Russia, allarme rosso per le banche di Anna Zafesova
Russia, allarme rosso per le banche La situazione del debito precipita. Code per ritirare i soldi. Anche la Visa sospende i prelievi in dollari Russia, allarme rosso per le banche Si temono crack a catena. Fuggono i capitali MOSCA NOSTRO SERVIZIO Dopo il terremoto di lunedì scorso, con la svalutazione del rublo e l'annuncio che lo Stato non è più in grado di rispettare i suoi impegni, la Russia conta ogni giorno nuovi danni. Ieri, dopo aver quasi domato la caduta del rublo che ha perso solo mezzo copeco, il governo e la Banca centrale si sono trovati di fronte a un altro problema drammatico: il sistema bancario russo non ha retto alla tempesta della crisi ed è prossimo a un collasso. A dire il vero, i risparmiatori se ne erano accorti già venerdì scorso quando alcune banche avevano staccato i loro bancomat. Da lunedì poi tutte le banche hanno introdotto limiti al ritiro di contanti, mentre alcune banche si sono perfino rifiutate di pagare. Gli sportelli vengono assediati da clienti disperati che cercano di salvare i loro soldi in una corsa contro il tempo. Anchela Visa ha deciso di sospendere i prelievi in valuta; la carta di credito servirà ad acquistare beni e servizi. Ieri il vicepresidente della Banca centrale Serghej Aleksascenko ha fatto il punto della situazione: «La maggioranza delle banche commerciali russe potrebbe ritrovarsi incapace di rispettare i propri impegni». Il crollo del mercato dei titoli di Stato - principale fonte di profitto per la maggior parte degli istituti di credito - e il panico ira i clienti hanno portato le banche a una drammatica crisi. Che si fa sentire soprattutto nelle relazioni con partner stranieri. Aleksascenko ha rivelato che il primo luglio il debito delle banche russe nei confronti di quelle occidentali era arrivato a 19,2 miliardi di dollari, di cui 16,4 miliardi dovevano maturare entro la line dell'anno. Una situazione che, secondo il vicepresidente della Banca centrale, crea un grave pericolo per l'esistenza stessa del sistema bancario russo e, quindi, per la sicurezza nazionale. Una crisi che non è solo di liquidità, ma innanzitutto di fiducia, sia da parte dei connazionali che dei partner stranieri. Secondo Aleksascenko, solo nel periodo da maggio alla metà di agosto - cioè quando la Russia ha cominciato ad accusare i colpi della crisi finanziaria - la fuga di capitali dal Paese ha raggiunti i 4 miliardi di dollari. Se poi si tiene conto del fatto che i soldi hanno cominciato ad abbandonare la Russia in massa dopo la crisi del governo di marzo e che, di solito, le cifre ufficiali sono ben al di sotto di quelle reali, è evidente che le banche russe hanno ricevuto un colpo dal quale potrebbero non riprendersi. Secondo la Banca centrale, la sospensione dei pagamenti sui debiti con l'estero per 90 giorni, proclamata dal governo lunedì, potrebbe aiutare le banche a superare la crisi. Ma gli istituti russi soffrono di un'acuta mancanza di fiducia dei loro partner. Le agenzie economiche internazionali hanno già abbassato il rating delle banche russe al minimo possibile e molti istituti esteri si rifiutano di concedere crediti ai loro partner moscoviti. Per fermare il caos il governatore della Banca centrale Serghej Dubinin ieri è stato costretto a rivolgersi ai russi con l'appello a non soccombere al panico e non correre a ritirare i loro soldi. Dubinin ha prò- messo di estendere le garanzie dello Stato - «al 100 per cento» - a tutti i depositi bancari. Fino a ieri l'unica a godere di questo privilegio era la Sberbank, il gigante statale che vanta l'80 per cento di tutti i conti privati dei russi. Ma si tratta evidentemente di una mossa psicolo¬ gica, non sostenuta da nessuna base economica. Il governo ha anche incoraggiato nei giorni scorsi la formazione di un «pool» di 12 banche maggiori, facendo capire che questi istituti legati al potere da molteplici interessi economici e politici - si sareb¬ bero salvati. Ma si è subito scoperto che la metà dei dodici privilegiati era prossima alla bancarotta e che, nonostante l'impegno a sostenersi a vicenda, i membri del «pool» rifiutavano di accettare pagamenti reciproci, temendo che poi si rivelassero insolventi. La situazione nel sistema bancario è poi peggiorata ulteriormente dopo che il governo ha rinviato l'annuncio delle regole per il nuovo mercato dei titoli statali, inizialmente previsto per mercoledì scorso. Le banche si sono trovate così ad affrontare altri tre giorni di incertezza e panico. Qualcuno afferma che le autorità l'abbiano fatto di proposito: «Così lunedì prossimo sarà più facile distinguere le banche morte da quelle ancora vive», ha commentato un quotidiano moscovita. In base al pronostico del ministro delle Finanze Mikhail Zadornov, alla crisi seguita alla svalutazione del rublo potrebbero sopravvivere appena 30 delle 1500 banche attualmente esistenti. Anna Zafesova (DEAEPAI1HH Moscoviti in coda davanti alle banche per ritirare i soldi
Persone citate: Dubinin, Mikhail Zadornov
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