Gianfranco Imperatori, presidente del MedioCredito Centrale, già fa sapere i n un'intervista al «Sole-24 Ore<> che l'istituto, assieme al controlla I o Banco di Sicilia, «è pronto r.li'appuntamento con la priv.-niz74Zione». Dopo la tribolata i:yuisizione del Banco di Siciha, osteggiata con ogni mezzo dai politici locali per garantire l'«insularità» del Banco (pur in stato comatoso...), non si è certo perduto tempo, stato raggiunto con i sindacati un conveniente accordo sul costo del lavoro; in dirittura d'arrivo sembra ormai la cessione, cara a Banca d'Italia, degli alberghi, frutto delle gestioni precedenti; soprattutto, nella compagine azionaria del Banco ha fatto il suo ingresso la compagnia Cardif, quasi il suggello che la fase dell'emergenza è finita e che il Banco di Sicilia targato Mediocredito (la casa madre vuol giocare le sue carte nell'investment banking e nelle obbligazioni societarie) si apre ai mercati. Qualche centinaio di chilometri più a Nord, a Siena, un altro banchiere lavora per lo sbarco a Piazza Affari. Le opposizioni non mancano (tra i perplessi, il sindaco di Siena) ma il neo presidente del Monte Paschi, Pierluigi Fabrizi, ha già messo le mani avanti, ribadendo che il progetto Borsa è «irreversibile». Alle parole, poi, hanno fatto seguito i fatti. Il Monte Paschi, dopo un primo semestre da record (+125% i profitti...), ha dato il via libera al trasferimento di mutui fondiari per 510 miliardi alla britannica Natwest, prima mossa di «securitisation» per la banca toscana : i mutui, infatti, saranno trasformati da Natwest in «bond» da quotare sui mercati internazionali, sulla falsariga di una strategia già provata con successo dal San Paolo. E' il primo passo per «alleggerire» il bilancio in vista del classamento del 20-25% del capitale. Non conosce pause nemmeno a Ferragosto, insomma, il grande «puzzle» bancario. E non è solo la scuderia del Tesoro a non conoscere la parola vacanze. C'è molto da fare, sia per sistemare le operazioni appena concluse che per allestirne di nuove. E' di ieri il via di banca Intesa al riassetto delle sue società nel risparmio gestito. Alla fine del processo di integrazione tra Fondigest, La Centrale e Fondi e Caboto Gestioni Sina, nascerà un colosso delle gestioni, con un patrimonio amministrato di 94.558 miliardi, leader con una quota di mercato del 14%. E ora si attende la contromossa di San Paolo-Imi, grande rivale nel settore risparmio gestito. E non va dimenticato, infine, l'intreccio Comit-Banco Roma, titoli destinati ormai a marciare in coppia (3,5 azioni Banco Roma per 1 Comit sembra il rapporto più probabile per il «matrimonio» semmai si farà). Oppure l'appuntamento con il maxiaumento di capitale della Popolare Novara. O la campagna acquisti e alleanze che i colòssi, Unicredito e Banca Intesa su tutti, stanno conducendo in tutta la Penisola. Crescere diventa più difficile ma c'è ancora spazio. All'inizio degli Anni 90 in Italia c'erano 1156 banche, a fine '97 si erano ridotte a 935. Ancora troppe per sopravvivere nell'età dell'Euro. E i pruni 5 gruppi bancari tedeschi controllano il 10,8% del mercato europeo, contro il 9,6 dei francesi e il 7,8 degli inglesi. Agli italiani spetta solo il 4,2, la stessa percentuale di 8 anni fa. Ugo Bertone Gianfranco Imperatori
Persone citate: Cardif, Ciampi, Gianfranco Imperatori, Pierluigi Fabrizi
Luoghi citati: Italia, Milano, Novara, Roma, San Paolo, Siena
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