La Russia ancora nel caos di Anna Zafesova

La Russia ancora nel caos Mosca prende tempo sul debito: deciderà lunedì. Sfiorata la rottura con il Fondo monetario. Riparte l'inflazione La Russia ancora nel caos Rublo al tappeto, la Borsa perde il 9% MOSCA NOSTRO SERVIZIO Due giorni dopo la svalutazione del rublo la Russia viaggia ancora nel caos più totale. La moneta nazionale scende, la Borsa crolla, mentre i prezzi salgono. Ma quello che più affligge a questo punto il mercato è l'incertezza delle nuove regole del gioco, mentre il governo di Serghej Kirienko sembra incapace di gestire la situazione. La Borsa di Mosca ieri ha vissuto un'altra giornata drammatica: le autorità hanno interrotto per due volte le contrattazioni allo scopo di evitare un crollo a valanga. Nonostante queste precauzioni, la Borsa ha chiuso con un altro 9,4 per cento in meno. Dall'inizio di questa settimana le azioni delle principali società russe hanno perso il 21 per cento del loro valore. Il volume delle contrattazioni è sceso a un livello bassissimo e gli esperti di mercato sostengono che i dati della Borsa non sono più indicativi: la piazza affari è stata praticamente abbandonate e il gioco viene tenuto in piedi da tre o quattro speculatori. Il rublo ieri ha proseguito la sua discesa, rallentando però i tempi: le quotazioni della moneta nazionale nei confronti del dollaro ieri hanno raggiunto i 6,99 rubli per dollaro, mentre martedì erano a 6,88. Nel mercato del contante però continua a regnare il caos: i cambi di valuta ieri vendevano i dollari a 7,5 rubli, a molti negozi offrivano merci importate calcolando il valore di un dollaro in 99,5 rubli. Per spegnere il panico tra la popolazione il governo e la Banca Centrale ieri hanno inaugurato dei «numeri verdi» dove de¬ nunciare gli esercenti che alzano troppo i prezzi. La giornata di ieri doveva essere cruciale: tutti gli operatori aspettavano dal governo l'annuncio delle nuove regole per il mercato dei titoli di Stato. Dal modo in cui verrà ristrutturato il debito interno dipende la vita o la morte delle banche e, di conseguenza, di tutto il settore finanziario. L'esecutivo però, dopo aver tenuto tutti in sospeso fino al pomeriggio, ha poi deciso di rivelare le sue nuove misure solo lunedì prossimo, condannando il mercato ad altri due giorni di confusione. Il premier Serghej Kirienko però ieri ha dato qualche piccola anticipazione: le obbligazioni del Tesoro (Gko), sulle quali si reggevano ultimamente tutte le finanze russe, verranno convertite in nuovi titoli e rimborsate entro 3-5 anni. In al¬ tre parole, il governo di fatto requisisce i soldi degli investitori, anche se Kirienko ha negato che la Russia non sia più disposta a onorare i propri impegni: «Non ci rifiutiamo di pagare quello che dobbiamo, pagheremo tutto, ma in tempi più lunghi». Il premier russo ha ammesso che il congelamento dei Gko e di altri titoli statali era inevitabile per salvare la situazione sociale: «Non potevamo più gestire questo debito. Questa settimana avremmo dovuto rimborsare gli investitori per 680 milioni di dollari, ora possiamo utilizzare questi soldi per pagare i salari ai dipendenti pubblici, ai soldati, agli insegnanti». Secondo le statistiche, quasi la metà dei russi riceve il proprio stipendio con ritardi che vanno dai 2 ai 20 mesi. Rinunciando ai propri impegni sui Gko la Russia «rispar- mia» 20 miliardi di dollari da qui alla fine dell'anno. La protesta sociale però verrà spenta a costo della fiducia degli investitori. Il quotidiano d'affari Kommersant ha ieri pubblicato delle indiscrezioni sul piano del governo nei confronti dei proprietari di Gko. Secondo il gabinetto di Kirienko, gli operatori stranieri essendo «ricchi» in quanto occidentali - possono aspettare e ver¬ ranno ricompensati con titoli a lunga scadenza e bassi interessi. I russi invece ci rimetteranno di meno e verranno rimborsati entro tre anni. Una misura che difficilmente aumenterà la fiducia - già scesa praticamente a zero - che l'Occidente nutre verso la Russia in bancarotta. Ieri fonti vicine al governo hanno rivelato che nei giorni scorsi Mosca era vicina a una rottura completa con il Fondo monetario internazionale per aver deciso la svalutazione dopo aver ricevuto dalle istituzioni finanziarie internazionali ben 22 miliardi di dollari. Pare però che il Cremlino abbia intenzione di chiedere altri soldi all'estero. La Banca Centrale russa infatti ha ieri annunciato di aver già speso nei giorni scorsi quasi tutti i 4,8 miliardi di dollari della prima tranche del prestito del Fmi: 4 miliardi sono stati utilizzati nei giorni scorsi nei tentativi (inutili) di sostenere il rublo. Il bisogno di soldi in Russia è talmente disperato che Kirienko ieri ha sollecitato il premier giapponese ad accelerare il versamento del prestito promesso, nonostante la crisi gravissima di Tokyo. Anna Zafesova La crisi russa spaventa i cittadini Un addetto aggiorna il cambio del rublo su un tabellone

Persone citate: Kirienko, Serghej Kirienko