Occupazione Italia bocciata dal Fmi

Occupazione Italia bocciata dal Fmi RAPPORTO Il sindacato contesta: luoghi comuni di chi vuole salali bassi e licenziamenti selvaggi Occupazione Italia bocciata dal Fmi «Inefficaci le 35 ore, troppo carico fiscale» ROMA. Sull'emergenza lavoro si accende un nuovo scontro: da una parte il Fondo monetario internazionale che boccia tutto il sistema Italia, dalle 35 ore alla preparazione scolastica, dalla contrattazione alla forte pressione fiscale. Dall'altra parte i sindacati Cgil, Cisl e Uil che non accettano le critiche alla riduzione di orario e accusano gli economisti di Washington di aver confezionato un altro rapporto precotto, basato su «luoghi comuni iunzionali a chi in Italia vuole portare i salari al di sotto dell'inflazione, ùnpoverendo la gente, e rendere il mercato del lavoro più selvaggio, indebolendo le norme su assunzioni e licenziamenti». Il rapporto del Fondo, anticipato dall'agenzia Ansa, sostiene che l'Italia ha bisogno di una cura drastica, di interventi strutturali e non soltanto di misure che rischiano di produrre soltanto effetti temporanei. La ricetta parte quindi da elementi graditi alle imprese più che al sindacato. Innanzitutto una revisione della contrattazione collettiva, una nuova geopolitica «che consenta differenziazioni regionali del salario in linea con il differente livello di produttività». E non basta il ricorso ai patti territoriali ed ai contratti d'area, ma che assuma rilievo nazionale e duraturo. Il risultato, secondo il Fmi «aumenterebbe gli incentivi per una mobilità mfra-regionale e ridurrebbe simultaneamente gli squilibri locali della domanda di lavoro, incrementando i flussi di investimento verso le aree ad alta disoccupazione». Inoltre, più flessibilità anche per assunzioni e licenziamenti, senza ricorrere alla riduzio¬ ne dell'orario di lavoro settimanale, giudicata una misura semplicemente «inefficace». A giudizio del Fondo, le 35 ore «per decreto, piuttosto che come risultato di un processo di negoziazione fra lavoratori e imprenditori» potrebbero riservare un costo negativo in termini di pace sociale: «Potrebbero portare a conseguenze non ottimali in sede di contrattazione salariale». Meglio allentare la pressione fiscale, insieme con una riduzione delle spese pubbli¬ che. Bocciate le agenzie pubbliche per il lavoro che hasnno agito a lungo «in una situazione di monopolio», ma non hanno prodotto mobilità, anzi, secondo gli esperti di Washington, hanno lavorato più «a raccogliere dati statistici sull'occupazione, che a svolgere un ruolo di assistenza nella ricerca di impiego». Un quadro desolante, sostanzialmente condiviso dal vicepresidente di Confindustria Guidalberto Guidi, nel quale non poteva man¬ care la bocciatura della scuola che non prepara al mondo del lavoro: «Un problema fondamentale che affligge il mercato italiano - conclude il Fondo - è il basso livello del capitale umano, specie in termini di specializzazione, fra quanti fanno il loro ingresso nel mercato del lavoro». Infatti, i dati sui disoccupati giovani danno, per i diplomati di scuola media superiore, percentuale del 17% al Nord, 38% al Centro e 72% al Sud. E' l'unico giudizio accettato dai sindacati confederali. Walter Cerfeda (Cgil) riconosce che «purtroppo abbiamo due ministri, quelli di Pubblica istruzione e Lavoro, finora incapaci di imprimere la svolta necessaria nella scuola e nella formazione professionale». Tutto il resto? La solita minestra «preparata in Italia e cucinata all'estero», dice Cerfeda stupito che si continui a pensare a un'occupazione legata soltanto al mercato del lavoro e non a una concreta politica di investimenti, mentre difende le 35 ore rivedute e corrette grazie agli emendamenti (già pronti), del sindacato: «Non sarà una legge impositiva ma di sostegno alla contrattazione». Duro anche il giudizio di Paolo Firani (Uil), che accusa il Fondo di svolgere funzioni improprie e di emettere giudizi che non gli competono pronendo all'Italia «modelli economici che appartengono ad altri. E natale Forlani (Cisl), lamenta «la scarsa fantasia dei funzionari del Fmi che ormai da tempo non fanno altro che ripetere sempre le stesse cose e ad invocare una flessibilità che per certi versi in Italia è al livello degli Stati Uniti», [b. g.] Manifestazioni per il lavoro. Dal Fondo monetario un nuova bocciatura alle 35 ore e al sistema contrattuale italiano

Persone citate: Cerfeda, Guidalberto Guidi, Paolo Firani, Walter Cerfeda