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Bertinotti riaccende lo scontro In Rifondazione Bertinotti riaccende lo scontro ROMA. Continua lo scontro a distanza fra bertinottiani e cossuttiani clie sta infuocando l'agosto di Rifondazione comunista. Fausto Bertinotti, in un'intervista al Corriere della Sera, entra nella polemica interna del suo partito ma non con la mano tesa. In sostanza dice chiaro e tondo che la decisione sui rapporti con il governo è presa dal Comitato politico nazionale e varrà per tutti, «anche quando il Comitato politico - precisa il segretario - sarà chiamato a votare per decidere se con il governo c'è stata o non c'è la svolta e quindi se bisogna andare o no alla rottura». «Se andrò in minoranza spiega - non sarò io a fare la scissione. Se la mia linea fosse bocciata, accetterei, senza trovare nulla da eccepire, il voto del Comitato». Ma l'analisi di Bertinotti sullo stato del partito non ha convinto la vicepresidente del Senato Ersilia Salvato. «L'intervista del segretario non è un ramoscello d'ulivo. E' invece la conferma che Bertinotti continua a considerare il partito una sua proprietà e a guidarlo in modo leaderistico. Proprio il contrario di quello che dovrebbe fare, visto che è il segretario». La Salvato, contrariamente a quanto afferma il segretario, denuncia «molto malessere» e «profondo disagio» nel partito per la fase attuale dei rapporti interni. «Continuo a vedere dice la vicepresidente del Senato differenze politiche profonde di cui non si tiene conto e continuo a constatare che c'è molta intolleranza e ostilità verso chi non la pensa come la maggioranza». Amareggiato anche Nerio Nesi, uno dei protagonisti dello scontro in atto attizzato dalla sua proposta sulla "nota aggiuntiva", tanto da decidere di staccare momentaneamente la spina, non senza però lanciare segnali di pace. «Soltanto con una discussione pacata e serena - dice Nesi - il partito potrà affrontare in modo unitario una situazione obiettivamente difficile», [r. i.]