«Patto di ferro con Rabat»

«Patto di ferro con Rabat» L'EMERGENZA CLANDESTINI OROMA TTENUTO da Rabat lo sblocco del rimpatri dei clandestini marocchini, il ministro dell'Interno, Giorgio Napolitano, si accinge a compiere un nuovo passo per concretizzare la collaborazione con il Nord Africa contro i trafficanti di uomini: la prossima settimana andrà in Tunisia per discutere di cooperazione fra polizie e flussi migratori regolari verso l'Italia. L'ambasciatore tunisino a Roma, Azouz Ennifar, assieme a Viminale e Farnesina sta mettendo a punto i dettagli dell'agenda che prevede al momento incontri di lavoro il 26 e 27 agosto con il ministro degli Interni, Ali Chaouche, ed il ministro degli Esteri, Said Ben Mustapha. Non si esclude un colloquio con il presidente Zine al-Abidine Ben Ali. La visita di Napolitano segue la sigla a Roma, il 6 agosto, dell'accordo di riammissione fra Italia e Tunisia. Le autorità tunisine contano di poter affrontare con Napolitano la questione della «quota» di immigrati legali in Italia che gli spetterà nel decreto sui flussi triennali che il Viminale sta ultimando. «Sia la Tunisia che il Marocco ci chiedono di determinare tali quote», conferma Bruno Ferrante, capo di gabinetto di Napolitano, «perché la nuova legge prevede di assegnare in via preferenziale quote riservate agli Stati con i quali si siano conclusi accordi per la disciplina dei flussi e delle procedure di riammissione». «Il Marocco comunque con circa 110 mila persone costituisce la comunità più numerosa di immigrati extracomunitari già presente in Italia e - aggiunge - alle nostre autorità consolari sono state presentate nel 1998 oltre 4000 domande di ricongiungimento familiare». I contatti con Marocco e Tunisia sulla definizione delle quote per il triennio 1998-2000 si sono intensificati nell'imminenza della modifica del decreto che prevede per ora solo l'entrata di 20 mila immigrati legali nel 1998. A Tunisi si parlerà comunque soprattutto della collaborazione tecnica tra forze di sicurezza contro i clandestini prevista dall'accordo di riammissione. Ovvero di tempi e modi per la già annunciata realizzazione di campi di accoglienza per i «rientranti» e per la fornitura di motovedette, radar, metal Non si arrestano gli arrivi di immigrati in Italia detector e strumenti di controllo della navigazione sotto costa. Per quanto riguarda il Marocco, ieri si sono registrate dall'aeroporto di Fiumicino le prima partenze dei 169 espulsi verso Casablanca su singoli voli dell'Alitalia e dell'Air Marce - preferiti ai troppo vistosi charter su specifica richiesta di Rabat - mentre gli altri restano per il momento nel centro di Ponte Galena a Roma. «E' uno dei risultati degli accordi di Rabat - afferma Ferrante - che consentono una piena e corretta applicazione della nuova legge sull'immigrazione». Il Viminale prevede zazione dei campi di accoglienza per i marocchini rimpatriati alla cui predisposizione «siamo pronti a dare un aiuto», sottolinea Ferrante. Secondo: il contributo italiano all'informatizzazione della banca dati marocchina con le impronte digitali - decisiva per l'identificazione dei clandestini - dove la ricerca avviene ancora manualmente. Sono i primi passi verso la riunione della commissione mista bilaterale, forse entro la fine dell'anno. «I fatti stanno dimostrando - osserva il capo di gabinetto di Napolitano - che la nuova legge ha resistito all'offensiva dei trafficanti di uomini e sta iniziando a dare i suoi frutti, garantendo solidarietà ed accoglienza per gli immigrati legali, di cui ha bisogno nell'ambito di quote prestabilite anche la nostra economia, e rigore nei confronti di coloro che cercano di entrare clandestinamente nel nostro Paese spesso a rischio della loro vita». Maurizio Molinari che, con partenze giornaliere, tutti e 169 i clandestini marocchini arrivati in luglio saranno rimpatriati entro lunedì. In numero dei nordafricani rimpatriati da inizio agosto ha raggiunto ieri il numero di 600, di cui 425 tunisini. Il blitz di Napolitano a Rabat ha permesso anche «di preve¬ dere - spiega Ferrante, che lo ha accompagnato - la firma del protocollo esecutivo dell'accordo di riammissione entro metà settembre» e grazie alla quale non dovrebbero esserci più ritardi nei rimpatri. A Rabat si sono poi affrontati due dei capitoli-chiave per la lotta ai clandestini. Primo: la realiz¬ «Patto di ferro con Rabat» 7/ blitz di Napolitano: li aiuteremo così L'Italia contribuirà a costruire centri d'accoglienza e una banca dati in Marocco