A Ivrea la rivolta dell'acqua di Giampiero Maggio

A Ivrea la rivolta dell'acqua Tra i cittadini in coda per il rifornimento: si effettuano nuovi prelievi A Ivrea la rivolta dell'acqua Manca da 5 giorni, tensione alle autobotti IVREA. Ore 12,50, in piazza del Mercato. Una signora ha appena riempito da una cisterna dei Vigili del Fuoco una tanica da 20 litri. Attacca: «E' una vergogna, da un anno siamo in queste condizioni, con le bollette che paghiamo!». Una voce nel coro, una delle tante tra i 35 mila utenti che vengono serviti dall'Acquedotto di Ivrea e che ora sono infuriati, dopo l'ennesima ordinanza che vieta il consumo dell'acqua a causa dell'inquinamento chimico dovuto ad un eccesso di ferro. Stessa storia, nel pomeriggio, al quartiere Bellavista dove per un paio d'ore staziona un'autobotte dei pompieri per l'approvvigionamento: «Di fronte a una situazione del genere ci si sente impotenti e poco tutelati, anche per quanto riguarda la salute. Sono appena tornato dalle ferie e guarda che sorpresa», commenta Domenico Crescenzo. Così anche Paolo Bonello: «Capisco le difficoltà che l'Amministrazione comunale può incontrare nel gestire una situazione così, ma dopo un an- no di disagi continui la gente si è stufata». Idem nel quartiere San Giovanni, nella zona di Torre Balfredo e in tutti gli altri punti dove i pompieri provvedono all'approvvigionamento e raccolgono le lamentele dei cittadini: come se non bastasse il disagio della tanica, il servizio di rifornimento-acqua è partito in ritardo, dopo ferragosto. La gente protesta, accusa mentre riempie taniche, bottiglie, damigiane, oggi come nell'aprile scorso quando ci fu un'altra emergenza. E chiede quando tutto questo finirà, quando potranno contare su un'acqua davvero sicura. Questo mentre amministratori comunali, tecnici dell'Asl 9 e dei due laboratori - la ditta Chiono di Favria e quello dell'Azienda Acque Metropolitane di Torino - ieri si sono trovati per effettuare altre analisi. Risultato? Dopo il balletto delle cifre degli scorsi giorni, questa volta i risultati dei tre enti concordano: nei punti dove è avvenuto il prelievo, la percentuale di ferro nell'acqua non supera il limite di legge. «Comunque - precisa il vicesindaco Alfredo Pugliese l'ordinanza resta in vigore, in attesa di nuove verifiche». E poi, bisogna capire perché il 12 agosto il laboratorio Chiono e l'Acquedotto di Torino avessero trovato tracce minime di ferro, mentre due giorni dopo l'Asl ha prelevato campioni in cui la concentrazione di minerale risulta di gran lunga superiore ai 200 microgrammi per litro. Spiegazione dei tecnici: «Tra il 12 e il 14 agosto s'è abbattuto sulla zona un violento tempo¬ rale che potrebbe aver provocato un nuovo inquinamento». Ma è una spiegazione che inquieta: bastano due gocce d'acqua per fare scattare l'allarme? Questa mattina le analisi saranno ripetute e allora si vedrà che cosa succede. Intanto, a dimostrazione che l'emergenza di questi giorni non è un caso isolato, la «Canavesana Acque» (la società per maggioranza pubblica - il 60 per cento delle azioni apparterrà alla Città di Ivrea e ad altri Comuni, il resto sarà diviso tra Azienda Acque Metropolitane di Torino e Società Acque Potabili) che gestirà da settembre l'acquedotto eporediese, sta pensando alla possibilità di installare un depuratore in grado di eliminare ferro e manganese. Un progetto da 22 miliardi che, se sarà realizzato, risolverà parecchi problemi: «Al momento, però, sono solo ipotesi, niente di concreto - sostiene Pugliese -. Se verrà costruito, comunque, ci vorranno un paio d'anni». Giampiero Maggio Le analisi di ieri indicano valori nella norma Ma il vicesindaco non revoca l'ordinanza Un'autobotte dei vigili del fuoco rifornisce di acqua i cittadini Sopra, Paolo Bonello: «Siamo stufi dopo un anno di disagi»

Persone citate: Alfredo Pugliese, Chiono, Domenico Crescenzo, Paolo Bonello, Torre Balfredo

Luoghi citati: Favria, Ivrea, Torino