«C'è troppa confusione»

«C'è troppa confusione» «C'è troppa confusione» Longo: altre indagini sugli integratori L'INCHIESTA DEL CONI AROMA NCHE il medico della Lazio - ultimo della lista dei convocati - se n'è andato. Ed ecco che si apre la porta della Sala dei Presidenti. Quella dove sfilano allenatori, medici e giocatori davanti ai sei «inquisitori» della Procura antidoping del Coni. La stanza è molto grande, quadrata, con un tavolo nero circolare e tante poltroncine rosse. Quelle dove, normalmente, prendono posto i presidenti delle diverse federazioni del Coni per le loro riunioni. Qui, oggi, entreranno anche Marcello Lippi, Alessandro Del Piero e Daniel Fonseca per rispondere alle domande dell'avvocato Ugo Longo e degli altri componenti della Procura (quattro avvocati e un farmacologo) che, adesso, stanno riordinando le loro carte prima di lasciare l'aria condizionata del palazzo per la canicola di Roma. E' proprio il presidente Longo che invita a entrare. Ha voglia di fare un punto su questa inchiesta che fa discutere, che innesca polemiche. E anche qualche equivoco. Che si intreccia, inevitabilmente, con le indagini dei magistrati di Bologna e di Torino. Dice Longo: «Emerge una non uniformità di pareri su sostanze utilizzate per integrare o migliorare i toni muscolari; il concetto, almeno moralmente, può essere assimilato a quello di doping. La nostra è una verifica che ha confini precisi: accertare se c'è un abuso di farmaci o di altre sostanze per migliorare le prestazioni degli atleti in gara». Ci vorrà ancora molto tempo? «Speriamo di no. La Procura conta di concludere il lavoro entro fine agosto». E per lavoro s'intendono sia tutte le nuove audizioni - la prossima settimana dovrebbero arrivare gli italiani del Chelsea - sia la relazione finale che sarà trasmessa dalla Procura alla Commissione d'indagine sul doping, primo «livello giudicante» del Coni. L'avvocato Longo non può anticipare le «raccomandazioni» che partiranno dalla Procura. Ma un'idea - «anche abbastanza precisa» - lui e il suo collegio se la sono già fatta. «Abbiamo chiarito almeno due punti su questa vicenda. Il primo è che non si può parlare di doping perché non vengono usate sostanze proibite. Il secondo è una non uniformità di prassi e di opinioni sulle sostanze che, invece, vengono impiegate per reintegrare e migliorare i toni muscolari». E questa «non uniformità», se- condo la Procura, «rende necessarie alcune considerazioni che dovranno fare gli organi preposti». In altre parole, la Procura antidoping raccomanderà alla Commissione d'indagine - che è presieduta dal consigliere di Stato ed ex Prefetto di Roma, Giuseppe Porpora e alla Commissione scientifica di «dare indicazioni» su come gestire il controllo medico dei giocatori. «Ci vogliono delle certezze. Anche gli stessi giocatori vogliono sapere quali sostanze possono prendere», dice Ugo Longo. «Da quanto abbiamo visto finora, il mondo del calcio è pulito. E' ancora pulito. Ma una persona seria come l'allenatore Gigi Simoni ci ha detto che il problema esiste, che bisogna pensarci in tempo. Anche i medici di alcune squadre non sono tutti d'accordo sui dosaggi e sugli eflètti della creatina. E se non sono concordi loro, vuol dire che è necessario un approfondimento». Un approfondimento scientifico che non è nelle competenze della Procura antidoping che passerà la mano agli «organi superiori». Per fare che cosa? «Episodi di doping non ne abbiamo registrati», ripete Longo. Come dire che provvedimenti di giustizia sportiva non sono nemmeno ipotizzai ih. «In realtà è lo stesso mondo del calcio che ha lanciato un allarme e noi abbiamo avviato un verifica non soltanto dovuta, ma utile», di¬ ce il presidente della Procura. Utile per che cosa? «Utile se servirà a studiare meglio certi prodotti». E le indagini? «Tutti hanno collaborato. Non ci sono state reticenze». Ma le conclusioni non sono facili da tirare. Il dottor Francesco Botré, che è il farmacologo della Procura, dice che la creatina circola da anni ma pochi medici sportivi ne conoscono davvero le proprietà. Anzi, i medici delle grandi squadre di serie A sono i più preparati. Ma - come ha detto anche Gigi Simoni - i rischi maggiori li corrono tutti gli altri, e in particolare i dilettanti che «magari per scimmiottare i campioni prendono la creatina per giocare a calcetto». [e. s.j LA CREATINA La creatina, acido metil-guanidinacetico, è una sostanza che si trova nella carne, nel sangue e nel cervello dei vertebrati. Venne individuata nel 1 835 da M. E. Chevreul. E' consentita per usi sportivi, incrementa la potenza e la velocità muscolare favorendo la crescita del muscolo. Se assunta da un calciatore aumenta lo scatto. Siccome nella carne animale è presente in quantità limitata, viene venduta in dosi maggiori sotto forma di compresse e polvere. Sugli effetti collaterali non ci sono indicazioni univoche «Da quanto abbiamo sentito fino ad ora il calcio è ancora un ambiente pulito» In alto l'avvocato Ugo Longo presidente della procura antidoping del Coni, mentre parla con Pasquale Bergamo (a destra nella foto) ex medico della Juventus e dell'Inter A sinistra Eriksson, allenatore della Lazio

Luoghi citati: Bologna, Lazio, Roma, Torino