Le multe cacciano le lucciole dalla strada

Le multe cacciano le lucciole dalla strada «No alla pubblica gogna». E il sacerdote: questo è un Paese che favorisce la schiavitù Le multe cacciano le lucciole dalla strada Ed è scontro tra don Benzi e il Garante della Privacy ROMA. Mentre la misura antiprostituzione delle multe ai clienti sembra dare i suoi frutti con meno presenze di lucciole sulle strade, cresce la polemica sulla tutela della privacy. E' scontro tra don Oreste Benzi, presidente dell'Associazione Giovanni XXIII, e l'Autorità Garante per la privacy. Don Benzi ha accusato Stefano Rodotà di «essere indirettamente dalla parte degli sfruttatori» per la sua difesa della privacy dei clienti delle prostitute. A favore di Rodotà intervengono Giuseppe Santaniello e Claudio Manganelli che insieme a lui e a Ugo De Siervo compongono l'organo dell'Autorità Garante, che, come loro stessi sottolineano in una nota, è collegiale. Santaniello e Manganelli, sentendo definire Rodotà «Garante degli sfruttatori», spiegano che «in una società civile, evoluta e democratica, come siamo convinti sia quella cui apparteniamo, c'è sicuramente spazio per le opinioni tra loro diverse ed anche antitetiche, ma non possono essere riproposti scenari che appartengono ad atmosfere d'intolleranza tipiche di periodi bui della storia». E aggiungono: «L'individuo deve poter godere, sia esso probo o reo, prostituta o suo cliente, credente o laico, di un pari livello di dignità. Qualunque norma non tenga conto di questo e utilizzi deprecabili mezzi come la pubblica gogna, allo scopo di inibire quanti per convinzione o debolezza ricorrono al mercato del sesso a pagamento, sarebbe indegna di un Paese civile». S'indigna, don Oreste Benzi per queste affermazioni di Santaniello e Manganelli: «Questo è intollerabile cinismo. Come si può infatti definire civile un Paese che favorisce la schiavitù? E' civile un Paese in cui ci sono 40 mila ragazzine e donne che vengono ingannate, rapite, torturate e schiavizzate da aguzzini per essere vendute? Non si tratta di tolleranza ma di liberazione da ima condizione di schia¬ vitù favorita dallo Stato. E che, in tutto questo, il Garante si preoccupi che il nome del cliente non compaia sulle multe mi sembra francamente paradossale. Sono piuttosto le multe ad essere un prowedimento altamente civile perché almeno scoraggiano i clienti. Bisognerebbe piuttosto - continua don Benzi - pensare seriamente ad una soluzione. L'amore a pagamento che è contro la dignità della donna va proibito, come accade in Paesi veramente civili come la Svezia. Bisogna pensare non soltanto alle multe - conclude don Benzi - ma anche alla reclusione e poi dare alle donne la possibilità di rimanere in Italia perché certo non possono tornare nei loro Paesi». Intanto da ieri anche Trieste (l'ordinanza è stata firmata dal sindaco Illy) e i quattro Comuni attraversati dalla statale 11 nel tratto tra Verona e Peschiera del Garda, «sito» storico per la prostituzione da marciapiede, utilizzano gli strumenti legislativi a loro disposizione per combattere il fenomeno. Bussolengo, Sona, Castelnuovo e Peschiera del Garda, che negli anni scorsi avevano attivato singole iniziative antilucciole, hanno sottoscritto quattro ordinanze uguali attraverso le quali applicheranno maxi-multe da un milione di lire ad automobilisti sorpresi a contrattare in auto prestazioni sessuali e alle prostitute seminude. L'importo della «punizione», così come in altri casi, scenderà a 333 mila lire nel caso di conciliazione. L'ordinanza è attiva dalla mezzanotte scorsa. E da Milano il vicesindaco Riccardo De Corato dichiara: «Il primo bilancio lo faremo tra una decina di giorni. Occorre precisare che il nostro obiettivo non sono le multe, ma quello di dissuadere. Le multe sono solo un deterrente». Il servizio - pattugliamenti in 33 vie - è iniziato lunedì. Sul fronte delle proposte, il segretario provinciale di Rifondazione comunista, Giusto Catania, ritiene che Palermo sia «uno snodo europeo della prostituzione» e propone di «sperimentare il modello olandese» con «prostitute in vetrina, magari in via Ruggero Settimo, sindacalizzate, regolare certificato medico e soprattutto fuori dal ricatto di protettori». [r. cri.] Prostitute in strada Secondo alcuni dati le multe funzionerebbero come deterrente

Luoghi citati: Bussolengo, Italia, Milano, Palermo, Peschiera Del Garda, Roma, Svezia, Trieste, Verona