Agnelli: Schumi è il più grande, come Pelé

Agnelli: Schumi è il più grande, come Pelé L'Avvocato, in visita ai box della Ferrari a Monza, è ottimista sull'esito del Mondiale: «Ora si può vincere» Agnelli: Schumi è il più grande, come Pelé «Ma se lui non fosse rimasto avremmo puntato su Villeneuve» DALIA JUVE ALLA F.l MONZA. OPO la tradizionale visita di martedì al primo amore (la Juve), Giovanni Agnelli ha dedicato ieri lo sue attenzioni sportive alla Ferrari, che vive con intensità la dura sfida con la McLaren. Elicottero bianco, trasferimento ai box su una Fiat Ulisse amaranto, un'ora di sosta con gli uomini di Maranello. L'incontro con i piloti, con i tecnici, discorsi lontani da occhi e microfoni indiscreti. Come sempre, l'Avvocato ha curiosato fra gli strumenti della telemetria, ha osservato da vicino le vetture, è stato al muretto a bordo pista quando Schumacher inanellava il suo giro più veloce della giornata. Disponibile, attento, molto abbronzato, sorridente e di buon umore, vestito in tela di Genova color azzurro, Agnelli non ha dribblato cronisti e fotografi ammassati intorno ed ha risposto divertito al fuoco di fila delle domande. Un'unica battuta riferita al calcio, ovviamente ai fatti di attualità: «Il doping alla Juve? Quando è scoppiato il caso ho chiesto ai miei e mi hanno assicurato che non c'è niente». C'è sostanza, invece, per quanto riguarda la Ferrari e la sua lunga corsa nel campionato di FI. L'Avvocato pensa che il titolo sia a portata di mano: «Quest'anno possiamo farcela. Certo che chi ha 7 punti di vantaggio a 4 gare dal termine sta meglio, ma noi siamo vicini. E' un testa a testa. Questa squadra se lo meriterebbe. Ci sono ancora 40 punti in palio. Il morale è ottimo. Bisognerà vedere la situazione dopo il Belgio. Se pensiamo al circuito di Spa, è perfetto per Schumacher. A Monza sarà difficile. Possibilità di lottare alla pari al Nuerburgring e poi l'avventura fi- naie a Suzuka». Domanda impietosa: rinuncerebbe a uno scudetto bianconero per un Mondiale a Maranello? «Guardi, ci tengo parecchio agli scudetti della Juve. Diciamo che ci tengo a tutti e due, uno non deve escludere l'altro. La Ferrari ha avversari formidabili, ma penso che sia meglio come valori umani e volontà. Il responsabile tecnico Ross Brawn ha fatto un buon lavoro. Ci vorrebbero almeno un paio di vittorie. Non so se la vettura modificata, più lunga, servirà per migliorare. Vedremo». Lei ha visto la gara di Budapest? «Avevo un impegno di lavoro in Svizzera. Prima ho guardato il via alla tivù. E ho notato Irvine che superava Damon Hill. Ma ho anche osservato le McLaren filare in testa. Mi sono immerso nella riunione e dopo una quarantina di minuti mi sono venuti ad avvertire che Schumacher era davanti. Ho detto alla gente che era con me: ci ritroviamo fra un'oretta». Agnelli ha avuto un franco colloquio con i due piloti. Dopo l'incontro con il tedesco e Irvine, gli è stato chiesto un paragone fra il contratto siglato da Schumacher per 200 miliardi sino al 2000 e la rinuncia a prendere Ronaldo perché «troppo caro». L'Avvocato ha risposto con decisione: «A parte il fatto che con Schumi non parlo mai direttamente di queste cose, sono due situazioni diverse. L'ingaggio del pilota è quasi interamente coperto dagli sponsor. Ro¬ naldo lo si sarebbe dovuto prendere quando giocava in Brasile o in Olanda. E comunque il Barcellona ha vinto il campionato anche senza di lui». Michael invece fa la differenza, se dovesse paragonarlo al miglior giocatore di sempre della Juve, quale nome farebbe? «Lo metterei alla pari con il miglior giocatore che non ho mai avuto: Pelé. Schumacher è sopra tutti. Dopo metterei Villeneuve. Se il tedesco non fosse restato in Ferrari, avremmo puntato sul canadese. Poi viene Hakkinen che mi sembra molto veloce soprattutto nelle qualificazioni, ricordano in parte Senna. Infine mi pare che Irvine sia leggermente sopra a Coulthard». E gli italiani? «Fisichella mi sembra bravo. Forse deve ancora fare un po' d'esperienza per avere continuità. 0 forse quest'anno la Benetton non ha una vettura molto competitiva. Trulli? Onestamente non lo conosco». Quel che conta comunque è la Ferrari, la speranza di portare a casa il titolo. «Certo. Sì, sì quest'anno la Ferrari potrebbe farcela». Anche perché qualche mese fa Montezemolo aveva detto: o ce la facciamo o andiamo tutti a casa... Giovanni Agnelli ha sorriso, si è finto sorpreso e ha concluso con una delle sue battute: «Forse Luca pensava a se stesso». Poco dopo partenza per l'eliporto, contromano nella corsia dei box, senza che nessuno osasse fermare la vettura nè comminare una multa. Nel pomeriggio un'altra visita illustre, sempre di Gruppo. Ai box Ferrari è comparso l'ingegner Paolo Cantarella. Discreto, l'amministratore delegato della Fiat ha parlato con piloti e tecnici e commentato con poche parole la visita: «Questo è un altro anno in cui la nostra competitività è stata elevata. E' importante essere in grado di competere bene. Come tifoso, italiano e ingegnere sono contento dei risultati della Ferrari. Anche per questa gente meravigliosa che la sostiene». E lancia uno sguardo alle tribune gremite dalla folla. Anche ieri 10 mila spettatori. Paganti. La Ferrari è sempre come una calamita. Oggi dovrebbero arrivare il presidente Luca Montezemolo e Jean Todt. Cristiano Chiavegato «La Juve e il doping? Scoppiato il caso, i miei mi hanno assicurato che non c'è niente» Cantarella: «E' competitiva l'Italia delle corse» Giovanni Agnelli ieri a Monza nei box della Ferrari L'Avvocato ha curiosato tra gli strumenti della telemetria poi è andato al muretto a bordo pista per ammirare il giro più veloce di Schumacher [AP]