Borrelli e il Pool verso l'addio

Borrelli e il Pool verso l'addio Si candida alla procura generale di Milano: «E questa volta non ritiro la domanda» Borrelli e il Pool verso l'addio «Ma sia ben chiaro: non abbandono la nave» MILANO. «Sia ben chiaro: non è come abbandonare la nave...». Piccola pausa, poi Francesco Saverio Borrelli, abbronzato e sorridente, aggiunge: «Anche perché sono convinto che la nave sia perfettamente! in grado di navigare anche senza di me». Forse perché la tempesta è passata? «Questo non lo so. Con le tempeste non si sa mai, è Dio che decide quando devono arrivare». In questo modo il procuratore capo di Milano conferma quanto anticipato in un'intervista ad un quotidiano romano: il capo di «Mani pulite» potrebbe lasciare presto la guida del «pool», avanzando la sua candidatura alla guida della Procura generale di Milano, posto vacante dal 9 ottobre prossimo quando andrà in pensione Umberto Loi. «Sono ancora in bilico - precisa - ma ho ancora qualche settimana per presentare la domanda, visto che il termine scade il 30 settembre prossimo». Non è la prima volta, a dire il vero, che Borrelli medita di lasciare il «pool». Nel '96 Borrelli si candidò a procuratore nazionale antimafia, dove però gli venne preferito Pier Luigi Vigna. In due occasioni, nell'aprile del '94 e l'anno scorso, il procuratore capo presentò domanda per la nomina a presidente della corte d'appello, ruolo ricoperto dal padre per sette anni. In entrambi i casi, però, il procuratore ritirò la domanda dietro l'invito, compatto, dei sostituti procuratori che compongono il «pool». La scena si ripeterà anche stavolta? «No - replica convinto -, questa volta la domanda non la revoco, anche perché potrei apparire come qualcuno che cerca motivi per apparire sui giornali». «Ora - continua il procuratore capo - le condizioni mi sembrano cambiate rispetto a quei tempi e quindi ritengo di poter presentare questa domanda per la Procura generale. Inoltre ritengo che l'affinità che c'è con i compiti svolti finora possa evitare quelle polemiche che c'erano state in passato sull'ipotesi che io passassi alla giudicante». Le polemiche, per la verità, non mancano. L'avvocato Carlo Taormina, che difende numerose persone coinvolte in «Mani pulite», sostiene che un eventuale passaggio alla Procura generale di Borrelli «lo metterebbe nell'inammissibile posizione di controllare l'andamento delle inchieste da lui fatte e fonte di condizionamento dei collegi giudicanti...». «Borrelli - conclude Taormina - vorrebbe occupare quel posto per accorciare i tempi dei processi di appello relativi a Berlusconi per accelerarne il passaggio in giudicato e far aprire per il capo dell'opposizione, come ha detto e auspicato Di Pietro, le porte del carcere». Sulla strada del nuovo incarico, poi, non mancheranno i concorrenti. Ci sarà il procuratore generale di Cagliari, Francesco Pintus, e lo stesso Gerardo D'Ambrosio, procuratore aggiunto di Milano e suo strettissimo collaboratore, oltre ad altri candidati più o meno accreditati: Giovanni Caizzi, procuratore presso la procura di Milano, l'avvocato generale di Milano Giuseppe De Luca, Antonino Cusumano, procuratore presso il tribunale di Monza, Cesare Di Nunzio procuratore presso la pretura della città brianzola e Giuseppe Massagli, procuratore presso il tribunale di Taranto. Borrelli sorride, poi dice: «La mia è solo un'istanza. Io certo non avanzo diritti né pongo ipoteche ma semplicemente aspiro a un incarico che rappresenta un avanzamento nella carriera». Per D'Ambrosio, poi, solo parole di elogio. Il Procuratore aggiunto, commenta Borrelli, sarebbe un ottimo capo di una Procura che «non è solo il Pool, ma è formata da tanti reparti importanti, come la Dda che ha riportato brillanti successi nella lotta alla criminalità organizzata». Mancano ancora quattro anni alla pensione di Borrelli, che compirà 72 anni proprio nel 2002. «Questo periodo - continua - potrei benissimo passarlo qui alla Procura di Milano» ma, aggiunge subito, da Procuratore generale potrebbe occuparsi con più profitto dei «problemi organizzativi che nasceranno con l'istituzione del Giudice unico». A Milano, con l'accorpamento della Procura presso il Tribunale e presso la Pretura, l'ufficio della Pubblica accusa si troverà a contare su un centinaio di magistrati. Un piccolo esercito da coordinare, anche sul piano logistico, perché possa svolgere il suo ruolo con efficacia. La sensazione, però, è che volga al termine la stagione di «Mani pulite»... «Tutte le cose di questo mondo - conclude Borrelli - sono destinate a finire. Meglio chiudere con un atto di volontà piuttosto che con la ghigliottina dell'età e della pensione...». [u. b.) «Meglio chiudere con una scelta piuttosto che con la ghigliottina dell'età e della pensione...» Tra gli altri aspiranti alla stessa poltrona Francesco Pintus il pg di Cagliari Il procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli con il suo vice Gerardo D'Ambrosio