Bloccato il convoglio della Bonino

Bloccato il convoglio della Bonino Il commissario Ue per i diritti umani fermato una decina di volte da ribelli e soldati: qui si rischia la carestia Bloccato il convoglio della Bonino «Kosovo sull'orlo della catastrofe umanitaria» ZAGABRIA NOSTRO SERVIZO «Il nostro convoglio ufficiale è stato fermato una decina di volte. Figuriamoci cosa deve essere per i mezzi delle organizzazioni non governative che non sono neanche autorizzate a dotarsi di una radio». A lanciare l'allarme per la grave situazione in Kosovo è stata Emma Bonino, commissario europeo per gli aiuti umanitari, che si è recata ieri a Pristina per un sopralluogo nella regione. Dopo aver verificato sul posto le operazioni di soccorso umanitario la Bonino ha giudicato la situazione critica. «Senza un'iniziativa politica immediata che porti ad un cessate il fuoco, e al dispiegamento di una forza multinazionale di protezione per consentire alla gente di tornare a casa, lo sforzo della comunità internazionale resterà puramente umanitario. Ma in questo caso sarà impossibile prevenire una catastrofe ancora maggiore, soprattutto con l'avvicinarsi dell'inverno», ha detto Emma Bonino aggiungendo che per le organizzazioni umanitarie ci sono enormi difficoltà di accesso e di sicurezza. Il convoglio del commissario europeo per gli aiuti umanitari è stato tra l'altro bloccato dai guerriglieri dell'Esercito di liberazione del Kosovo alle porte di Malishevo, l'ex roccaforte dell'Uck caduta nelle mani delle truppe di Belgrado due settimane fa. I combattenti separatisti albanesi non hanno voluto far passare i giornalisti al seguito di Emma Bonino, acconsentendo però a farla proseguire da sola. La Bonino si è rifiutata e si è recata ad ispezionare il vicino villaggio di Cirez. Dopo aver incontrato il leader moderato albanese Ibrahim Rugova, il commissario europeo per gli aiuti umanitari ha espresso una profonda preoccupazione per la sorte dei 200 mila profughi che hanno dovuto abbandonare le loro case pervia dei combattimenti. «Se questa gente non potrà rientrare al più presto ed occuparsi dei campi, la fame rischia di colpire il Kosovo». Ma le forze serbe continuano ad attaccare i villaggi albanesi incendiando le case in modo tale che i profughi non abbiano la possibilità di ritornare. Secondo fonti albanesi cacciabombardieri jugoslavi hanno sorvolato anche ieri le zone di battaglia. Il giornale «Bujku» afferma che altri 30 paesi nei pressi di Djakovica sono stati rasi al suolo. Sono ormai più di 300 i villaggi albanesi distrutti dalle truppe di Milosevic. Gli scontri continuano nei pressi di Prizren dove è stato ucciso un comandante dell'Uck. Il governo di Tirana ha protestato ieri con Belgrado per i 15 proiettili di mortaio che sono caduti in territorio albane- se, a un chilometro e mezzo dal confine. Non ci sono state vittime, ma i militari albanesi hanno fatto evacuare vecchi e bambini dai villaggi frontalieri. «Si tratta di un attacco alla americano in Macedonia Christopher Hill continua la sua mediazione per ristabilire il contatto tra serbi e albanesi. «Abbiamo ancora molta strada da compiere, ma il processo è iniziato», ha detto Hill. «Belgrado non ha nessuna fretta nell'avviare il dialogo», ha ribadito il vice premier serbo Vojislav Seselj, capo dell'ultranazionalista partito radicale, che ha accusato Hill di essere troppo morbido con gli albanesi. «A loro bisogna dire soltanto: prendere o lasciare», ha affermato Seselj. Ma per ora gli albanesi rifiutano di negoziare con Belgrado senza il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe di Milosevic dal Kosovo. Ingrid Badurina Bombe da oltre il confine: Tirana torna a chiedere un intervento europeo mentre si svolgono le manovre della Nato in Albania presenza delle forze Nato in Albania e alle manovre militari alleate in corso», ha dichiarato il ministro degli Esteri albanese Pascal Milo. Intanto l'ambasciatore Il commissario dell'Ue Emma Bonino alla sua partenza da Belgrado alla volta del Kosovo, regione jugoslava a maggioranza albanese