Lanza Tomasi all'Opera di Roma? di Armando Caruso
Lanza Tomasi all'Opera di Roma? Il sindaco Rutelli gli ha offerto la sovrintendenza della Fondazione Lanza Tomasi all'Opera di Roma? Il musicologo da New York: «Ne abbiamo parlato» ROMA. Tormentata vita quella del Teatro dell'Opera di Roma: da quando Sergio Escobar ha lasciato la sovrintendenza per ridare ossigeno e speranza al Piccolo Teatro di Milano, la situazione a Roma è tornata in alto mare. Il sindaco Francesco Rutelli e il vice presidente del Consiglio Veltroni ora corrono ai ripari, intenzionati a dare stabilità all'Opera e cercano quindi un successore di Escobar che abbia esperienza teatrale e sia uomo di cultura. Il primo serio contatto c'è stato in giugno durante la visita di Rutelli a New York. Il sindaco ha incontrato Gioacchino Lanza Tornasi, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura newyorchese, e gli ha prospettato la possibilità di riordinare la vita artistica e aniniinistrativa del teatro dell'Opera. Gioacchino Lanza Tornasi, nato nel '34, figlio adottivo di Tornasi Lanza di Lampedusa, autore del «Gattopardo», docente di Storia della Musica nella facoltà di Scienze della formazione all'Università di Palermo, è stato direttore artistico dell'Opera per 8 anni e di cose belle, ai suoi tempi, ne ha fatte tante. Professore, lei ha dato la sua disponibilità a Rutelli? «Se n'è parlato durante la sua visita a New York, ho detto che si poteva discuterne, ma è chiaro che per gestire un teatro ci vogliono deUe condizioni particolari. Rutelli e Veltroni sono intenzionati a riorganizzare il Teatro dell'Opera che, prima di Escobar, ha vissuto alla giornata». Lei accetterebbe? «Non si può saltare su un treno in corsa. E' necessario soffermarsi a pensare, capire quali saranno le condizioni future. L'Opera ha bisogno di un assetto stabile. Finora se n'è parlato ma non c'è stata alcuna ulteriore comunicazione. Del resto per ora non sarebbe possibile. L'Italia si gode le vacanze e noi qui lavoriamo. Per questo mi ha trovato a telefono». Come vede da New York la situazione Urica italiana? «Con le fondazioni dovrebbe migliorare, ma la situazione artistica per ciò che concerne, il repertorio verdiano è sempre più precaria. Oggi si mette in scena con una nuova generazione di cantanti Mozart e Rossini, ma quando si parla di "Nabucco", Trovatore etc. ogni rappresentazione è un punto interrogativo. La colpa di questo andazzo è esclusivamente nostra. Non ci siamo occupati con professionalità del repertorio italiano. Mancano i mae • stri sostituti che insegnino le parti ai cantanti e la dizione agli stranieri. Il teatro verdiano deve trovare la sua rinascita, ma non sarà facile». Tornerà a Roma, allora? «Vi manco da 15 anni e da 5 dall'Italia. Bisognerà dare all'Opera di Roma \m sovrintendente abile. Il problema dei teatri italiani, purtroppo, è sempre stato quello di non avere avuto sovrintendenti esperti di problemi dello spettacolo Cosa che accade all'estero». Armando Caruso
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