Un giorno di guerra per Clinton

Un giorno di guerra per Clinton L'annuncio mentre la Lewinsky testimonia da Starr: avevamo informazioni Un giorno di guerra per Clinton Missili contro terroristi in Sudan e Afghanistan NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Bill Clinton ha lanciato un attacco a sorpresa contro i «santuari» dei terroristi di Osama Bin Laden in Afghanistan e contro uno stabilimento farmaceutico poco fuori Kartum, nel Sudan, dove secondo gli americani si costruivano in realtà ordigni biologici. L'attacco è stato annunciato dal Presidente americano da Martha's Vineyard, l'isola in cui si trovava in vacanza, proprio mentre a Washington era in corso la seconda deposizione di Monica Lewinsky. Le emittenti televisive, fino a quel momento tutte impegnate a cercare di immaginare quali domande il procuratore speciale Kenneth Starr stesse rivolgendo alla ragazza, se ne subito dimenticate per concentrarsi su questo «atto di guerra». E stato necessario, ha detto Clinton, non solo perché il gruppo terrorista cui è stato rivolto - quello appunto del famigerato Osama Bin Laden, «forse il principale organizzatore e finanziatore del terrorismo internazionale del mondo d'oggi» - è stato indicato dai servizi segreti come il responsabile degli attentati del 7 agosto contro le ambasciate americane a Nairobi e Dar es Salaam, ma anche perché c'era l'indicazione - sempre proveniente dai «nostri e di altri» servizi segreti - di una nuova «immediata minaccia» e bisognava prevenirla. Così, dalle navi americane presenti nel Mar Rosso e nel Mare d'Arabia sono stati sparati dai 75 ai 100 missili «Cruise» contro sei località dell'Afghanistan e contro la frabbrica di Kartum. Oltretutto, ha detto ancora il Presidente, in una delle località dell'Afghanistan colpite, già nota agli americani come il luogo dove si addestrano «letteralmente migliaia di terroristi provenienti da tutto il mondo», era prevista «una riunione dei loro principali leader». L'obiettivo era dunque quello di colpirli, ma il Presidente non ha detto se è stato raggiunto. Dall'Afghanistan è giunta comunque notizia che Osama Bin Laden è uscito illeso dal bombardamento. «La loro missione è l'assassinio e la loro storia è sanguinosa», ha detto Clinton del gruppo di Osana Bin Laden. «Negli anni recenti hanno ucciso soldati americani, belgi e pakistani impegnati nelle operazioni dell'Onu in Somalia, hanno progettato l'asassinio del Presidente egiziano e del Papa e hanno tentato di far esplodere cinque aerei americani nella rotta del Pacifico». Ma sia chiaro, ha voluto aggiungere il Presidente, che «la nostra azione non è contro l'Islam, che è la fede di milioni di persone amanti della pace che vivono in tutto il mondo compresi gli Stati Uniti. Nessuna religione perdona l'assassinio di uomini, done e bambini innocenti. La nostra azione è stata diretta contro dei fanatici assassini che con le loro azioni profanano la stessa religione in nome della quale pretendono di agire». Immediatamente dopo l'annuncio dell'attacco, dato quando negli Stati Uniti erano circa le due del pomeriggio, le reazioni erano state abbastanza contrastanti. C'era chi aveva immediatamente deciso di appoggiare il Presidente e chi aveva espresso il sospetto che il suo fosse un tentativo di distogliere l'attenzione dalle sue vicende sessuali, Ma con il passar delle ore, va detto, questo sospetto è sembrato in qualche modo scemare. I maggiori esponenti repubblicani, Newt Gingrich e Trent Lott in testa, hanno subito espresso la loro appovazione per l'azione compiuta «nel modo giusto e al momento giusto» e perfino il senatore Jesse Helms, che ancora non perdona a Clinton il suo stratagemma per non applicare la legge contro chi commercia con Cuba, ha manifestato al Presidente un appoggio pressoché incondizionato. - Restano comunque i dubbi di gente come i senatori Dan Coats e Arlen Specter. Bisogna vedere esattamente le cose, conoscere le informazioni di cui il Presidente era in possesso, hanno detto, ma certo la scelta dei tempi è «alquanto sospetta». Forse proprio per parare queste considerazioni, Clinton nel suo secondo messaggio ha aggiunto un'informazione che nel primo non aveva dato, e cioè che la decisione di andare a bombardare i terroristi l'ha preso su «indicazione unanime» del Comitato per la Sicurezza Nazionale. Il retroscena è infatti che mentre lui cominciva la sua vacanza a Martha's Vineyard, inseguito dagli echi della faccenda Lewinsky, a Washington stavano lavorando per mettere insieme tutte le informazoni raccolte da quelli incaricati di indagare sugli attentati di Nairobi e Dar es Salaam. Quando è risultato chiaro che il gruppo di Omasa Bin Laden era quello da colpire e che in Afghanistan stava per avere luogo quella riunione di cui si è detto, il piano dell'azione è stato preparato, un colonnello è volato a Martha's Vineyard per mostrarlo a Clinton e lui lo ha subito firmato. Franco Pantarelli «Non sono sponsorizzati da nessuno ma sono molto pericolosi» E il repubblicano Gingrich è subito con lui: ben fatto nel momento giusto Ma altri leader politici sono più prudenti «Vogliamo sapere di più di questa operazione e perché è stata lanciata proprio in queste circostanze»