«Attenti, è pericolosa» di Fabio Martini
«Attenti, è pericolosa» IL SENATORE GUIDO CALVI «Attenti, è pericolosa» // no dell'avvocato della Quercia ROMA. L'avvocalo di fiducia di Botteghe Oscure, il senatore Guido Calvi, frena subito gli entusiasmi di mezzo agosto: «La commissione parlamentare di inchiesta su Tangentopoli, così come è stata richiesta dal Polo, non ha la minima possibilità di essere prefigurata». Una doccia fredda sui tanti che in queste ore - nel Polo ma anche nelJ'Ulivo - fanno capire che la commissione potrebbe essere la bacchetta magica che può fare il miracolo: riawicinare Polo e Ulivo sull'eterna querelle della giustizia. Cinquantantotto anni, difensore, tra i tanti, di Pietro Valpreda, Pier Paolo Pasolini, Silvia Baraldini, Calvi è l'avvocato di Botteghe Oscure in alcune delie cause più delicate, quelle che riguardano l'onorabilità del partito e dei suoi leader. Senatore Calvi, perché tanti timori verso questa commissione? «Nessuna obiezione di principio, è solo un problema di opportunità giuridica e politica. La commissione fu chiesta, all'indomani della condanna di Berlusconi davanti al tribunale di Milano e la richiesta fu accompagnata da giudizi a dir poco stupefacenti». Tra le ragioni c'era il forte dubbio che le inchieste siano state reticenti o comunque inefficaci nei confronti del pci-pds... «Ci sono stati eccessi da parte dei magistrati? Vi sono state sentenze di appello, si è pronunciata la Cassazione e in ogni caso possiamo ridiscutere i meccanismi processuali, i] problema è che nella richiesta del Polo c'era ben altro...». Sarebbe a dire? «Si arrivò persino a dire che la commissione avrebbe dovuto accertare il livello di criminalità della magistratura! Ora davanti ad af- fermazioni di questo genere è chiaro che la commissione non ha la minima possibilità di essere prefigurata». L'ultima assemblea dei senatori ds è stata senza appello? «Quella assemblea è stata un po' mitizzata. E' stata una delle tante riunioni del gruppo del Senato - un gruppo gestito in modo molto democratico da Cesare Salvi - e sulla Commissione mi sembra non ci sia stata una voce di aperto dissenso rispetto a chi esprimeva preoccupazioni». Lei vuol dire che tra i senatori ((diessini)) la commissione non passerà mai? «Dico che il gruppo della sinistra democratica, al Senato in modo unanime ma anche alla Camera in modo molto ampio, hanno espresso una opposizione netta e ferma rispetto all'impostazione del Polo». Dunque non se ne parli più? «Le commissioni di inchiesta nascono davanti ad emergenze, a situazioni di crisi. Se formulata in termini corretti, non ci sono problemi a discutere l'eventualità di istituire la commissione. Ma a me appare inopportuna e credo nasconda pericoli nei confronti delle istituzioni». Scusi Calvi, ma la commissione di inchiesta o ha poteri o non ha senso: cercare una terza via, una commissione edulcorata, non è un po' paradossale? «Esattamente questo è il punto. La commissione deve avere poteri ampi, sennò che commissione è?». I popolari continuano a chiederla... «Certo, loro fanno parte della maggioranza e dunque occorrerà una verifica». E il governo? Se ne può lavare le mani? «No, anche il governo deve esprimersi: vorrei sapere cosa ne pensa il ministro di Grazia e Giustizia». E intanto i toni del Polo sembrano ammorbiditi... «Lo so, ma non so quanto sia cambiata la sostanza. La vicenda del giudice Lombardini ha dimostrato una volta ancora quanto si sia lontani da un rapporto civile con le istituzioni. La commissione Antimafia si era già occupata del problema dei sequestri e della Sardegna. I sospetti, come ha dichiarato il presidente Del Turco, erano già stati adombrati all'interno di una commissione di cui fa parte anche l'opposizione». Al suo collega di partito Brutti basta che il Polo «abbassi i toni» per discutere della commissione... «La commissione se si fa, deve avere poteri ampi e finalità ben precise. Altrimenti rischia di essere un compromesso inaccettabile oppure una commissione inutile. La Corte Costituzionale si è già occupata dei poteri di una commissione parlamentare. Tra i limiti, l'impossibilità di "rileggere" sentenze e interventi della magistratura». Su questo tema la Consulta si è espressa nell'anno... «Nell'anno 1975. In tempi non sospetti». Fabio Martini «Nessuna obiezione di principio: è inaccettabile come l'ha richiesta il Polo» Il senatore diessino Guido Calvi «Nessuna obiezione di principio, è solo un problema di opportunità giuridica e politica»
Persone citate: Berlusconi, Cesare Salvi, Del Turco, Guido Calvi, Lombardini, Pier Paolo Pasolini, Pietro Valpreda, Silvia Baraldini
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