«Solo io posso fermare i sequestri»

«Solo io posso fermare i sequestri» I DIALOGHI INTERCETTATI «Solo io posso fermare i sequestri» Le istruzioni del giudice ai fedelissimi ROMA ALLE carte che in questi giorni hanno potuto leggere al Csm e al ministero di Grazia e Giustizia - testo dell'interrogatorio, intercettazioni, relazione riepilogativa - emerge una storia inedita. La storia di un contatto compromettente tra Luigi Lombardini e un ex ufficiale dei carabinieri, Vincenzo Rosati. Uno dei suoi «indiani», come chiamava i fedelissimi. «Tu vai e digli che solo io sono in grado di contrastare i sequestri. Che solo io ce la posso fare. Parla di me», diceva Lombardini, nel maggio scorso, all'ex ufficiale dei carabinieri. Si riferiva a un'audizione davanti alla commissione Antimafia. Rosati era stato convocato dall'Antimafia, sottogruppo di lavoro sui sequestri di persona, per raccontare la sua brillante e controversa storia di ufficiale dei carabinieri: in prima linea a Tempio Pausania contro i sequestri, poi a Firenze al Nucleo operativo, in rotta con la Procura fiorentina nel 1988. Rosati seguiva in quel momento il sequestro di Esteranne Ricca e preferì le indicazioni di Lombardini piuttosto che quelle del magistrato competente, Pier Luigi Vigna. Rosati preferì cioè pagare il riscatto (linea Lombardini) anziché chiudere le trattative (linea Vigna). Andò a Orgosolo con un emissario della famiglia e 600 milioni in una valigetta. La sua storia finì con uno scandalo e un pensionamento anticipato. Lombardini si salvò dall'accusa di falsa te¬ stimonianza grazie a un'amnistia. Ebbene Rosati viene chiamato a incontrare i parlamentari dell'Antimafia che stanno approfondendo appunto la storia del blocco dei beni. I prò e i contro. Qualche giorno prima dell'incontro a San Macuto, però. Rosati si vede con Lombardini. «Ma chi è questo Pardini?». «Mi sono informato, è un cardiologo di Brescia». «Ahh...». «Che dico?». «Digli tutto. Parlagli pure male di me. Ma digli che sono l'unico che se ne intende. L'unico che sa come battere i sequestri in Sardegna». Finita l'audizione, c'è un secondo contatto. «E' andato tutto bene. Ho parlato solo in generale dell'attività di polizia giudiziaria». E forse a questo episodio faceva riferimento il senatore Alessandro Pardini, quando ieri diceva al quotidiano Repubblica: «Lombardini si era attivato per sapere cosa avevamo fatto, che conclusioni avevamo raggiunto. Aveva paura che facessimo emergere l'area grigia dei mediatori». Lombardini, insomma, aveva paura non solo della procura di Giancarlo Caselli, ma anche dell'Antimafia di Ottaviano Del Turco. Aveva ben chiaro che intorno a lui si stava stringendo una morsa terribile tra provvedimenti disciplinari, inchieste penali e indagini parlamentari. Il giudice Lombardini, lo ammettono anche i suoi amici, era posseduto da un demone che lo stava portando all'inferno: il cruccio di essere stato allontanato dalla prima linea. Non riusciva a fare a meno delle indagini. E continuava a farle, non autorizzate, tramite i «suoi» uomini. Persone di totale fiducia, pronte a tutto. Uno era appunto l'ex carabiniere Rosati. Un altro era il colonnello Sergio Frau, ex comandante dei carabinieri di Nuoro, oggi deceduto. «Non voglio parlare di questa storia - dice Giuseppe Aleffi, che oggi è un deputato di Forza Italia, ex colonnello dei carabinieri, grande amico di Lombardini - perche conosco poco la vicenda. Per me è un grande dolore. Lombardini lo conoscevo bene e lo stimavo. Mi viene da ridere quando leggo di strutture occulte e parallele. Però è anche vero, e scontato ai miei occhi, che un magistrato del genere avesse una rete di informatori. E una rete del genere non può mica cessare da un giorno all'altro perché uno ha cambiato poltrona. Specialmente in Sardegna dove l'informatore parla non per soldi, ma per stima. Quanto a Rosati e a Frau, erano ottimi ufficiali. Io stesso, lasciando Nuoro, avevo spinto per Frau perché era una sicurezza», [fra. gri.] In alto Caselli, Pintus e Flick. A sinistra, Luigi Lombardini

Luoghi citati: Brescia, Firenze, Nuoro, Orgosolo, Roma, Sardegna, Tempio Pausania