Malpensa 2000, una partita pesante
Malpensa 2000, una partita pesante TRASPORTI Dopo il no di Bruxelles si cercano nuove strade prima della sentenza definitiva del 9 settembre Malpensa 2000, una partita pesante Tra le ipotesi anche la chiusura di Linateper spiazzare VUe BRUXELLES. Preso atto della bocciatura degli euroesperti, largamente scontata, per Malpensa 2000 è scoccata l'ora delle opzioni a tutto campo: dall'ipotesi del compromesso a quella della scappatoia giuri dico-istituzionale fino a quella dello scontro frontale. E se l'Italia non porterà a Bruxelles nuove proposte incasserà un'altra risposta negativa il 9 settembre, quando l'esecutivo comunitario esprimerà il verdetto definitivo sul decreto Burlando, che dal 25 ottobre trasferisce tutte le rotte (eccetto Milano-Roma) da Linate alla Grande Malpensa. Nella ridda delle ipotesi che circolano a Bruxelles ieri è stata rilanciata quella dell'«escamotage» giuridico, in base al quale il governo italiano potrebbe mettere fuori gioco le istituzioni europee, sfilando dalla manica l'asso della chiusura di Linate. In questo modo la vicenda Malpensa sfuggirebbe alla giurisdizione della Ue, la cui competenza è chiaramente delimitata ai casi di ripartizione del traffico aereo e non a quelli di concentrazione. «Se non c'è ripartizione, non può esserci discriminazione e quindi tutta la procedura non ha più motivo di essere», ammettono gli uomini di Kinnock, secondo cui però la chiusura di Linate «è un rimedio molto drastico. Il problema si può risolvere in modo molto più ragionevole». Sul piano delle reazioni ufficiali un portavoce della Commissione europea ha ribadito ieri la disponibilità al dialogo: «Siamo aperti ad un compromesso, che però non deve contenere elementi di discriminazione». E tra i più stretti collaboratori di Kinnock si crede che da Roma arriverà un segnale distensivo: «Confidiamo in una proposta di compromesso», dicono in Commissione. Senza un'intesa e in assenza di una scappatoia giuridica sarebbe inevitabile lo scontro istituzionale davanti alla Corte europea di giustizia a Lussemburgo. Giuseppe Bonomi, presidente della Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, ribadisce la necessità di «scelte chiare e rapide» ed è comunque ottimista sulla possibilità di trovare «soluzioni equilibrate e ragionevoli» in tempi brevi. Un'eventuale soluzione di mediazione par Bonomi deve però tenere fermi due punti: il rispetto dalla data del 25 ottobre per il trasferimento dei voli da Linate a Malpensa e lo sviluppo di Malpensa 2000 come aeroporto «hub», cioè di collettore del traffico aereo. «Il dibattito presso l'Ue - dice Bonomi - non tiene nel dovuto conto che ogni modifica al modello di traffico previsto dal decreto Burlando comporta per una società di gestione come la nostra un grosso impegno organizzativo e attente riconsiderazioni dei costi». Il presidente della Sea ricorda poi l'impatto sociale dell'operazione Malpensa 2000 e sottolinea che circa 2500 dipendenti sono in attesa di sapere quale sarà il loro prossimo luogo di lavoro. E inoltre bisogna trovare presto mia soluzione perché entro la fine del mese verrà definito il nuovo orario mondiale dei voli per la stagione invernale-primaverile. Categorico il senatore di Forza Italia Salvatore Lauro: «Quanto accade allo scalo di Malpensa 2000 è l'ennesima figuraccia che il ministro dei Trasporti, Claudio Burlando, rimedia in seno all'Ue. Noi avevamo segnalato già a novembre '97, con una interrogazione alla quale naturalmente non c'è stata risposta, tutti quei dubbi che l'Ue ha fatto propri». Il presidente della compagnia Meridiana, Franco Trivi, ha scritto una lettera al ministro Burlando, a proposito dell'operatività dell'aeroporto «Malpensa 2000», in cui auspica che venga confermata la data del 25 ottobre ma manifesta perplessità sul fatto che il trasferimento da Linate possa avvenire con una «gradualità» che penalizzerebbe la compagnia dell'Aga Khan e soprattutto i sardi diretti a Milano. [a. vig.l Il ministro dei Trasporti Claudio Burlando
Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Lussemburgo, Milano, Roma
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