Lira di Del Piero: non sono dopato di Enrico Singer

Lira di Del Piero: non sono dopato Roma, Lippi rinnova le accuse a Zeman: «Giusto fare chiarezza, ma chi spara a vanvera va punito» Lira di Del Piero: non sono dopato // bianconero si ribella a una domanda e lascia la sala stampa ROMA. Alla fine la più felice di tutti è Alessandra. Una ragazzina di undici anni che è riuscita ad avere l'autografo di Alex Del Piero. Stringe quel foglietto di diario quasi per difenderlo dalle altre persone che assediano il calciatore e Marcello Lippi che è con lui e che cerca di infilarsi nell'auto. Già, perché per la prima volta da quando è cominciata l'inchiesta romana su calcio e farmaci, di fronte al palazzone rosso del Coni ci sono i tifosi con le macchine fotografiche e con penna e carta per gli autografi. Creatina o non creatina, il clima è di festa. Ci sono gruppi che attendono dalle due del pomeriggio un appuntamento che è previsto per le 16,30, ma che slitta per un ritardo dell'aereo. Quando, alle 17,10, arrivano le due automobili della mini-carovana juventina, sono applausi e nomi gridati. Marcello Lippi, Alessandro Del Piero, Daniel Fonseca, Mark Iuliano e Fabio Pecchia, però, sono venuti per rispondere alle domande della Procura antidoping e si infilano oltre la grande porta di vetro a passo di corsa. Con i poliziotti di quattro volanti che tengono a bada la gente. Fuori non resta che prepararsi a un'altra lunga attesa e intrecciare i commenti. «La creatina? Io la prendo e mi fa bene», afferma un giovanotto che dice di giocare con una squadra di dilettanti laziale. «A me piace Del Piero e basta. Sono tifoso del Milan, ma i campioni sono campioni» taglia corto un ragazzo con la maglia della nazionale azzurra. «Il doping è una cosa, gli integratori un'altra. Io li prendo anche prima degli esami...». Nel piazzale del Coni si rinnova il confronto-tormentone sui farmaci. Dentro, nella Sala dei Presi- denti prestata alla Procura antidoping, si parla della stessa questione. Le audizioni della pattuglia juventina durano, in tutto, un'ora e mezzo. Per primo è ascoltato Marcello Lippi, poi tocca ai giocatori. E, alla fine, l'allenatore in compagnia di Alessandro Del Piero si presenta in una saletta per una conferenza stampa. «Siamo venuti qui con grande serenità e anche molto volentieri per dare il nostro contributo, così come hanno fatto altri professionisti del calcio. Sull'esigenza di fare chiarezza su un argomento così importante, siamo tutti d'accordo», dice Lippi. L'impiego di creatina come reintegratore non è una novità ed è comune a tanti club. Oltre ad essere lecito. «Condivido in pieno, al mille per cento, alla grande, tutto quello che abbiamo fatto finora», dice ancora Marcello Lippi. Ma, allora, un polverone inutile? «Dire che bisogna essere tutti bravi, tutti buoni va bene. Sono d'accordo. Siamo tutti disponibili alla massima chiarez¬ za. Sono meno disponibile quando ci sentiamo tirati in ballo, come è stato fatto con Del Piero e con Vialli». Marcello Lippi non pronuncia il nome di Zdenek Zeman, ma la sua ultima frase è per l'allenatore della Roma: «Quando una persona si alza la mattina e decide di fare dei nomi e, poco dopo, si dimostra che non è vero niente, dovrebbe essere punita». Lippi si allontana. La parola passa a Del Piero. Ma questa parte della conferenza stampa dura pochi minuti perché una domanda - «Lei si sente dopato?» - spinge il giocatore ad alzarsi e ad imboccare la porta. «Allora lasciamo perdere...», sussurra Alex Del Piero nei microfoni e se ne va. Un attimo prima aveva detto che era «perfettamente a conoscenza degli integratori che prendevo» e che al presidente della Procura antidoping aveva appena «ripetuto quanto già dichiarato al magistrato di Torino». Ma poi quel sospetto di doping rilanciato alla terza domanda - che ha subito innescato una polemica anche tra i giornalisti - è stato come uno schiaffo per Del Piero. Ma bastano poche decine di metri di corridoi e, fuori, riesplode l'urlo della gente che ha atteso a caccia di foto e autografi. Sui volti torna il sorriso. Dice Fabio Pecchia: «Tutta questa storia sarà una molla per la Juventus, un nuovo stimolo per ottenere di più, per continuare a vincere». Sugli integratori, Pecchia è tranquillo: «Lavoriamo moltissimo e soltanto con i pasti non riuscirem¬ mo a recuperare». Me esiste un complotto anti-Juve? «Non so se davvero esistano complotti; certo è che noi siamo i più forti». Sono ormai le sette di sera passate. Al Foro Italico cominciano ad affluire i tifosi della Lazio che sta per giocare un'amichevole con la Fiorentina. E la pattuglia juventina riprende la strada dell'aeroporto. In mattinata, la Procura antidoping aveva ascoltato il giocatore del Parma Diego Fuser (ex Lazio) e Azelio Vicini, presidente dell'Associazione italiana allenatori ed ex et azzurro. Fuser ha ricordato che nella Lazio di Zeman «girava la creatina come integratore». Ma questo, per Fuser «è una cosa normale che sanno già tutti» e il giocatore si chiede «perché mai Zeman abbia sollevato tutto questo polverone». Vicini non è dello stesso parere. «Gli integratori, che tre o quattro anni fa sembravano un fatto di evoluzione scientifica, adesso in certi casi dividono anche gli esperti». Per questo, secondo Vicini «una riflessione è utile». Questo è anche il parere che ha ripetuto ieri sera il presidente della Procura antidoping, Ugo Longo, «preoccupato soprattutto dai trattamenti diversi tra squadra e squadra» che «richiederebbero un intervento chiarificatore da parte della Federazione». Longo ha anche raccontato che, da quanto ascoltato dai gicatori della Juve «in linea di massima i bianconeri assumerebbero due misurini da due grammi di creatina». Non tutti però, «perché Del Piero ha detto di farne uso soltanto in particolari circostanze e di essere, anzi, contrario all'uso indiscriminato degli integratori». Enrico Singer Fuser conferma Negro: «Nella Lazio di Zeman girava la creatina come integratore» Ispezione a sorpresa dei Nas nel laboratorio analisi del Coni Centinaia di tifosi bianconeri hanno circondato e applaudito a lungo Lippi e Del Piero all'arrivo al Coni

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