«Alla Lazio Zeman ci diede la creatina» di Enrico Singer

«Alla Lazio Zeman ci diede la creatina» Sentiti a Roma i calciatori Negro e Favalli. Il medico Bergamo chiede «una sperimentazione come per Di Bella» «Alla Lazio Zeman ci diede la creatina» j .— Ma Eriksson: immorale l'uso dei farmaci ROMA. «Qui si stanno formando i parliti. E a me i partiti non piacciono...». Julio Velasco, l'ex allenatore della nazionale di pallavolo appena approdato alla poltrona di direttore sportivo della Lazio, si allontana lungo il corridoio del palazzo del Coni dopo una mezz'ora di audizione di fronte alla Procura antidoping. Rivendica il «diritto di non rispondere» perché non vuole che le sue parole siano «sfruttate per qualche titolo eclatante». Ma di quali «partiti» parla Velasco? In realtà, ormai, ce ne sono due. C'è quello del «calciatore come l'auto di Formula 1» che ha bisogno di ogni tipo - lecito - di farmaci. E c'è il partito del «soltanto tecnica e allenamento». Al primo sono iscritti tutti - o quasi - i medici sportivi finora convocati al Foro Italico. Al secondo, tutti - o quasi - gli allenatori. La giornata dedicata alla Lazio, ieri, lo ha dimostrato una volta di più. Anche in modo paradossale. Con Sven Goran Eriksson che ha definito «immorale» l'uso dei farmaci. E con il medico sociale della squadra, Claudio Bartolini, che ha ammesso di avere prescritto la creatina ai giocatori nel '95 e nel '96 - quando allenava la Lazio proprio Zeman che ha lanciato la prima pietra - e che continua a sostenere che «il calcio può tranquillamente andare in farmacia, purché con la ricetta medica». E i calciatori? Più confusi che informati. Oscillano da un «partito» all'altro. Qualcuno ha le sue convinzioni molto particolari. «La creatina? L'ho presa per due giorni, poi ho smesso perché ho visto che non mi faceva alcun effetto», dice Paolo Negro. Ma andiamo per ordine. Sono proprio i giocatori a entrare per primi nella Sala dei Presidenti del Coni trasformata in aula per le udienze della Procura antidoping. Giuseppe Favalli e Paolo Negro, i due difensori della Lazio. Confermano che sì, anche nella squadra biancazzurra la creatina ha circo- lato. Ma non adesso con Eriksson. Dice Negro: «Zeman, d'accordo con lo staff medico, decise di darci la creatina. Anche se a dosi basse e per un breve periodo. Non so se questa decisione fu presa dal tecnico su suggerimento dei compagni di squadra che ne facevano uso in nazionale». Poi Negro parla di sé per precisare che lui la creatina l'ha presa «soltanto per due giorni» perché non notava alcun miglioramento. Escono i calciatori e tocca a Eriksson, sempre glaciale e impeccabile. Ma molto deciso nei suoi giudizi. «La creatina? Almeno da quando ci sono io alla Lazio non la prende nessuno. Se un giocatore lavora bene in allenamento, non ha bisogno di sostanze di alcun tipo. Nemmeno se deve giocare settanta partite a stagione. Io non ho mai usato la creatina né alla Lazio, né alla Samp. Tutto ciò che serve sono vitamine e sali minerali per recuperare quello che si perde col sudore». Eriksson è categorico: «Non ho mai proposto al medico di dare farmaci a un giocatore sano. Assumere qualcosa per raggiungere un risultato è immorale». Su Zeman è anche polemico: «Se alla fine non verrà fuori niente di grave, Zeman parlando in quel modo avrà fatto fare una pessima figura al calcio italiano». Contro Zeman si schiera anche il medico sociale della Lazio, ma da tutt'altro punto di vista. Dice il dottor Claudio Bartolini: «Zeman vuole evitare che il calcio ricorra troppo alla farmacia? Non sono d'accordo. Per me il calcio può tranquillamente andare in farmacia, purché con la ricetta del medico. Non ci si può curare da soli. Ma bisogna curarsi se è il caso». E Bartolini, che con Zeman ha lavorato prima dell'arrivo di Eriksson, ricorda anche che nel 1995 e nel 1996 - «tutte e due le volte nel solo mese di novembre» - ai giocatori vennero dati due grammi di creatina al giorno. Ma per il dottor Bartolini non c'è scandalo. «L'impor¬ tante è che i cocktail di farmaci siano composti da sostanze lecite. E la creatina non è vietata». E' più cauto il dottor Paolo Bergamo, ex medico di Juve, Inter e Reggiana. «C'è grande confusione. Quando ero alla Juve e all'Inter usavo la fosfocreatina, che è un metabolite della creatina. Alla Reggiana, invece, si usava la creatina. Ma la confusione maggiore è sui dosaggi. Ci vorrebbe una sperimentazione seria per arrivare a un protocollo, come si è fatto per la cura Di Bella». Quello dei dosaggi, secondo il dottor Bergamo, è l'aspetto più delicato. «C'è chi la usa durante la settimana, chi tra il primo e il secondo tempo. Bisogna fare chiarezza». Anche perché c'è differenza tra l'uso per reintegrare la creatina persa dai muscoli sotto sforzo e un iperdosaggio diretto a potenziarli. «Sempre che li potenzi davvero», dice il medico prima di sparire lungo il corridoio del Coni. Enrico Singer «4 ■ i ij Il calciatore della Lazio Paolo Negro ieri alla fine della sua deposizione alla procura antidoping del Coni