Il rabbino scrive al Papa «Vìa le croci dal lager» di Marco Tosatti

Il rabbino scrive al Papa «Vìa le croci dal lager» Auschwitz, s'allarga lo scontro Il rabbino scrive al Papa «Vìa le croci dal lager» «Sono un falso e traviano i giovani» Il Vaticano replica con un «no comment» CITO' DEL VATICANO. La seconda battaglia per Auschwitz è in pieno svolgimento; protagonisti ancora ima volta cattolici ed ebrei. Lo scontro si impernia sulle croci: intorno a quella piantata nel luogo dove Giovanni Paolo II celebrò messa, nel famoso pellegrinaggio del 1979, ne sono state sorte nelle ultime settimane altre centotrenta, portate da gruppi di fedeli. Dovrebbero essere 152, a ricordo degli altrettanti partigiani polacchi massacrati in quel punto dai tedeschi. Ieri il rabbino capo di Israele, Meir Israel Lau, ha chiesto a Giovanni Paolo II di intervenire affinché i simboli della passione di Cristo siano rimossi. Ma il Vaticano, a differenza della crisi di qualche anno fa, quando il Papa fece si che un convento di carmelitane lasciasse il «vecchio teatro» all'interno del lager, non sembra intenzionato a intervenire, più di quanto abbia già fatto nelle settimane passate. A quanto sembra Giovanni Paolo II ha convinto all'inizio di agosto il Primate di Polonia, Glemp, ad assumere una posizione più comprensiva verso gli ebrei. Il rabbuio Meir Lau, che da bambino venne recluso nel lager di Buchenwald, sostiene che le croci sono una «simulazione» per trasformare l'ex campo di sterminio nazista in un tempio cristiano. Ha consegnato una lettera per il Pontefice ad alcuni esponenti della comunità di Sant'Egidio in visita a Gerusalemme. Meir Israel Lau non ha voluto rendere pubblico il contenuto della missiva prima che il Papa la legga. Ha però dichiarato che «l'erezione di croci in questo cimitero ebraico, e la sua trasformazione in un sito cristiano, distorce la storia e travia le future generazioni; il Papa, che è più familiare con la materia di ognuno di noi, sa certamente che quello è un campo di morte per gli ebrei». Il messaggio è fir- II governoannunprendcontroterreno c o polacco cia che erà il llo del ontestate mato anche dall'altro rabbino capo di Israele, Eliahu 3akshi-Doron. «Piuttosto che erigervi una colossale stella di Davide e scrivere che si tratta di im cimitero ebraico - ha aggiunto il religioso possiamo accontentarci anche di un totale silenzio, così come avviene a Treblinka». La Sala Stampa vaticana ha risposto con un «nessun commento» alla notizia giunta da Israele. Ma in Vaticano fanno rilevare sia la singolarità di un messaggio per il Papa consegnato ad esponenti della Comunità di Sant'Egidio invece che al nunzio; sia che la questione è in primo luogo polacca ed è in discussione in Polonia. La grande croce eretta nel luogo della messa papale e le altre croci, più piccole, sono fuori dal perimetro del lager. A febbraio si era parlato di spostare la croce papale; e questa eventualità provocò reazioni molto forti. Centoquaranta deputati e senatori polacchi si pronunciarono contro il progetto. «Resterà lì», disse, disse in marzo il cardinale-primate di polonia Jozef Glemp. La Chiesa ha chiesto da tempo di non mettere più croci, ma non è stata ascoltata. Due giorni fa un sondaggio indicava che il 73% dei polacchi vuole che la croce papale resti al suo posto. Ieri però il primo ministro polacco Jerzy Buzek ha annunciato che il governo in questa settimana prenderà il controllo del terreno all'esterno dell'ex campo di sterminio, revocando l'alfitto del terreno all'As sociazione delle Vittime della Guerra. Il Presidente dell'Associazione, Mieczyslaw Janosz ha accolto l'annuncio con indifferenza: «Solo il tribunale ci può cacciare». Kazimierz Switon, il sindacalista che è a guardia delle croci notte e giorno sotto una tenda ha detto: «Me ne andrò solo con la forza». Marco Tosatti II governo polacco annuncia che prenderà il controllo del terreno contestate Le croci cattoliche al centro della polemica di Auschwitz

Luoghi citati: Auschwitz, Gerusalemme, Israele, Polonia, Sant'egidio