Al «Berliner Ensemble» va in scena Schroeder di Emanuele Novazio
Al «Berliner Ensemble» va in scena Schroeder GERMANIA i Il leader delTSpd presenta il suo ministro dell'Economia, l'imprenditore Stollmann (non iscritto al partito) Al «Berliner Ensemble» va in scena Schroeder II rivale diKohl alla Cancelleria festeggiato da 150 intellettuali europei BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un seducente, rassicurante appello alla leadership economica tedesca affinché conceda all'Spd la possibilità di «realizzare un nuovo miracolo economico», nel segno del pragmatismo e nel rifiuto delle ideologie. E un suggestivo happening nel teatro che fu di Bertolt Brecht - il «Berliner Ensemble», affacciato al porto fluviale di Berlino - festeggiato da 150 intellettuali europei, entusiasti del suo progetto politico e sociale e desiderosi di «dare all'Europa una nuova giovinezza», come ha sottolineato l'ex ministro francese alla Cultura Jack Lang. Gerhard Schroeder ha avviato ieri con questa doppia, strategica offensiva la «fase calda» della campagna elettorale. Per garantire che, in caso di vittoria il 27 di settembre, il governo socialdemocratico da lui guidato non sovvertirà le linee guida dell'economia sociale di mercato: ma le rinnoverà all'insegna della «affidabilità» e della «concorrenzialità» oltre che «nella difesa del benessere e della giustizia sociale», come ha spiegato davanti a un folto pubblico di economisti e industriali il ministro designato per l'Economia, l'imprenditore Jost Stollmann, non iscritto al partito socialdemocratico. E per rilanciare l'Spd come «formazione politica vicina alla cultura», grazie alla mobilitazione di intellettuali illustri come il filosofo francese Bernard Henry-Lévy, l'attore inglese Ben Kingsley, lo scrittore italiano Antonio Tabucchi, il regista greco Theo Anghelopoulos, il romanziere tedesco Peter Schneider, il Premio Nobel per la pace Elie Wiesel (fra i messaggi di adesione, quelli dei cantanti Joan Baez e Paul McCartney e dei registi Roman Polanski, Martin Scorsese e Perirò Almodóvar). Resta da vedere se il doppio affondo riuscirà davvero a danneggiare il cancelliere Kohl e il suo partito, che hanno aspramente criticato la manifestazione del «Berliner Ensemble». Ma il messaggio che Schroeder - sempre in testa, ma di nuovo in lieve calo nei sondaggi - ha inviato ieri ai tedeschi è sua¬ dente e ricco di promesse: da una parte, il candidato socialdemocratico rafforza la sua immagine di «uomo del nuovo centro». Un'immagine rivolta a tranquillizzare il vasto elettorato di estrazione borghese, permeato di pragmatismo e spaventato dalla possibilità di un governo rosso-verde, ma decisivo per la vittoria di fine settembre. Dall'altra, Schroeder rinvigorisce la grande tradizione socialdemocratica della solidarietà «con» e «dal» mondo culturale, che vanta precedenti illustri e che prima di lui soprattutto Willy Brandt ha sfruttato con intelligenza e successo. Anche a costo di ascoltare qualche affermazione poco compatibile con la sua biografia politica, ma che ben si accorda strategi¬ camente con il suo rasserenante richiamo al pragmatismo. Come questa: «Resto parte della grande famiglia di sinistra, ma è ora di separare la sinistra dal socialismo», ha detto il filosofo francese Bernard HenryLévy, chiedendosi: «Saremo capaci di congedare le ideologie del passato?». A Berlino, ieri, non c'era Guenther Grass. Ma mentre i 150 intellettuali firmavano un «Manifesto di visioni europee» - nel quale si auspica che «come è accaduto in Italia, in Francia e in Inghilterra, anche in Germania la nuova forza della democrazia sociale si sostituisca a un logorato governo conservatore» - lo scrittore tedesco più rappresentativo annunciava una tournée elettorale in alcune regioni del Nord a sostegno di Schroeder e del suo partito, dal quale l'autore del «Tamburo di latta» ha divorziato nel '93 per protestare contro una riforma del diritto d'asilo considerata «reazionaria» e «profondamente ingiusta». Dall'intellettuale tedesco più controverso e più autorevole Schroeder avrà soltanto un sostegno «da lontano», forse: un aiuto che, proprio per questo, esaudisce al meglio la sua strategia centrista. Emanuele Novazio Guenther Grass non c'era, ma ha annunciato una tournée elettorale nel Nord in appoggio ai socialdemocratici Tra le 150 personalità che hanno «tifato» per Schroeder ieri al Berliner Ensemble, da sinistra lo scrittore greco Theo Anghelopoulos l'italiano Antonio Tabucchi e l'attore inglese Ben Kingsley
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