«America, ti prometto un massacro»

«America, ti prometto un massacro» Il terrorista-miliardario saudita avrebbe cinquemila uomini pronti a tutto. Scoperta in un albergo di Nairobi la base dei killer «America, ti prometto un massacro» Bin Laden minaccia. I Taleban: non lo consegneremo mai WASHINGTON. Gli Stati Uniti aumentano la pressione sui Taleban in Afghanistan affinché consegnino il miliardario saudita Osama bin Laden, sospettato di aver orchestrato e finanziato il duplice attentato del 7 agosto contro le ambasciate americane a Nairobi e Dar es Salaam in cui morirono 257 persone. Ma i Taleban negano che il ricco saudita sia coinvolto negli attentati e ne rifiutano la consegna ad un Paese terzo come chiesto dagli Stati Uniti. Anzi, il capo degli «studenti di teologia» afghani Mullah Muhammad Omar ha dichiarato che Osama, da tempo in esilio in Afghanistan, sarà difeso «ad ogni costo e con il nostro sangue anche contro tutti i Paesi del mondo uniti». L'allarme degli americani è cresciuto ancora di più ieri dopo che il Fronte islamico mondiale per la Jihad contro ebrei e ero- ciati - organismo fondato da bin Laden - ha pubblicato un manifesto minaccioso sul quotidiano arabo Al Hayat. «I prossimi giorni vedremo realizzarsi, se Dio vuole, il nero destino dell'America», si legge nel documento. «Colpiremo ovunque, e gruppi islamici sorgeranno uno dopo l'altro per combattere gli interessi americani. Spediremo a casa altri cadaveri. Fino ad umiliare l'America facendola rotolare nel fango della sconfitta». «Gli Stati Uniti - si legge inoltre sono destinati a subire una sorte analoga a quella dell'ex Urss», che pose fine alla sua occupazione dell'Afghanistan nei primi anni Ottanta, costretta dalla resistenza annata della guerriglia giunta da ogni parte del mondo islamico. La preoccupazione americana è dovuta al fatto che bin Laden, il quale vive sotto la protezione dei Taleban, può contare su un «esercito» di 4-5 mila seguaci di¬ sposti a tutto e ha in suo possesso un arsenale che include sofisticato materiale esplosivo e missili terra-aria. Uno dei suoi fedelissimi, Mohammed Sadiq Odeh, arrestato nei giorni scorsi dai pakistani, ha confessato di aver preparato materialmente gli attentati. E' su indicazione di Odeh che quindici agenti dell'Fbi, accompagnati da sei detective kenioti, hanno fatto irruzione ieri in un albergo di Nairobi dove sembra che l'attentato all'ambasciata americana in Kenya sia stato preparato. Ed è sempre su indicazione di Odeh, scrive il New York Times, che le autorità pachistane hanno arrestato due suoi complici - un saudita e un sudanese - in prossimità del Khyber Pass mentre cercavano di fuggire in Afghanistan. I timori di nuovi attentati hanno già spinto l'amministrazione Clinton a consigliare agli americani di lasciare il Pakistan - duecento cittadini Usa sono già stati evacuati. Ma le ambasciate americane sono sotto tiro anche in altri Paesi, a cominciare dall'Albania, dove sembra che la Cia abbia sventato un attentato proprio all'ultimo. Fonti del governo albanese hanno confermato ieri che i servizi americani avevano trovato «prove serie» di un piano per far saltare in aria la rappresentanza Usa a Tirana la settimana scorsa con un'auto-bomba. L'ambasciatore americano, Marisa Lino, ne avrebbe informato il governo locale. Nel frattempo il segretario di Stato americano Madeleine Albright, di ritorno dalla sua visita in Kenya e Tanzania, ha continuato a premere su Kabul ieri nella speranza di convincere i Taleban ad espellere bin Laden per poterlo catturare. Un'operazione di commando all'interno del territorio afghano appare assai improbabile alla luce dei rischi e delle incortezze sull'esito. L'attenzione continua ad essere rivolta su Odeh, il terrorista che ha confessato il suo ruolo negli attentati del 7 agosto, e che ieri è stato riportato dal Pakistan in Kenya. Nel corso del suo interrogatorio a Karachi Odeh avrebbe anche ammesso il ruolo-guida di bin Laden. Così almeno sostengono fonti del governo pakistano che hanno parlato al Washington Post. Ma sembra che nei successivi interrogatori a Nairobi, condotti da kenioti e americani, Odeh non abbia confermato il ruolo di bin Laden, che rimane il vero obiettivo di Washington. Andrea di Rcbilant La Cla sospetta che la bomba servita per l'attentato all'ambasciata sia stata confezionata in questo hotel di Nairobi