Promossa la pasta a più sapori

Promossa la pasta a più sapori Nuove norme Promossa la pasta a più sapori ROMA. Dopo trent'anni di polemiche e battaglie nelle aule giudiziarie (conclusesi nel 1997 addirittura con una sentenza della Corte costituzionale) cade ufficialmente da oggi il divieto di produrre spaghetti, maccheroni e fusilli al tartufo, al nero di seppia, al prezzemolo, alla barbabietola e via dicendo. Il 20 agosto entra infatti in vigore la nuova normativa sulla produzione delle paste alimentari che abroga le disposizioni in vigore dal 1967 mettendo così fine ad una vicenda che ha visto intervenire le massime autorità nazionali (dal Consiglio di Stato alla Consulta) e comunitarie per stabilire se nell'impasto della pasta fosse legittimo o meno aggiungere aglio, prezzemolo ed altri sapori. Il caso era approdato nel 1996 alla Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi su alcune ordinanze relative a pastifici e commercianti accusati di aver posto in vendita pasta alimentare secca prodotta con ingredienti non consentiti dalla legge. Diversi pretori avevano contestato la legittimità di queste norme perché vietavano la produzione di pasta con ingredienti diversi da quelli espressamente autorizzati mentre ne consentiva l'importazione da altri Paesi (se in regola con le norme in vigore all'estero) e l'esportazione. Nel dicembre 1997 la Consulta dichiarò incostituzionali le norme in questione, aprendo la strada alle nuove disposizioni in vigore da domani. Da oggi, quindi, nella produzione di paste alimentari saranno autorizzate l'aggiunta, nell'impasto, di verdure, ortofrutticoli, funghi, tartufi, spezie, aromi fiaturali. Altre norme contenute nel decreto riguardano invece il contenuto del ripieno delle paste alimentari fresche e secche (tortellini, ravioli ecc.). In questo caso possono essere utilizzati: carni, latte e formaggi, prodotti della pesca, uova, oli e grassi alimentari, farine, pangrattato, grissini, dolci, zuccheri, verdure, ortofrutticoli, condimenti, aromi e spezie. [Ansa]

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