Troppi incidenti domestici di M. Acc

Troppi incidenti domestici Troppi incidenti domestici Fortunatamente su dieci ricoveri soltanto un caso è davvero serio «Solo un paziente su dieci è un caso grave», dicono i medici dell'ospedale infantile Regina Margherita. E si riapre un caso, quello dell'uso e dell'abuso dei pronto soccorso. Come dire: «Più sono intasati e meno sono efficaci la prevenzione e gli ambulatori sul territorio». Dimostrazione? Nei giorni scorsi, su Speccido dei tempi, una signora torinese ha raccontato il suo peregrinare alla ricerca di un pronto soccorso dove le togliessero un tappo di cerume dall'orecchio. «Non è compito nostro, non è un caso urgente, quindi si rivolga in ambulatorio», s'è sentita dire al Gradenigo. «Allora sono andata al pronto soccorso del Martini e lì mi hanno risolto il problema immediatamente», racconta lei, che con la sua lettera ha innescato però una polemica tra Gradenigo e Martini sul ruolo del medico di pronto intervento. Caso specifico a parte, è assodato che i Dea, i Dipartimenti di emergenza e accettazione, vengano sfruttati sovente come ambulatorio per evitare le liste d'attesa, o per «bypassare» un me¬ dico di famiglia latitante. Ma il professor Luigi Resegotti, della divisione di Ematologia alle Molinette, che recentemente ha condotto un'indagine sulla questione, lancia un appello: «Le urgenze rappresentano un campo nel quale si scontrano tre esigenze - dice -: quella del medico che deve dare risposte efficaci sulla base di una diagnosi accurata, quella del paziente di ottenere una risposta immediata, e quella dei familiari che alla preoccupazione per la persona cara e malata aggiungono il desiderio di fare qualcosa per dimostrare il loro impegno». «Il trattamento corretto delle urgenze - sostiene dunque Resegotti ha bisogno di una maggiore azione di filtro dei servizi domiciliari, il che permetterebbe fra l'altro di impiegare meglio i mezzi come il "118"». Missione impossibile? Forse un passo sarà compiuto in autunno. Visto l'elevato numero di infortuni domestici che non sempre però richiedono la corsa in ospedale, la Regione darà forse il via al primo servizio di Guardia medica pediatrica, [m. acc]

Persone citate: Luigi Resegotti, Resegotti