Il silenzio dei Grandi Capi

Il silenzio dei Grandi Capi Il silenzio dei Grandi Capi Ferme anche le trattative segrete RfQRoTf j.l Berlusconi gli appelli a d'alema ri i T nr>r 1 ri* w ( 0 t inirtriro'ì ROMA ALL'ARCIPELAGO corallino delle Bermuda, il Cavaliere lo ha fatto sapere ai suoi: «Ragazzi, quest'anno non torno prima del 24...». Una vacanza lunga per Silvio Berlusconi - 20 giorni - quasi il doppio di quella dell'aimo scorso e lo stesso ritmo sembra aver preso anche la crociera di Massimo D'Alema: dopo un lungo giro tra le insenature del mare croato, dovrebbe approdare nel porticciolo di Gallipoli il 28 agosto. In altre parole, con i leader al sole, anche le diplomazie segrete sono ferme e dunque soltanto a fine mese si potrà capire se il grande disgelo degli ultimi giorni sul tema-giustizia avrà intaccato i ghiacciai. Certo, nel gran chiacchiericcio di questi giorni qualche novità c'è. Uno come Marco Boato, che di cambi di clima sul tema giustizia se ne intende, spiega: «Sulla vicenda Lombardini, dopo le prime 48 ore di esasperata polemica, di voglia di arruolamento in eserciti contrapposti, c'è stata una svolta molto secca, culminata nell'appello di Nicola Mancino, in alcune parole di Luciano Violante e nella riflessione del Presidente Scalfaro. E poi nelle dichiarazioni interessanti di esponenti di tutti gli schieramenti». E uno spiraglio lo vede anche il presidente dell'Antimafia Ottaviano Del Turco, personaggio che difficilmente si lascia «intruppare»: «Paradossalmente la vicenda più tragica dell'estate, il suicidio del giudice Lombardini, è l'occasione per un ripensamento nei Poli e per un affondo sulla questione-giustizia, a cominciare dalla commissione sul finanziamento occulto dei partiti». Ma non è un caso: negli ultimi giorni a muoversi sono state le prime tre cariche dello Stato, con tutto il prestigio che li accompagna ma anche con la dietrologia che circonda le sortite di tre personaggi - Oscar Luigi Scalfaro, Nicola Mancino, Luciano Violante - che a fine maggio saranno tra i candidati alla Presidenza della Repubblica. Il pallino - anche stavolta - lo tengono i leader, Massimo D'Alema, Franco Mari ni, Romano Prodi, Silvio Berlu sconi, Gianfranco Fini; sono loro che alla fine decideranno. Ma c'è qualcuno che deciderà più degli altri: «La partita si giocherà essenzialmente dentro l'Ulivo - dice un outsider come Alfredo Mantovano di An - e un'intesa è possibile a condizione che D'Alema tenga a bada la fronda-giustizialista e Marini i prodiani di stretta osservanza». Il pallino ce l'hanno in mano D'Alema e Marini perché Berlusconi ha già fatto sapere, per tutte le vie, che il dialogo può riprendere eccome, ma soltanto se ci saranno «fatti nuovi». Il problema è che, a parte l'amnistia (o comunque un provvedimento che aheggerisca la posizione giudiziaria del Cavaliere), anche sugli altri snodi, l'intesa tra Polo e Ulivo resta complicatissima. Da due giorni nel gran guazzabuglio rappresentato dal contenzioso Polo- Ulivo si è aggiunta una questione particolarmente delicata: la decisione del capo della Procura di Milano Francesco Saverio Borrelh di candidarsi alla carica di procuratore generale sempre a Milano. «D'Alema, Marini e Prodi, se vogliono sono in grado di lanciare un messaggio al Polo su questa vicenda - dice il forzista Michele Saponara, personaggio schieratissimo ma che da ex presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano, conosce a menadito l'ambiente giudiziario milanese . E il segnale potrebbe essere quelle di invitare Borrelli a trasferirsi alla Procura di Roma, oppure evitare che con la nomina di Borrelh alla procura generale sia poi D'Ambrosio a prenderne il posto in Procura, una coppia obbligata a difendere il lavoro fatto insieme nel passato». I democratici di sinistra - ed è sintomatico - sulla vicenda-Borrelli per ora non prendono posizione. Certo, già da tempo i rapporti tra Botteghe Oscure e Pool si sono incrinati, ma questo sarà sufficiente perché l'Ulivo si impegni in una campagna sotterranea per stoppare al Csm l'eventuale duo Borrelli-D'Ambrosio? E un'altra prova che l'accordo sulla giustizia appare ancora lontano arriva da una «provocazione» di Marco Boato: «E' del tutto plausibile che Borrelli possa aspirare ad un avanzamento di carriera, ma sono curioso di vedere se il procuratore generale di Cagliari Pintus ripresenterà la propria candidatura alla procura generale di Milano, dopo che la prima volta Pintus fu oggetto di una vera e propria guerra per impedirgli di arrivare a quell'incarico». Ma c'è di più: per arrivare atì un accordo tra Polo e Ulivo, si dovrà ripartire dalla commissione parlamentare di Tangentopoli. L'apertura dei popolari («Diamo al Polo il segnale forte che ha chiesto», dice il responsabile giustizia Piero Carotti) è bocciata con asprezza da Guido Calvi, senatore ds, ma soprattutto avvocato di fiducia di Botteghe Oscure: «Sarà indispensabile un chiarimento con i popolari, ricordandoci che la quasi unanimità dei nostri senatori si è espressa contro la commissione». Fabio Martini Ma l'addio di Borrelli al Pool potrebbe complicare le cose Mantovano (An): «Questa partita si giocherà all'interno dell'Ulivo Dipende da Marini e dal Ds» Il presidente Antimafia Del Turco «Paradossalmente il suicidio di Lombardini è l'occasione per ripensare alla commissione sul finanziamento dei partiti» Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro alla commemorazione di De Gasperi A sinistra: Berlusconi In alto: D'Alema

Luoghi citati: Cagliari, Gallipoli, Milano, Roma