I Taleban: Bin Laden è vivo, in un luogo sicuro
I Taleban: Bin Laden è vivo, in un luogo sicuro I Taleban: Bin Laden è vivo, in un luogo sicuro KABUL. Osama Bin Laden, il terrorista miliardario, è sopravvissuto ai bombardamenti americani alle basi della sua organizzazione in Afghanistan. Lo ha annunciato un portavoce dei Taleban, il movimento integralista al potere in Afghanistan, subito dopo i raid aerei americani. «Bin Laden è sano e salvo e nessuno dei suoi compagni ha subito danni», ha dichiarato Ullah Abdullah, portavoce del taleban a Kandahar, capoluogo dell'Afghanistan meridionale. Nell'annunciare gli attacchi americani, il presidente Clinton aveva denunciato Bin Laden come cervello e finanziatore degli attentati africani, ma non aveva indicato che la sua uccisione fosse tra gli obiettivi dei raid aerei. Qualche ora dopo il leader supremo dei Taleban afghani ha ribadito che il suo movimento non consegnerà mai agli Stati Uniti l'integralista saudita e ha condannato gli attacchi americani contro sue asserite basi, delle quali ha smentito l'esistenza. «I raid di oggi - ha dichiarato il mullah Mohammad Omar - hanno dimostrato l'inimicizia degli Usa verso il popolo afghano». «Condanniamo fermamente l'attacco americano, questo attacco non è contro Osama, ma è una dimostrazione di inimicizia verso il popolo afghano», ha detto Omar. Ha poi aggiunto che Bin Laden è stato trasferito in una località ignota e ha aggiunto: «Non potremo mai consegnarlo all'America». E ancora, ha smentito l'esistenza di basi del miliardario saudita nel Paese. «Non c'è nessun campo di Osama Bin Laden in Afghanistan», ha dichiarato Omar. «Abbiamo già chiuso i suoi campi», ha aggiunto. In Sudan la televisione di Stato ieri sera ha improvvisamente interrotto i programmi regolari per annunciare che aerei militari americani avevano bombardato «obiettivi strategici» sul loro territorio. Il ministro dell'Interno, Abdelrahim Mohamed Hussein, in una dichiarazione rilasciata alla Cnn ha denunciato violentemente l'attacco. «Il Sudan è stato sottoposto a un ingiusto attacco aereo da parte di aerei americani che hanno puntato su obiettivi strategici». Senza precisare quali fossero questi obiettivi, la tv di Stato ha riferito tuttavia che le bombe avevano colpito lo stabilimento farmaceutico Al-Shifa situato a Khartoum. Il ministro della Difesa americano William Cohen nella sua conferenza stampa al Pentagono ha parlato di «fabbrica di armi chimi¬ che». Ma il ministro lo ha negato categoricamente: «Non si tratta di armi chimiche, è una fabbrica di medicine, non abbiamo fabbriche di armi chimiche nel nostro Paese», ha detto. Il ministro dell'Informazione sudanese Ghazi Salah-Eddin ha denunciato l'attacco americano come «atto criminale» e ha accusato Clinton di avere predisposto l'azione per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica americana e internazionale dallo scandalo sessuale in cui è coinvolto. «Non ho nessun dubbio su questo», ha sottolineato. Il ministro, intervenendo in tv, ha fornito questi dettagli dell'incursione: «Vi hanno partecipato due aerei che hanno lanciato un razzo illuminante per vedere meglio il posto, seguito da cinque missili che hanno colpito la fabbrica farmaceutica Al-Shifa alle 19,15». Il governatore della città Majthob al-Khalifa ha aggiunto che l'impianto, «di proprietà privata», è stato «totalmente distrutto» e che numerose persone che vi lavoravano sono rimaste ferite: inoltre, mancano all'appello alcuni operai e si teme che siano rimasti bloccati nellA fabbrica in fiamme: sul posto sono accorsi i vigili del fuoco per cercare di spegnere l'incendio. «Il governo di Khartoum ha concluso - sta esaminando l'eventualità di denunciare gli Stati Uniti davanti alla Corte internazionale di giustizia. [Ansa-Agi] A sinistra, il Presidente sudanese Omar Ei Bashir A destra, il Presidente Clinton sale sull'Air Force One a Martha's Vineyard per fare ritorno a Washington
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