« Attenti ai falsi business miliardari»

« Attenti ai falsi business miliardari» Professionista lancia l'allarme: volevano che fornissi i dati del conto in banca « Attenti ai falsi business miliardari» Dalla Nigeria lettere con proposte truffaldine A volte ci riprovano. E' il caso di questa truffa che arriva da lontano, dalla Nigeria. Una lettera spedita a un professionista torinese con la proposta di far transitare dal suo conto venti milioni di dollari in cambio di una ricca percentuale. Tutto come quattro anni fa, quando la banca centrale del Paese africano fu costretta a pubblicare una pagina intera sul Corriere delia Sera per avvisare gli imprenditori italiani che le lettere in arrivo dalla Nigeria, con la proposta di business miliardari, erano solo operazioni a perdere. Denaro del quale si sarebbero perse le tracce nel lontano Paese africano. Torniamo al caso di questi giorni. Un ingegnere torinese, appena ricevuto la lettera,ha subito sentito puzza di bruciato. Forse anche per l'esperienza passata di altri imprenditori a cui è rimasto solo l'amaro in bocca per avere perso decine di milioni. Riceve una lettera da Lagos, la principale città della Nigeria. A scrivere sarebbe la vedova di Bello Usman, ex governatore dello Stato di Kano, nel Nord del Paese. «Mio marito è morto in un incidente aereo due anni fa. Mi ha lasciato venti milioni di dollari su un conto segreto, sotto falso nome, di una banca nigeriana. Le sue ultime volontà sono state di portare questa somma all'estero per fare degli investimenti di mercato in modo da assicurare un futuro ai nostri figli», si legge nella lettera. La proposta sembra semplice. Aprire le porte del proprio conto corrente, farvi transitare la notevole somma di denaro (quasi quaranta miliardi di lire) e intascarne il 25%. Senza nessuna fatica il professionista torinese potrebbe guadagnare cinque miliardi. Meglio della lotteria. Peccato che la richiesta di tutti i dati del conto corrente non siano poi che il preludio, come accaduto in passato, ad altre richieste, come l'autorizzazione a fare, dalla Nigeria, dei movimenti sul suo conto. E così il Paese africano diventerebbe il buco nero dove finiscono i soldi del truffato. Anche l'ambasciata nigeriana di Roma mette in guardia: «Imprenditori e professionisti italiani stiano attenti, il metodo è lo stesso delle truffe tentate e a volte riuscite qualche anno fa». Quattro anni fa un imprenditore di Moncalieri aveva perso cinquantasei milioni. Aveva mandato in Nigeria dei fogli intestati della sua ditta con i quali erano poi stati fatti degli ordini di acquisto. E così in altri casi i truffatori erano riusciti a dirottare in Nigeria trattori, telefoni e altre merci. L'Interpol aveva mandato un carabiniere a indagare in Africa, ma gli avevano sparato e lo avevano ferito.

Persone citate: Sera, Usman