Micheli: non tocchiamo le pensioni
Micheli: non tocchiamo le pensioni Micheli: non tocchiamo le pensioni Billia ribatte: «Maxidebito inesistente» ROMA. Il governo smorza la polemica sulla spesa previdenziale. Enrico Micheli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, invita ad attendere i risultati della riforma, che sta dando ora i primi frutti e potrà essere valutata appieno nel 2005: «Si parla dei dati '97, anno in cui abbiamo fatto una riforma la cui applicazione è cominciata nel '98 e produrrà gradualmente i suoi effetti di stabilizzazione della spesa sul Pil negli anni successivi». Soltanto fra 6 anni, quindi, sarà possibile tornare sul tema, anche se la spesa, aggiunge Micheli, è «monitorata dal ministero del Lavoro». Getta acqua sul fuoco anche Gianni Billia, presidente dell'Inps, a proposito dei 180 mila miliardi che il Tesoro ha erogato all'istituto come anticipi di tesoreria e figurano quindi come passivo nei bilanci. Ciampi, con una legge, trasformerà i 180 mila miliardi in trasferimenti definitivi riassestando contemporaneamente la contabi¬ lità dell'istituto di previdenza. «E' chiaro, si tratta di un debito inesistente - precisa con vigore il presidente -. Lo Stato ha finanziato l'assistenza tramite prestiti e ha costretto l'Inps a mettere in bilancio una posta negativa, a trattarli come debiti». Ma già Ciampi nel '96 (quando si parlava dei 140 mila miliardi accumulati fino al 31 dicembre '95), aveva annunciato che la questione, riferita all'eterno problema della separazione tra previdenza e assistenza, sarebbe stata risolta con il passaggio dalle anticipazioni ai trasferimenti, con una precisazione: la vicenda «non influisce assolutamente sui livelli della spesa corrente, ma rileva unicamente sotto il profilo giuridico contabile». Lapidaria la conclusione di Billia: «Dunque l'Inps ha pagato l'assistenza e lo Stato l'ha rimborsato. Chi ha sollevato il polverone capisce poco di bilancio o fa soltanto allarmismo». La spesa per le pensioni nel '98, aggiunge, è in linea con le previ¬ sioni: «Nei primi sette mesi, abbiamo speso 106 mila miliardi, di cui 13 mila vanno allo Stato come tasse. Un lieve incremento, di circa mille miliardi, c'è stato per le altre prestazioni, con 800 miliardi spesi per le indennità di disoccupazione». Per quanto riguarda le entrate, Billia ha spiegato che «in luglio sono cresciute di mille miliardi: nei primi sei mesi eravamo sotto di circa 500 miliardi, quindi nel periodo gennaio-luglio l'incremento è stato di 400 miliardi rispetto alle previsioni». Nella prossima Finanziaria non si parlerà comunque di pensioni: «Non è un tema, oggi, politicamente approcciatile», assicura Paolo Onofri, consigliere economico del presidente del Consiglio, che conferma in un'intervista al Sole 24 Ore: «La riforma Dini prevede un appuntamento di verifica nel 2005 per il metodo di calcolo contributivo. Potrebbe diventare quella la data utile per riflettere su ciò che starà accadendo alle ge¬ stioni dei diversi fondi». Per Onofri la verifica dovrà riguardare insieme previdenza e Welfare, ma finora si può cominciare a ragionare sulla riduzione del costo del lavoro. Dietro la polemica sui conti Inps, secondo il segretario generale della Uil Pietro Larizza si nascondono ragioni politiche «che riguardano il ricambio alla presidenza dell'Inps e il famigerato rimpasto di cui da tempo si parla con riferimento anche al ministro del Lavoro Treu». Larizza se la prende anche con il sottosegretario al Tesoro Giarda, il quale alcuni giorni fa aveva espresso alcune preoccupazioni sull'andamento della spesa pensionistica: «Il professor Giarda - afferma Larizza parla sempre di previdenza, ma stranamente non fa sentire la sua voce per chiarire che quella del debito dell'Inps è la solita bufala in cui il creditore Inps ancora una volta diventa debitore dello Stato», [r. e. s.]
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