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« « Mei la verifica non si fa » Cazzola: e il deficit sarà immenso BOLOGNA. Arriverà una leggina e trasformerà tutto in trasferimenti definitivi. Una bella operazione di maquillage sui libri contabili dell'Inps, e non sarà la prima, né l'ultima: «La fece già De Michelis, ministro socialista, nell'89», ricorda Giuliano Cazzola, grande esperto di previdenza e sindaco del Collegio Inpdap. E come andò a finire? «Che furono cancellati 60 mila miliardi di debiti. Quelli che 10 anni dopo sono diventati 180 mila. In realtà il Tesoro dovrà pur metterli in cassa, coperti sicuramente con titoli pubblici». Insomma, una partita di giro... «Certo, una partita all'italiana, di finanza virtuale, che darà persino una bella sistemata ai libri e influenzerà i risultati d'esercizio. Oltre le previsioni. Infatti Ciampi voleva azzerare fino a tutto il '95, poi c'è stata la tratta¬ itoli, che saranno fraziona tiva con i sindacati e si è arrivati a fine '97». Ora, però, dovrebbe scattare la verifica... «Dovrebbe, certo. Anche i sindacati hanno sempre evitato l'argomento previdenza, rimandando tutto al '98. La legge Dini, articolo 1 comma 5, dice che in collegamento con il Dpef e con l'apporto del Nucleo di valutazione del ministero del Lavoro vanno tracciate le proiezioni per i prossimi 10 anni e adottate le correzioni del caso. Nessuno ne parla». Ma non esistono previsioni? «Esistono. Una ufficiale, del governo e di Ciampi, è nel documento di convergenza: la spesa nel 2045 sarà intorno al 15% del Pil, grosso modo come oggi. Però con una serie di picchi. E non si dice che il debito aggiuntivo arriverà a 2 milioni di miliardi, un «gap» tra entrate e uscite da coprire ricorrendo alla fiscalità ge¬ ati per dieci nerale». C'è un rimedio? «Nessuna ricetta. Le correzioni toglierebbero solo un po' di piombo dalle ali. E pensare che in Francia, Jospin ha messo al lavoro un comitato di saggi perché è preoccupato. Le sue previsioni dicono che tra 50 anni il sistema francese avrà disavanzi gravissimi: quelli che noi abbiamo oggi. Ma qui, in Italia, la verità ufficiale dice "i conti vanno bene"». E come andrà a finire? «Che l'Italia, dovendo portare il disavanzo pubblico, nel 2001, al 2% del Pil, dovrà digerire il rospo previdenziale che ha un deficit del 4% del Pil. Il classico cammello da passare nella cruna del • l'ago. Come farà? Semplice: con la pressione fiscale l'avanzo primario da togliere al capitolo investimenti». Giuliano Cazzola uno dei maggiori esperti del pianeta previdenza Bruno Gianotti guarda i bancari, continua la spinta sui titoli Comit, l'istituto da settimane al centro della telenovela sul suo futuro «matrimoniale», alimentata dai movimenti delle quote dei principali soci di Comit che si muovono in area Mediobanca. I titoli ieri hanno chiuso a quota 14.465, incassando un incremento dello 0,54% (in corso di seduta sono arrivate a toccare un massimo a quota 14.745). [a. vig.l TASS Il Se E & RIMBORSI cit: pagati due miliardi per tre cause perse
Persone citate: Bruno Gianotti, Cazzola, Ciampi, De Michelis, Dini, Giuliano Cazzola, Jospin, Mei
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