Il Presidente: soffro per Lombardini

Il Presidente: soffro per Lombardini Il Presidente: soffro per Lombardini Oggi il Csm esamina il caso del magistrato ROMA. «Qui si cerca di ammazzare per la seconda volta Lombardini», è esploso ieri il procuratore generale di Cagliari, Francesco Pintus. «A me hanno insegnato», ha aggiunto con rabbia, «che una delle cause di estinzione del reato è la morte del reo», mentre invece «si sta celebrando un ulteriore processo nei confronti di una persona morta». Punta l'indice contro i giornali, il procuratore Pintus, che continuano a scavare sull'attività anti-sequestri del magistrato suicida. Ma le cronache giornalistiche, in realtà, fanno del loro meglio per inseguire l'attività investigativa della Procura di Palermo, che prosegue frenetica. Ieri è stato rintracciato il famoso computer portatile di Lombardini, dato per scomparso: da un primo esame non pare, però, che contenga dossier riservati. Poi è stato ascoltato Fabio De Angelis, il sostituto pro¬ curatore cagliaritano con cui Lombardini aveva avuto ima violenta lite (De Angelis fu afferrato per il bavero) proprio alla vigilia della liberazione di Silvia Melis. Quindi è stato il turno del giornalista Valerio Riva, al quale il magistrato scomparso aveva fatto delle confidenze. E proprio stamane, a Roma, l'ufficio di presidenza del Csm si riunirà per esaminare il corposo fascicolo di carte inviate la scorsa settimana da Palermo. Oltre alle 170 cartelle di trascrizione dell'ultimo drammatico interrogatorio davanti a Caselli, l'ufficio di presidenza dell'organo di autogoverno dei giudici esaminerà una memoria di 9 pagine su come è nata l'inchiesta sui retroscena del sequestro Melis, da cui è emerso il ruolo di Lombardini, e un secondo appunto su come si è svolto l'interrogatorio. I tre membri dell'ufficio di presidenza (Verde, Sgroi e Galli Fonseca) con tutta probabilità decideranno di trasmettere le carte alla prima commissione del Csm, che si riunirà a settembre. Finita la riunione, saliranno al Colle del Quirinale per riferire a un attento e preoccupato Oscar Luigi Scalfaro. Come mai il Presidente della Repubblica ha voluto essere personalmente informato della vicenda? Lo ha spiegato lui stesso ieri mattina, a margine di una cerimonia dedicata ad Alcide De Gasperi. «Ho chiesto questo incon¬ tro», ha chiarito Scalfaro, «soltanto per un atto di attenzione doverosa da parte di chi, per norma costituzionale, è presidente del Csm». Non vuole sollevare clamori, il Capo dello Stato, ma il suicidio di Lombardini gli ha procurato «momenti di grande e delicata sofferenza». Non soltanto perché «c'è un magistrato che viene inquisito e, quindi, c'è l'ipotesi che possa avere compiuto atti illeciti». Scalfaro ha soffer¬ to, dice, per la «tragedia enorme» del suicidio e anche perché «ci sono magistrati (chiaro il riferimento a Caselli, ndr) che, per dovere del loro ufficio, sono chiamati ad un compito ingrato, delicatissùno, estremamente responsabile: quello di dovere fare indagini su un collega». Tutto ciò, è ii monito del Presidente, esige «silenzio, rispetto e grande attenzione». Sennonché le polemiche, invece di placarsi, tendono a inve- stire l'intera filosofia della lotta anti-sequestri condotta dalla Procura cagliaritana. Il sasso l'ha scagliato Ottaviano Del Turco, presidente della Commissione antimafia, denunciando in un'intervista al Corriere della Sera l'esistenza di una «zona grìgia» che la sua commissione aveva individuato durante una visita ai magistrati di Cagliari. «Ci venne teorizzata», ricorda Del Turco, «una peculiarità sarda, secondo la quale bisognava non solo legittimare la disponibilità dei beni, ma anche riconoscere il ruolo degli intermediari». Il presidente dell'Antimafia aggiunge di aver visto, nelle carte giunte da Palermo, che effettivamente «c'era stato qualcosa di anomalo nel sequestro Melis». Affermazione sgradita a Filippo Mancuso e Michele Saponara, di Forza Italia, che gli contestano di non averne informato la Commissione. [u. m.J Il procuratore generale Pintus: «Si processa un uomo morto» Trovato il computer portatile Interrogato il sostituto De Angelis per una lite con il collega Luigi Lombardini il capo della procura di Cagliari suicida al termine dell'interrogatorio da parte dei magistrati palermitani

Luoghi citati: Cagliari, Palermo, Roma