«Eltsin ha svalutato se stesso» di Anna Zafesova

«Eltsin ha svalutato se stesso» Rublo in picchiata, se ne va il consigliere per l'Economia, rimpasto imminente «Eltsin ha svalutato se stesso» // leader pc attacca. E cade la prima testa MOSCA NOSTRO SERVIZIO «Siamo in bancarotta», «Game over», annunciano in tono apocalittico i titoli dei giornali russi. Dopo la svalutazione del rublo e il congelamento degli impegni dello Stato, i russi ieri si sono svegliati in un Paese diverso. E mentre i cittadini del malandato impero di zar Boris stanno cercare di capire come continuare ad andare avanti, ai vertici della politica e dell'economia continua a impazzare la bufera. Gli indici economici ieri sono rimasti da morte clinica: la Borsa di Mosca ha chiuso con un altro 9% in meno e un volume delle contrattazioni ridicolmente basso. Il rublo ha perso altri 400 punti, scendendo da 6,4 rubli per dollaro di lunedì a 6,8, mentre nei cambiavalute di Mosca il prezzo di un biglietto verde con la faccia di Washington oscillava tra i 7ei 15 rubli. Il mercato interbancario è rimasto paralizzato: tutti gli operatori sono in attesa delle nuove iniziative delle autorità per quanto riguarda i nuovi titoli di Stato. Ma ci sono parecchi dubbi sul fatto che Kirienko riesca a far ripartire il mercato: la fiducia nel governo è scesa a zero. Dopo il crollo, lunedì, della «piramide» delle obbligazioni del Tesoro, molte grosse banche non sono in grado di pagare e gli sportelli e i bancomat ieri venivano assediati dai risparmiatori. In attesa della stabilizzazione imminente promessa dagli esperti economici, la gente si precipita a comprare per sbarazzarsi dei rubli: le vendite di elettrodomestici, computer e gioielli ieri sono raddoppiate. Nel frattempo, al Cremlino comincia la ricerca dei capri espiatori da gettare in pasto all'opinione pubblica. Lunedì, subito dopo l'annuncio delle nuove misure del governo, il premier Serghej Kirienko e il governatore della Banca Centrale Serghej Dubinin hanno annunciato a Boris Eltsin la propria disponibilità ad assumersi tutta la responsabilità e a dimettersi. H presidente russo però ha rifiutato l'offerta. Per il momento l'unica vittima del terremoto economico è Alexandr Livshiz, consigliere di Eltsin per l'economia, le cui dimissioni sono state accettate ieri dal Presidente. Ma si parla insistentemente di imminenti cambiamenti al vertice. La voce è stata ieri confermata dal portavoce del Cremlino, senza però fare nomi. I primi candidati al licenziamento sono il ministro delle Finanze Mikhail Zadornov e il vicepremier Viktor Khristenko. Ma anche le poltrone di Kirienko e Dubinin rimangono a rischio. Pare che l'opposizione - ma anche ambienti occidentali - vorrebbe vedere a capo della Banca Centrale l'uomo di ferro della finanza russa, Viktor Gherascenko, il leggendario presidente della Banca di Stato all'epoca di Gorbaciov. E circola voce che Eltsin stia meditando di mettere al posto del suo «premier tascabile» un personaggio più agguerrito: l'inaffondabile Anatolij Ciubais oppure l'ultraliberale Boris Fiodorov, attuale capo del fisco russo, elevato lunedì sera al rango di vicepremier. Ma la vera vittima del crack economico è Boris Eltsin. Il Presidente ha perso le ultime briciole di fiducia popolare dopo che, venerdì scorso, aveva giurato con fermezza davanti a tutto il Paese che non ci sarebbe stata svalutazione del rublo. Una dichiarazione che probabilmente serviva a rassicurare i mercati, ma che ha avuto per l'immagine del Presidente effetti ancora più deva¬ stanti della promessa - nel 1992 - di buttarsi sotto un treno se le riforme avessero portato a un aumento dei prezzi. Secondo una battuta del leader comunista Ghennadij Ziuganov, «Eltsin ha svalutato se stesso». Con un padrone del Cremhno debole co¬ me non mai, l'opposizione ha deciso di passare all'attacco. Ziuganov ieri ha annunciato che alla seduta straordinaria della Duma, venerdì prossimo, i comunisti chiederanno le dimissioni del Presidente: «La radice della crisi è lui». Il pc russo ha lanciato la proposta di avviare urgentemente un dialogo tra le forze politiche principali per la composizione di un gabinetto anticrisi. Un piano che ovviamente non tiene conto né di Eltsin, né di Kirienko. Il leader comunista ha ieri proposto una sorta di coalizione con i principali candidati alla Presidenza: Grigorij Javlinskij e il suo partito di opposizione democratica «Jabloko», il sindaco di Mosca Jury Luzhkov e il suo seguito di nazionalpopulisti, e il generale Alexandr Lebed, governatore di Krasnojarsk e leader di un gruppo di dirigenti regionali. Anna Zafesova Respinte (per ora) le dimissioni del primo ministro Kirienko e del governatore della Banca Centrale russa, Dubinin A Mosca il cliente di una banca tenta di recuperare i depositi esibendo i suoi titoli di credito

Luoghi citati: Mosca, Washington