L'addio a donna Francesca

L'addio a donna Francesca L'addio a donna Francesca Francesca De Gasperi: si è spenta ieri a 103 la vedova dello statista democristiano La loro storia va di pari passo con la Storia, che cancella l'impero asburgico, ricongiunge Trento all'Italia, vede l'arrivo di Mussolini: De Gasperi nel 1921 è a Roma, deputato per le valli di Fiemme e di Fassa. Nel 1922 sposa Francesca, il «sontuoso» viaggio di nozze tocca Roma, Napoli, Capri. Dopo pochi mesi, la marcia su Roma: il fascismo porterà entrambi in carcere, nel marzo 1927, lui a Regina Coeli, lei alle Mantellate. «Rimasi in cella per 11 giorni - raccontava - con la pelliccia addosso per il freddo. Non mi sono mai svestita. C'erano le cimici... Hanno proposto di fare santo Alcide. Sarà stato anche un santo, ma mi ha portato in carcere...» Per i De Gasperi sono anni bui, di solitudine, battaglie perdute, speranze deluse. Poi, la guerra, e infine la ricostruzione di un'italia devastata e umiliata. De Gasperi sarà presidente del Consiglio dal 1945 al 1953, impresa appassionante e terribile. Francesca è sempre accanto, discreta, intelligente, sensibile. «Una grande donna», è la parola che oggi tutti usano per ricordarla, da Mancino a Buttiglione, da Casini a Bianco, divisi dalla politica ma ancora uniti dalla forza di certi ricordi. Ma la Storia si fermava quando i De Gasperi, in agosto, tornavano a Borgo Valsugana, dove la mano dello statista segnava puntuale arrivi e partenze della famiglia, le quattro fighe Maria Romana, Paola, Lia e Lucia (la figlia suora morta nel 1966), e poi 5 nipoti e 8 bisnipoti. «Quanti volti, quanti ricordi - diceva Francesca il giorno del suo centesimo compleanno -. I ricordi io li ho chiusi in molti cassetti. Ma ho perso la chiave». La chiave è certo nascosta h, sotto la quercia davanti alla grande casa, tra i prati, i boschi, le amatissime montagne. «Alcide aveva queste nostre montagne nel cuore - lo descriveva lei -. Per questo era un uomo tutto di un pezzo, che nascondeva i momenti di tenerezza dietro uno sguardo severo. La montagna è una maestra dura». «Eppure vi sentivo ridere, nella vostra camera-la rimbeccava la figlia -, Lo divertivi». Francesca, allora, sorrideva: «Ci volevamo bene». Raffaella Silìpo La vedova De Gasperi è morta 44 anni esatti dopo lo statista TRA dieci giorni avrebbe compiuto 104 anni, ma Donna Francesca non è arrivata all'appuntamento. Si è spenta serenamente ieri, nella sua casa romana, a 44 anni esatti di distanza dal marito Alcide De Gasperi. Proprio il 19 agosto del 1954, nella grande casa di famiglia a Borgo Valsugana, tra le sue montagne, era infatti scomparso lo statista trentino. Il mondo era un altro ma le montagne erano le stesse, un secolo fa, quando Francesca nasceva, da un noto commerciante di cereali e dalla signora Ida, «la più bella donna della valle». In Trentino regna Francesco Giuseppe, Imperatore d'Austria, le «terre irredente» non ancora conquistate all'Italia. Francesca ha un'educazione mitteleuropea, studia a Monaco e Londra, viaggia con la famiglia. E' poco più che una ragazzina, ma già alta, sottile, elegante come sarebbe sempre stata («taglia mannequin» la chiamava De Gasperi) quando conosce lui, amico del fratello, più vecchio di 13 anni e già uomo importante, deputato al Parlamento di Vienna. L'amore, nato tra le escursioni in montagna e le feste da ballo, è romantico e appassionato, pieno di ideali. Lui le scrive: «Ti voglio libera compagna, amica di pari iniziativa, indipendente, e nulla mi ripugna di più che il farti da maestro e frugare nella tua coscienza. Ho un grande temperamento fisico... ne senti la stretta quando le mie braccia si chiudono intorno al tuo bel corpo».