All'inseguimento del virus della Spagnola di Marina Verna
All'inseguimento del virus della Spagnola L'equipe spera di prelevare dai corpi campioni di tessuto per isolare il microbo e coltivarlo in laboratorio All'inseguimento del virus della Spagnola Spedizione all'Artico per riesumare le salme di sei vittime della febbre OSLO. Venerdì prossimo, nel piccolo cimitero di Longyearrbyen, su un'isoletta dell'arcipelago delle Svalbard, nel Mar Glaciale Artico, cominceranno gli scavi per riesumare le salme di sei norvegesi morti di febbre spagnola nel 1918. Sepolti a due metri e mezzo di profondità, sotto 0 ghiaccio permanente che ricopre il terreno, si sono perfettamente conservati nel tempo. Una équipe internazionale di scienziati seguirà da vicino le operazioni perché spera di poter rintracciare, nei campioni di tessuto, il virus vivo della spagnola e coltivarlo. Un'idea interessante, ma che potrebbe essere pericolosa. E infatti c'è già chi si allarma. Per capire l'importanza di questa spedizione occorre fare qualche /GROENL passo indietro e fermarci al 24 settembre 1918, quando la nave norvegese Forsete attracca sull'isola di Spitsbergen, con un carico di uomini destinati alle miniere. Sette di loro, colpiti da un'epidemia di spagnola scoppiata sulla nave, muoiono quasi subito e per paura del contagio vengono sepolti immediatamente, e ben profondi. Un dettaglio fondamentale in questa storia, perché il virus della spagnola scompare in meno di 24 ore se il cadavere non viene subito messo a bassissime temperature. Passano quasi ottant'amii. Una giovane canadese, Kirsty Duncan, che insegna medicina all'Università di Toronto, s'imbatte nel libro di uno storico americano, Alfred Crosby, «Una pandemia dimenticata dall'America». Vi si racconta dell'avanzata del virus della spagnola in Alaska, dove gli eschimesi furono contagiati a centinaia (il bilancio finale dell'epidemia fu di almeno venti milioni di vittime). La dottoressa si esalta e decide di partire alla ricerca del virus che, tra l'altro, al momento dell'epidemia non era conosciuto (verrà identificato e isolato soltanto nel 1933). Una missione segreta americana, condotta nel 1951 a Nome, in Alaska, era fallita perché i cadaveri, sepolti nella tundra e non nel ghiaccio, si erano decomposti. Kirsty Duncan ha un'idea migliore: cercare nel permafrost delle isole Svalbard. Più facile a dirsi che a farsi, perché mancano i registri anagrafici relativi a quegli anni. Ma lei è tenace e la fortuna è dalla sua. Scopre i diari di un'insegnante del luogo, con la storia e i nomi dei sette sfortunati emigranti. E il parroco dell'isola sa dove si trovano le loro tombe. Ritorniamo ai giorni nostri. La missione scientifica è partita, un radar ha localizzato i corpi, le famiglie hanno dato il loro assenso alla riesumazione (tranne una) e una doppia tenda a tenuta ermetica è pronta per l'autopsia. Gli scienziati hanno recitato le preghiere funebri sulle tombe e adesso si preparano a indossare le tute spaziali per proteggersi dal contagio, aspettano ansiosi di vedere se la loro ipotesi regge: troveranno il virus, e magari pure attivo? Venerdì, a Longyearrbyen, si limiteranno a prelevare campioni di tessuto, che porteranno in laboratori attrezzati secondo le procedure di massima sicurezza. Ma a questo punto potrebbero essere bloccati dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Perché? C'è un precedente, che racconta il dottor Luigi Capasso, conservatore di tutte le mummie italiane e direttore del Dipartimento di Antropologia del ministero dei Beni Culturali: «Negli Anni 80 un ricercatore italiano trovò, nella chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, la mummia di un fanciullo aragonese di epoca rinascimentale. Lo studio paleopatologico dei tessuti consentì di fare una diagnosi interessante: era morto di vaiolo. Ma il vaiolo a metà degli Anni 80 era stato dichiarato estinto nelle nostre contrade, tant'è che era stato annullato l'obbligo della vaccinazione. Così l'Oms proibì di coltivare i ma¬ teriali biologici prelevati dalla mummia: la salute dell'umanità era una ragione superiore a quelle della ricerca». Capiterà la stessa cosa anche ora? Il dottor Capasso se lo augura. Anche perché oggi ci sono altre tecniche per studiare i virus, mentre una sua fuga potrebbe avere conseguenze incalcolabili. «Il virus dell'influenza, di cui la febbre spagnola è stata una variante, riesce a bypassare le difese umane rinnovandosi ogni anno. La reintroduzione di un virus con cui nessun uomo attuale è entrato in contatto significa esporre una grande fetta di umanità a una novità microbiologica molto pericolosa». Sull'altro piatto della bilancia c'è la possibilità di studiare un virus molto versatile, e magari preparare un vaccino per le forme moderne di influenza. Quali ragioni prevarranno? Lo saprete alla prossima puntata. Marina Verna Ma l'esperto di mummie lancia l'allarme all'Oms: «Fermate quella ricerca può essere pericolosa» POLONORD JgJ /GROENLANDIA^/ luogo della spedizione
Persone citate: Alfred Crosby, Capasso, Kirsty Duncan, Luigi Capasso
Luoghi citati: Alaska, Artico, Groenlandia, Napoli, Oslo, Spitsbergen
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- // processo ai irati a Messina
- L'orribile morte di due aviatori bloccati nella carlinga in fiamme
- Troppi gli interrogativi senza risposta sulla fine dei quattro giovani nel Sahara
- Sequestrati due film
- Galfer, motivi della chiusura
- Riapre il Cinematografo
- LE ARTI
- la camorra uccide in chiesa
- GOFFREDO MAMELI
- Chiavari turistica perde quota
- AMARE DA MORIRE
- Le tv private dopo la pubblicazione della legge
- Sìlvesters Story
- TROCADERÃ?
- L'orribile morte di due aviatori bloccati nella carlinga in fiamme
- // processo ai irati a Messina
- L'arrivo e l'intensa giornata del nostro Ministro degli Esteri
- L'impressione tra alleati e neutri
- Sequestrati due film
- Troppi gli interrogativi senza risposta sulla fine dei quattro giovani nel Sahara
- « Non siamo tutelati dallo Stato »
- Strage della funivia, scontro fra Italia e Usa
- Pippo Baudo: torno al mio primo umore
- Vincenzo Timpano, 24 anni (la prima vittimale l'indecifrabile figura di Lo Presti
- Un sessantenne uccide l'amante: «Mi tradiva»
- Morto il giovane con trauma cranico dopo l'incidente
- La Figc sta già indagando sulle accuse di Auriemma
- L'Avellino respinge al mittente gli acquisti Massa e Di Palma
- Un principe fugge dall'auto dei rapitori che urta per la nebbia uno spartitraffico
- Buio sul delitto otto giorni dopo l'assassinio di Giorgia Padoan
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy