Il ruggito di Tilli: graziato, sfiora il podio di Giorgio Barberis

Il ruggito di Tilli: graziato, sfiora il podio Cancellata la squalifica per l'offesa al giudice, il romano a 36 anni arriva a soli 3 centesimi dal bronzo dei 100 Il ruggito di Tilli: graziato, sfiora il podio Arron, francese tinta d'arancio, regina dello sprint col record europeo BUDAPEST DAL NOSTRO INVIATO L'atletica del Vecchio Continente ritrova dignità grazie alle ragazze dello sprint: mai era capitato prima che in un 100 con 10"92 si restasse fuori dal podio. Protagonista assoluta Christine Arron, 24 anni, nata in Guadalupa da famiglia abbiente e nel 1992 trasferitasi in Francia, che quest'anno prima ancora che per le sue prestazioni si era fatta notare per il colore dei capelli, un bell'arancio. D'altronde il regno dello sprint pareva, fino a ieri, avere la sua attuale inattaccabile regina in Marion Jones. E invece la Arron, già quarta lo scorso anno ai Mondiali di Atene, ha incominciato a macinare tempi che la proiettavano sempre più vicina alla stella americana fino a un 10"85, venti giorni fa, che suscitò qualche smorfia perché ottenuto fuori dal giro dei meeting. Tanto più che mancò la conferma, pochi giorni dopo a Montecarlo, complice una sciagurata partenza. Ma la Arron stava preparando gli Europei: era il traguardo che sentiva di poter conquistare a dispetto dell'ucraina Pintusevich e della russa Privalova. E dopo aver dato saggio delle sue possibilità azzeccando anche la partenza, suo tallone d'Achille, in semifinale (10"81 il tempo), la bella Christine in finale ha compiuto un piccolo capolavoro. Uscita male (ahi, ahi) dai blocchi, non ha minimamente irrigidito la sua azione ma si è scatenata, elastica ed efficace, all'inseguimento della lanciatissima Privalova raggiungendola ai 75 metri o, se voghamo, a 8 falcate dal traguardo, per poi staccarla. «Chi dice che la mia forza deriva dai capelli, come quella di Sansone, non capisce niente ha poi scherzato -: i risultati sono il frutto del lavoro che faccio con il mio allenatore». E al proposito si può aggiungere che, «per potenziare muscoli e psiche», la Arron non disdegna di praticare le arti marziali, soprattutto il karaté. Vittoria, dunque, e primato europeo (migliorato di 4 centesimi, era della Privalova) con 10"73 che è la terza prestazione mondiale di sempre dopo il 10"49 di Fio Griffith e il 10"71 dTMarion Jones. Insomma, l'americana adesso è lì, a tiro. Vedremo nelle prossime gare. E dietro, la Privalova (10"83), la sorprendente greca Thanou (10"87, con 12 centesimi di miglioramento) e la Pintusevich (10"92) hanno fatto il resto. E mentre il pubblico, più che curarsi dello sprint, dedicava ogni attenzione alla finale del martello (due ungheresi ai primi due posti), anche i 100 maschili offrivano lo spettacolo di un talento in grado di affermarsi: Darren Campbell, 25 anni, britannico di colore. Il quale ha così dato continuità ai precedenti tre successi continentali di Lindford Christie, del quale, però, non vuole esser assolutamente considerato l'erede, così come la Arron non vuole essere paragonata alla Perec. Secondo si è piazzato Dwain Chambers, vent'anni, di cui avremo senz'altro molte occasioni di parlare in futuro, quindi il greco Papadias. Poi, a sorpresa, Stefano Tilli, autore di un piccolo capolavoro, dopo che, scusatosi per aver mancato di rispetto a un giudice, era stato riammesso in gara. Per il romano, a 36 anni, è il coronamento di una carriera più che dignitosa, e va ben al di là delle già rosee speranze di vederlo in finale: il tempo di 10"20 rappresenta la sua seconda prestazione di sempre. Quarto Tilli e quarto Simone Bianchi nel salto in lungo: l'Italia atletica prende così una boccata d'ossigeno dopo l'asfissia della prima giornata. Anche per il livornese, già protagonista due anni fa in Coppa Europa a Madrid, si tratta di una grossa soddisfazione, anche se il bronzo gli è sfuggito per soli quattro centimetri. Un sorriso ce lo ha regalato anche, nelle batterie dei 400, Ashi Saber, che ha migliorato di 31 centesimi il suo primato personale, con un tempo (45"64) che lo colloca al quinto posto della graduatoria all-time italiana. Oggi, per i sette podi in palio, nutriamo speranze legate a Mori, ammesso che recuperi perché ieri dopo la semifinale aveva nuovamente male al piede reduce da microfrattura, e nelle marciatrici dei 10 km. Dopo la delusione-Didoni, nessuno si sbilancia: gli ultimi test indicano nella Altri di la più in forma. Ma la Sidoti è grande agonista, mentre la Perrone, che Sandro Damilano giudica come «rassegnata», ha le qualità per il colpaccio. Delle avversarie, le più temute sono l'ungherese Urbanik e la romena Iovan, oltre a russe e bielorusse. Giorgio Barberis BUDAPEST '98 A T L E T- I K A I EURÓPA-BAJNOKSAG Stefano Tilli ha corso ieri il suo secondo 100 più veloce di sempre: con I0"20 si è piazzato quarto a sorpresa