Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi «Ho 83 anni, sto diventando cieca, ma devo aspettare undici mesi per l'intervento alla cataratta!» - «Attente al Serpico in moto: è uno scippatore» - «Auto bloccata per 6 ore» - «Tutelata la libertà religiosa» Una lettrice ci scrive: «Devo dire la mia pena e a chi se non a voi? Negli anni 1958'59 affetta da glaucoma mi recai all'ospedale Maria Vittoria e, sottoposta ad una visita dal prof. Herr, ogni tre mesi un gentilissimo medico controllava l'andamento del malanno che mi affliggeva. Mi sono poi sempre curata con gli appropriati medicinali. «Nel 1997 sopravviene allo stesso occhio la cataratta. Il 19 dicembre vado a prenotare l'intervento presso lo stesso ospedale, vengo convocata per il 12 novembre di (Quest'anno. Sto per compiere R3 a mi ma grazie a Dio sono sana di lente e di corpo, non riesco ^ero più ad avventurarmi dr so'n per la strada e per le coi ipere. «Ora mi chiedo: l'assistenza sanitaria nazionale procrastinando a lungo termine gli interventi per i pazienti anziani spera che essi muoiano prima di essere operati? Sarebbe un be' risparmio. Ancora tre mesi di attesa mi spaventano, mi deprimono e temo di diventare cieca del tutto. Vorrei poter ancora leggere La Stampa, lo Specchio ai quali siamo abbonati, fare la maglia e sentirmi viva. Ma chi mi ascolta?». Teresa Marizza Calzia Una lettrice ci scrive: «L'altra sera, alle 21,15, ero con alcune amiche, anziane come me, nei pressi del Parco Ruffini, quando si è fermata una specie di moto con a bordo due individui vestiti da centauri e con tanto di casco. Quello seduto sul sellino posteriore dopo essere sceso mi si avvicinava e mi chiede un'informazione. Dopo che io gliel'ho data con tutta la gentilezza possibile, mi ctrappa di mano la borsetta con dentro del denaro, alcuni effetti personali e le chiavi di casa. Risale come un fulmine e riparte. «E' stata tanta la sorpresa che ingenuamente ho cercato di rincorrerlo chiedendogli di restituirmi le chiavi perché non potevo rientrare in casa...! Dopo lo choc, col senno di poi, vorrei mettere all'erta le persone rimaste in città: nel poco tempo a disposizione ho notato che il ladro era un tipo mingherlino, più basso che alto, scuro in volto, con un naso aquilino molto pronunciato, molto somigliante all'attore che interpreta Serpico. Così va il mondo». Segue la firma Un gruppo di lettori ci scrive: «Siamo residenti nella zona intorno a Torino Esposizioni; da quando è stata istituita la sosta a pagamento al vicino Valentino (linee blu) siamo assediati da vetture posteggiate nei modi più stravaganti possibili: sugli angoli, sui marciapiedi, sulle strisce pedonali ed in seconda fila, costringendo anziani e mamme col passeggino a passare nel mezzo di corso Dante per evitare gli ostacoli. «Siamo costretti quasi sempre, per rientrare in possesso della nostra auto, a rivolgerci al servizio rimozione. Il succitato servizio però, ultimamente, oltre a dare chiari segni di insofferenza già al telefono, interviene dopo parecchio tempo o addirittura non se ne cura nemmeno. Venti giorni fa ad esempio, sollecitato l'intervento alle ore 10,30, alle 17 l'auto era ancora bloccata». Seguono le firme Una lettrice ci scrive: «Vorrei rivolgermi alle 8 mamme testimoni di Geova che hanno scritto nei giorni scorsi. Certamente l'organizzazione scolastica può non essere perfetta ma la libertà religiosa è tutelata. Infatti chi non è credente o professa un credo diverso è esonerato dall'ora di religione. Quello che mi stupisce è la vostra discriminazione nei confronti degli insegnanti di religione. D'accordo, insegnano religione e sono cattolici, ma se in altre attività scolastiche sono capaci, corretti, non impongono la loro materia come possono creare difficoltà ai vostri figli? Con quale diritto si dovrebbe impedire loro di partecipare alle uscite, alle gite scolastiche se fanno parte del corpo insegnante? Solo perché insegnano una religione diversa dalla vostra? Come può la sola presenza fisica creare imbarazzo ai vostri figli? Questa mi sembra una vergognosa mancanza di rispetto umano. «Se chi non è testimone di Geova chidesse di essere tutelato dalla vostra predicazione visto che proprio voi fermate per strada ogni persona, offrite i vostri opuscoli, suonate a ogni porta con insistenza a volte ossessionante senza essere invitati e senza sapere se siete graditi, come vi sentireste? «Se i cattolici pretendessero che la vostra presenza fosse evitata ai loro figli per paura che creasse loro imbarazzo, come vi sentireste? «Io sono cattolica e catechista. Da anni, per vari motivi, ho rapporti con testimoni di Geova, ma fra noi c'è rispetto personale, umano e delle nostre diverse fedi religiose». Maria Luisa Cerutti

Persone citate: Calzia, Herr, Maria Luisa Cerutti, Ruffini, Serpico, Teresa Marizza

Luoghi citati: Torino